Non passa il decreto sull'lrpinia

Sabato la scadenza, il governo Prodi deve ricorrere alla legge ordinaria Sabato la scadenza, il governo Prodi deve ricorrere alla legge ordinaria Non passa il decreto sull'lrpinia De Mita: vicenda torbida, avrei votato contro ROMA. Ciriaco De Mita canta vittoria. E, con lui, il Polo e la Lega. D decreto del governo per la ricostruzione delle aree campane colpite dal terremoto dell'80, contro cui si batte l'ex segretario de, ieri non ha superato lo scoglio della Camera. Sabato prossimo scadrà, e Prodi dovrà ricorrere alla via ordinaria del disegno di legge per evitare il pignoramento di alcuni beni dello Stato, richiesto dalle imprese che non sono state saldate da Comuni e Regioni. La maggioranza ha approvato la costituzionalità del decreto, ma in precedenza era mancato per ben due volte il numero legale. Per questo motivo, capita l'antifona, a nome della Sinistra democratica Mario Guerra ha chiesto e ottenuto, con l'assenso tacito del governo, l'inversione dell'ordine del giorno: un modo per schivare altri incidenti. Alla fine, il più soddisfatto era lui, De Mita, critico sia sulla costituzionalità del decreto, sia sul merito del provvedimento. In aula, l'ex leader de è andato giù pesante contro il go- verno, definendo «torbida» la vicenda e ricordando che, in contrasto con le direttive della Corte Costituzionale, il decreto era stato reiterato già tre volte. Ma poi, fuori da Montecitorio, De Mita s'è sfogato, sottolineando come i finanziamenti previsti fossero diretti solo verso il Napoletano: «Hanno fatto uno scandalo sull'lrpinia dove lo scandalo non c'era. Invece a Napoli, dove lo scandalo c'era...». Secondo l'uomo di Nusco, in quest'occasione «il governo s'è fatto trascinare dalla spinta del sindaco di Napoli (Bassolino, ndr). Volevano adottare provvedimenti eccezionali senza averne la forza. In Parlamento il dissenso era vasto, non c'ero soltanto io contro. Insieme alla collega De Simone avevo chiesto di escludere dagli accordi le imprese che si erano macchiate di fatti penalmente rilevanti anche in occasione dei bandi di appalto. Ma non hanno avuto coraggio, perché sapevano che avrebbero dovuto prendere atto che lì tutti avevano preso tangenti. E dunque era scandaloso che il governo riprendesse il provvedimento con queste modalità». Anche il pidiessino Sergio Sabbatini, relatore del decreto, a Montecitorio non ha dato tutti i torti all'ex leader de: «Gli hanno mandato un avviso di garanzia per l'Irpinia e poi i soldi li indirizzano a Napoli. Quando in aula è saltato tutto, io sono andato dal ministro Bogi e gli ho detto: «Bravi, ima grande manovra. Avete ottenuto l'inversione dell'ordine del giorno, e sabato scade il decreto...», [c. t.) L'ex presidente del Consiglio Ciriaco De Mita

Luoghi citati: Napoli, Nusco, Roma