D'Alema promuove il partito di Cacciari

Il segretario del pds incontra a Mogliano politici, imprenditori e intellettuali del Triveneto Il segretario del pds incontra a Mogliano politici, imprenditori e intellettuali del Triveneto D'Atomo promuove al partito di Cacciari «Bisogna dare più rappresentanza ai problemi del Nord-Est» MOGLIANO VENETO. «Non ci hanno mai capito. Non lo faceva il pei, non lo fa il pds. Eppure siamo cambiati, noi e loro...». Lo sconforto di uno degli invitati al seminario tra Massimo D'Alema e il Nord-Est che non pensa alla secessione, non basta per catalogare il viaggio del leader della Quercia tra le esperienze inutili. Al contrario, le sette ore di vertice nel salone di Villa Braida, a pochi minuti dall'aeroporto di Venezia, una prima risposta l'hanno data: i partiti del NordEst non saranno due, non ci sarà la contrapposizione politica ed elettorale tra i «bavaresi» di Mario Carrara e i «catalani» di Massimo Cacciari, due movimenti che la concretezza dei veneti ha già definito la «Lega buona» e l'«Ulivo dipinto». «Non credo che faranno due partiti», ha confermato lo stesso D'Alema nella pausa del pranzo, saltata a pie pari per un noioso mal di denti. Il modello prescelto, con la benedizione del segretario del pds, è quello di Cacciari: «E' un'idea interessante - ha detto D'Alema -, il modello centralistico di partito sta entrando in crisi e bisogna pensare quindi a forme politiche che aderiscano a una realtà policentrica e che poi, naturalmente, trovino una sintesi a livello nazionale...». La «Gargonza veneta», che avrebbe dovuto rimanere segreta ma che i quotidiani locali presentano con molta enfasi e parecchie perplessità, comincia alle dieci di mattina con una partecipazione superiore ai piani originari: quando i sessanta invitati - tra politici, sindaci, imprenditori, intellettuali e diret¬ tori di giornale - prendono posto intorno al tavolone a forma di ferro di cavallo al centro del salone delle feste di Villa Braida, ci si accorge che non ci sono sedie per tutti. Mancano anche i microfoni. «C'è stato un momento di imbarazzo - confessa uno dei partecipanti - ma poi una sistemazione l'abbiamo trovata...». D'Alema al centro con il suo staff, sull'ala destra Cacciari, Illy, la Marcegaglia poi un gruppo di altri imprenditori e, in fon¬ do, i due Carrara: Franco e Mario. Sul lato opposto Giorgio Lago, Ferdinando Camon, i funzionari del pds veneto, i sindacalisti e Pietro Marzotto, arrivato per ultimo con un elicottero atterrato rumorosamente nel giardino verde del villone. D'Alema parla per un'ora, forse qualcosa di più. Un discorso generico, dice chi lo ascolta. «E' stato un confronto - spiegherà più tardi il leader del pds -. Un modo per comprendere i proble¬ mi, il rapporto tra la realtà di questa parte importante del Paese e i processi di riforma. Si deve trovare il modo di dare al Veneto una rappresentanza politica più efficace, tenendo conto delle sue esigenze, soprattutto di quelle di infrastrutturazione, ed inoltre della ricerca scientifica, dell'università, dei servizi. Lo statuto speciale per il Veneto? E perché non per le altre regioni, allora? Ma se tutte le regioni diventassero speciali chi ci darebbe le ri¬ sorse per finanziarle?». Il leader della Quercia mancava dal Veneto da meno di un anno: «Ho trovato più tensione commenta -. Temo che il leghismo stia assumendo forme anche di incoraggiamento verso manifestazioni di illegalità che non sono più accettabili...». Il clima è cordiale, ma i relatori che seguono - dal sindaco di Belluno Maurizio Fistariol a Emma Marcegaglia, da Franco Carrara al sindaco di Trieste Riccar- do Illy - non si limitano ai convenevoli. Sono scontenti della Bicamerale e non lo nascondono: i bisogni del Veneto sono altri. Piccoli contrasti che non escono dai confini della sala. «Siamo ancora nella fase di analisi - dirà Illy all'uscita -, sono solo state prospettate alcune soluzioni, in maniera sintetica, appena abbozzate...». Quando tocca a Mario Carraro, è chiaro che il modello bavarese è già accantonato. L'intervento è breve, e sarà lo stesso Carraro a insistere perché i lavori del pomeriggio siano interamente dedicati alla discussione del progetto Cacciari. Troppo netta è la preferenza di D'Alema. Resta aperta la questione del sindaco di Venezia. D'Alema, poco prima dell'inizio dei lavori, ha avuto un breve colloquio con Massimo Cacciari. Il vertice del pds vorrebbe una sua ricandidatura, ma il filosofo non ci sta: il progetto dell'Ulivo del Nord-Est è troppo importante e - taglia corto Cacciari - «un sindaco deve amministrare. L'ultima cosa cui può pensare è la politica». Guido Tiberga «Il leghismo sta assumendo forme che incoraggiano un'illegalità che non possiamo più accettare» Il filosofo ammette «E' chiaro che questa entità finirà nell'Ulivo, ma per ora non dobbiamo dirlo a nessuno» LA «GARGONZA» VENETA Massimo D'Alema, segretario pds Massimo Cacciari, sindaco di Venezia Maurizio Fistarol, sindaco di Belluno Riccardo Illy, sindaco di Trieste Adriana Vigneri, sottosegretario Interni Flavio Zanonato, sindaco di Padova Gianfranco Berlin, vicesindaco di Venezia Gianni Pellicani, ex vicesindaco di Venezia Elio Armano, pds Walter Vanni, pds Mauro Bortoli, segretario regionale pds 17 segretari dello federazioni provinciali delio Quei età Cesare De Piccoli, deputato pds Luciano De Gaspari, segretario Cgi! Veneto Giorgio Santini, segretario Cgil Veneto Enzo Rullani, intellettuale Mauro Fulin, intellettuale Giulio Giustiniani, giornalista, direttore Gazzettino Giorgio Lago, giornalista, ex direttore Gazzettino Alberto Staterà, direttore Nuova Venezia, Mattino di Padova e Tribuna di Treviso Ferdinando Camon, scrittore Pietro Marzotto, imprenditore Emma Marcegaglia, imprenditrice Franco Carrara, imprenditore, presidente Consorzio Venezia Nuova Giovanni Bortolussi, presidente Artigiani di Mestre