Tonino: io come Biancaneve di Raffaella Silipo
Tonino: io come Biancaneve Tonino: io come Biancaneve // Cavaliere mi attacca perché lo batterei Di Pietro come Biancaneve, Berlusconi come la regina cattiva. Cercasi disperatamente principe azzurro. E' la rilettura in forma di fiaba che l'ex pm di Mani Pulite fa del caso D'Adamo, nella sua rubrica settimanale su Oggi. «Sì, perché diciamola tutta scrive Di Pietro -, nonostante gli sforzi pubblicitari, di marketing e di maquillage di Berlusconi e dei suoi fidi teleimbonitori, i sondaggi continuano a darlo sempre inesorabilmente perdente nel caso di competizione diretta con me. Per lui un affronto del genere deve essere peggio del responso dello specchio della matrigna di Biancaneve: "Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più votato del reame?"». Nel paragonarsi all'immacolata creatura dei fratelli Grimm, l'ex pm di Mani pulite ha unfrisson d'autoironia e sente il dovere di fare una precisazione: «Non ho alcuna intenzione di spacciarmi per la candida Biancaneve (di cui peraltro non ho i requisiti) ma a nessuno è consentito affermare che quando si trattò di fa- re il mio dovere io abbia usato due pesi e due misure». Come nella fiaba, anche nella realtà, galeotta sarebbe una mela avvelenata, donata da Berlusconi «novella pavoneggiata regina della politica italiana» all'ex amico D'Adamo. Ma Di Pietro, al frutto fatale, non ha intenzione di dare nessun morso: «Oggi è troppo presto per sapere se esiste ancora un principe azzurro (la giustizia? l'elettore?) da far rinascere la speranza. Certo, la favola fece giustizia dell'invidia della regina cattiva». Saggiamente Tonino, però, più che nelle favole crede nelle relazioni pubbliche. E infatti ieri era a Roma per «incontri e contatti» con amici e politici. Giunto lunedì sera nella capitale, ha avuto colloqui telefonici con i suoi ex sottosegretari a Porta Pia: Gianni Mattioli (con cui pure, ai tempi dei Lavori Pubblici, ebbe un memorabile litigio) e Antonio Bargone. Ieri mattina, invece, si è incontrato con Elio Veltri e, nel pomeriggio, con il cognato Gaetano Cimadoro, parlamentare ccd. Occhiali da sole Persol, Lacoste verde e pantaloni chiari, Di Pietro ha lasciato il suo ufficio romano di via Di Pietra sgommando su Croma bianca, senza fare commento alcuno. «Che telefilm! Ma io non confermo né smentisco. Non devo rendere coi.^o a nessuno». Parla invece diffusamente su Oggi, rispondendo a un lettore: «D'Adamo un tempo era mio fraterno amico, e io preferisco ricordarlo così. Anzi, nonostante tutto, continuo a dubitare che abbia fatto quel che leggo sui giornali: far intendere, cioè, di aver richiesto denaro a Pacini Battaglia per mio conto, ovvero insinuare che io possa aver favorito lui o qualche comune conoscente durante Mani pulite o prima. Se avesse fatto una cosa del genere, non c'è dubbio: è rimasto vittima di qualcosa più grande di lui, che lo lega a doppio filo al gruppo Berlusconi». Sostiene infatti Di Pietro, che per la prima volta sfida apertamente il Cavaliere sul piano politico: «La vera anomalia del dossier D'Adamo sta non tanto nelle mie cadute di stile (che pure ci sono state, ma non posso tornare indietro) quanto nel fatto che sia stato formato sotto la regia occulta di un leader che l'ha utilizzato come una bomba a orologeria da far esplodere nel momento che più gli conveniva, per affondare uno dei suoi più temibili concorrenti politici». «Sì, perché un fatto è certo - scrive ancora l'ex pm -, mai ho barattato favori con D'Adamo. Il nostro era solo un "arcinoto" rapporto di amicizia e di proficuo rapporto di lavoro con mia moglie». E a questo proposito, Tonino ne approfitta per ricordare «che è ancora debitore verso lo studio di mia moglie di alcune parcelle in sospeso, che sarà bene recuperare)». Biancaneve conclude la sua storia ricordando la sua «molisana testardaggine di aver voluto condurre in porto l'inchiesta Mani pulite anche se vi erano coinvolte persone da me conosciute». In attesa del principe azzurro, all'ex pm sfugge un sospiro amaro: «Viva l'amicizia!» Raffaella Silipo «D'Adamo? Una mela avvelenata. Aspetto il principe azzurro» L'ex pubblico ministero di Mani pulite ed ex ministro dei Lavori pubblici Antonio Di Pietro
Luoghi citati: Roma
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