Per gli amori luci e colori

Per gli amori luci e colori Per gli amori luci e colori certi vegetali, tossici anche in minima concentrazione. Il lichene non è certo una dieta usuale per un mammifero, tant'è che solo le renne per quel che ne sappiamo ricorrono a questa fonte di cibo, ma la Cina è avvezza agli animali eccentrici, dal momento che poco lontano da qui abita l'unico esempio di orso vegetariano, il panda, dedito alla canna di bambù, verdura ugualmente poco appetita da altri animali. Ma il lichene è un cibo povero, che garantisce la sopravvivenza soltanto se ingerito in grande quantità, equivalente per la nostra scimmia a 840 grammi al giorno. L'effetto collaterale di tale dieta è che la velocità di crescita di un lichene è incredibilmente lenta: 15 anni, secondo i calcoli di Kirkpatrick, il che costringe le scimmie a spostarsi di continuo su un territorio molto vasto. La struttura sociale tipica dei languridi è la famiglia poligamica, formata da un maschio, le sue numerose femmine e i loro figli. La scimmia dal ■ naso camuso dello Yunnan in I un certo senso ha allargato il concetto, perché più famiglie (per l'esattezza da 15 a 18) vivono insieme per un totale di circa 175 animali. Immaginateli tutti insieme sui rami degli abeti a far man bassa di licheni e avrete un'idea che non si tratta proprio di una situazione usuale. La truppa rimane compatta anche negli spostamenti e durante le ore del riposo notturno. Sebbene i primati tendano a vivere in grandi gruppi, perché queste particolari scimmie stiano insieme in così gran numero non è ben chiaro; però il gregge è una misura antipredatoria come ben sanno le pecore (in mezzo a tanti individui la probabilità di ess'erè catturati diminuisce), in secondo luogo la distribuzione del lichene in vasti appezzamenti promuove la formazione di grandi gruppi piuttosto che di piccole unità familiari. Fatto sta che per mantenere saldi i legami all'interno del gruppo le scimmie dedicano il 10% del tempo a spulciarsi l'una con l'altra senza barriere fra le famiglie. Evidentemente il vantaggio di stare insieme supera di gran lunga i costi, che Kirkpatrick da bravo ecologo ha calcolato al centesimo, con la precisione di un cambusiere. Una dose quotidiana di 840 grammi per individuo corrisponde a un totale di 160 chili di lichene per tutta la truppa, che implica uno spostamento di 1 chilometro e mezzo su una superficie di 0,8 ettari al giorno. In un anno fa 3 chilometri quadri, da ricavare, tenuto conto dei tempi di rigenerazione del lichene, in un territorio di 25 chilometri quadrati che costituisce più o meno la proprietà privata di ogni gruppo. Ed ecco che si arriva al punto cruciale della storia: come avrete già capito la scimmia dal naso camuso dello Yunnan non è un animale comune. Sì e no ne rimangono circa 2000, un numero che non fa ancora scattare un campanello d'allarme se rimane tale, ma che indica che la popolazione è a rischio, perché è profondamente legata a un ambiente fragile. Per vivere ha bisogno di grandi estensioni, di quelle precise foreste di conifere dove cresce il lichene Bryoria. Ma il recente sviluppo economico della Cina, che tanta ammirazione suscita in Occidente, comporta una massiccia distruzione dell'ambiente. Nelle zone più remote le foreste sono una risorsa che garantisce quel qualcosa di più di un piatto di riso a cui legittimamente oggi ogni cinese aspira; però a farne le spese sono le specie rimaste «intrappolate» durante la loro evoluzione nelle valli delle montagne himalayane e perciò uniche di questi posti. Anche la foresta dello Yunnan della nostra scimmia, nonostante faccia parte di una riserva, è entrata in un piano di abbattimenti per sostenere l'industria del legname. Il piano è poi stato congelato per intervento di alte personalità dello Stato, fra cui il ministro della Scienza e tecnologia di Pechino. Kirkpatrick guarda fiducioso a questo intervento come a un segnale di cambiaménto di rotta nella tutela dell'ambiente in Cina. Se fosse vero, avremmo una ragione in più di ammirazione. Maria Luisa Bozzi MIMETIZZATE