Ma può El Nino dal Pacifico influire sulla nostra estate?

Ma può El Nino dal Pacifico influire sulla nostra estate? Ma può El Nino dal Pacifico influire sulla nostra estate? Correnti oceaniche calde • Correnti oceaniche fredde Iclimatologi annunciano un'estate molto calda, con conseguenti situazioni meteorologiche come alluvioni, allagamenti e anche siccità con temperature molto elevate. Come causa indiretta di tutto questo si è parlato di «El Nino», fenomeno ricorrente che si manifesta lungo le coste Pacifiche del Sud Anerica. Di che si tratta? «El Nino» è un riscaldamento anomalo delle acque oceaniche che provoca modifiche strutturali al flusso regolare e quasi costante delle correnti fredde di Humboldt o del Perù. Circa la genesi di questo riscaldamento, studi approfonditi di scienziati americani e inglesi fanno ritenere che l'innesco saltuario sia favorito dall'attività vulcanica sottomarina. I pescatori peruviani, che per primi intorno al XVII secolo scoprirono questa corrente, la chiamarano «El Nino», denominazione che deriva da Bambino, intendendo il Bambino Gesù poiché questo fenomeno irregolare ha inizio intorno a Natale. E' una corren¬ te che si origina nell'Oceano Pacifico fra la Papuasia Nuova Guinea e la Micronesia e scorre fino alle coste del Perù, attraversando tutto l'Oceano. La sua frequenza è ad intervalli di 3-8 anni, specie quando il mare a Nord della Nuova Guinea raggiunge temperature superiori a 30°. In termini generali, è noto che le correnti marine o oceaniche sono flussi o movimenti di masse d'acqua che si spostano orizzontalmente con moto regolare e quasi costante. Questi trasferimenti sono principalmente dovuti alla diversa densità delle acque, alla salsedine, alla loro differente temperatura, alla spinta dovuta all'attrito delle correnti atmosferiche sulle acque e all'effetto dinamico della rotazione terrestre. Le correnti marine equatoriali, relativamente più calde e salate, risalgono verso le latitudini più fredde come la Corrente del Golfo mentre quelle antartiche più fredde e pressoché dolci, scendono dalle latitudini più alte verso l'equatore come la corrente del Perù. In realtà la Un riscaldamento delle acque al largo delle coste sudamericane viene sospettato di poter modificare il clima globale UBICAZIONE E DIREZIONE DELLE PIÙ' IMPORTANTI CORRENTI MARINE CON CIRCOSCRITTA L'AREA D'INFLUENZA DEL NINO pesca delle acciughe al largo delle coste del Perù dipende molto dalla risalita verso le coste delle acque fredde e profonde, apportatrici in superficie del plancton, elemento base nutritivo. Quando ciò non succede si hanno indubbie ripercussioni sulle abitudini alimentari dei pesci, compromettendo in parte l'industria ittica nel Perù. Per avere una conferma del fenomeno è sufficiente raffrontare le statistiche di questo secolo dove lo scarso regime di pescosità peruviano coincide con la presenza del «Nino» nell'Oceano Pacifico e le estati più calde verificatesi sulla Terra negli anni 1909 - 1983 - 1987 1988 - 1990. Ora, per spegnere insensati allarmismi, ciò che potrà accadere nelle zone del Pacifico interesserà marginalmente le nostre regioni sia per distanze geografiche che per conformazione geomorfologica. E' indubbio però che «El Nino», come ha dimostrato nel passato, partecipa in parte attivamente al processo di riscaldamento globale del nostro pianeta con mutamenti delle caratteristiche fisiche e dinamiche delle masse d'aria e variazioni dei venti, delle piogge e della siccità. L'atmosfera terrestre è un sistema interattivo. Le masse d'aria e le condizioni atmosferiche di una zona non possono essere considerate come entità a sé stanti, poiché modifi¬ candone una parte viene modificato il tutto. Le oscillazioni climatiche possono essere causate dagli eventi atmosferici di altre regioni, e viceversa. Potremo quindi attenderci anche noi sul nostro continente temperature elevate ma non tali da provocare come nel passato siccità in Australia e riduzione della circolazione monsonica nel Sud-Est asiatico. Giorgio Minetti Nuovo esperimento verificherà la teoria del Big Bang UN telescopio in fondo al mare, per catturare neutrini ad alta energia. E' un progetto che ha già trovato al largo delle coste greche, nella «fossa di Matapan», dove il Mediterraneo tocca quattromila metri di profondità, un principio di realizzazione: ma promette sviluppi anche più importanti, a livello internazionale, indicati in un convegno di fisici che si è tenuto di recente a Taormina e che ha trovato tutti i ricercatori d'accordo nel valutare positivamente non solamente l'idea (avanzata dai russi Markov e Zheleznykh nel 1960) ma anche le possibilità interdisciplinari di un rivelatore che sfrutti una «vasca» naturale di un chilometro cubo di volume, evidentemente realizzabile soltanto in mare. La collocazione nel Mediterraneo pare ottimale, perché si tratta di un mare di acque lim-

Persone citate: Gesù, Giorgio Minetti, Humboldt, Markov

Luoghi citati: Australia, Nuova Guinea, Perù, Taormina