fra la sabbia e i sassolini, le seppie (Sepia fillousci, un tempo chiamata Seppia officinalis) passano la loro giornata nel substrato morbido, per divenire attive verso le ore notturne. Allora vanno a caccia di crostacei, uova e pesciolini. Animali predatori, hanno sempre un occhio vigile che le avverte se si avvicina una vittima. In questo naso il dorso e le braccia sono percorse da un'onda di colore e il loro corpo si presenta a fasce longitudinali a macchie nere. La seppia poi scivola sulla sabbia, spinta dall'acqua espulsa dall'imbuto e si av- mmmmmmmm vicina alla pre- llWÉllllllIll da. Giunta alla distanza giusta, le braccia prensili scattano con una rapidità e un'abilità straordinaria e la afferrano con le estremità. Fa quindi scomparire nelle tasche i due tentacoli più lunghi, mentre le altre otto braccia immobilizzano la Vitti- «BiimnMnmiBBii h iNel periprodrimanavvingqualchfino alladella fe «BiimnMnmiBBiima che viene portata alla bocca e triturata dalle rubuste mascelle cornee a forma di becco di pappagallo rovesciato. Se qualcuno la molesta o se viene attaccata si difende emettendo una nuvola di inchiostro, prodotto da una ghiandola impari dell'intestino terminale ed espulso attraverso l'imbuto. Secondo studi recenti sembra che il nero di seppia non abbia solo funzione mimetica, ma che riesca anche ad annullare l'olfatto dei predatori. Per spostarsi usa le pinne laterali, che ondeggiano scintillando di colori e talvolta si aiuta con le braccia inferiori utilizzate a rao' di remi. Procede all'indietro utilizzando l'acqua espulsa violentemente dall'imbuto. L'epidermide, sottile e trasparente, è ricca di ghiandole. Vi è, inoltre, un derma pluristratificato gelatinoso nel quale si trovano i cromatofori. E' appunto dalle contrazioni e dilatazioni di questi che si sviluppa tutto un gioco di disegni e colori, mentre gli iridociti degli strati epidermici più profondi, rifrangendo i raggi luminosi, danno luogo al caratteristico colore madreper- Nel periodo riproduttivo rimangono avvinghiate, qualche volta fino alla morte della femmina riodo uttivo gono hiate, e volta a morte mmina laceo. Le linee assumono un disegno diverso a seconda che l'animale nuoti attivamente su un fondo scuro o chiaro o con macchie nere se viene disturbato. Nel periodo della riproduzione la seppia assume una serie di vistose linee zebrate marrone e viola sul dorso, mentre la parte ventrale è macchiata di blu-verde. Le colorazioni fanno da richiamo ai maschi. Nel periodo degli amori le seppie femmina salgono a frotte dalla profondità verso la superficie. La luce emanata dai loro corpi fa da richiamo ai maschi che accorrono rincorrendo la femmina e attaccandosi ai tentacoli. Quando avviene l'accoppiamento i due corpi si trovano l'uno di fronte all'altro. Le braccia si intrecciano come due mani con le dita incrociate. Quindi le spermatofore vengono trasferite nella borsa copiatrice fem minile. La coppia rimane unita a lungo, a volte fino alla morte della femmina, poiché le uova vengono deposte dopo varie ore. Ogni uovo esce dall'imbuto e, giunto sulla punta dei tentacoli, viene fissato su un'erba, un corallo o su una pianta acquatica. A volte si tratta di più di 500 uova mature dalla forma di grappolo, tanto da essere chiamate «uva di mare». Gli occhi sono muniti di iride, di un cristallino e hanno un certo potere di accomodamento. Sorprendente è la capacità di percepire la direzione del piano di polarizzazione della luce il cui meccanismo non è ancora stato spiegato. Si sa però che l'intensità dalla luce è percepita nella seppia comune da ben 70 milioni di cellule visive (nell'uomo ve ne sono 50 milioni). Gli occhi sono in grado di riconoscere il giallo e il blu. Le seppie un tempo venivano usate in campo medico (di qui il termine officinalis) poiché si riteneva che le loro carni fossero afrodisiache e le uova servissero a curare asma e infezioni oculari. Il nero di seppia era usato nell'industria dei colori. Franca Fabris

Persone citate: Franca Fabris, Kirkpatrick, Maria Luisa Bozzi

Luoghi citati: Cina, Pechino