VA IN ONDA LA NATURA di Claudio Gorlier

VA IN ONDA LA NATURA VA IN ONDA LA NATURA l\lf:itur\ integrale delcrxnde poema di luchezk) dal h luglio su radio tre: ln'opera che dal rinascimento in poi 11a atiluversaro letteratura, filosofia e scienza. ispirando (mordano bruno Al Campiello squilla Tini MONTAIGNE, R\( IONI : E NEWTON, POETI IL E I TOPARDl. I N INNO ALIA VITA E Al ,1 TOMO 01IE SI LIBEIU DAL DOMINIO DEGLI DEI E OSA (TARDARE IN FACCIA LA MORTE. ANACLETO VERRECCHIA, CON UN'INTERVISTA A FRANCO CORDELLI. A PAGINA 2 IN-CIN con Tim. Con il «servizio di messaggistica ScripTIM» i clienti del telefonino GSM potranno «scegliere il personaggio che hanno trovato più interessante nell'ambito dei cinque finalisti» del settembrino premio Campiello. Eraldo Affinati, Daniele Del Giudice, Marta Morazzoni, Enrico Pellegrini, Elisabetta Rasy sono avvertiti: nella loro estate i loro nomi potrebbero riempire, più delle zanzare sulla Biennale, il cielo della Laguna. Già, perché il GSM TIM ha tre milioni di clienti, che sono stati invitati ad acquistare, con il 25% di sconto, i titoli in cinquina e a votare digitando e polliciando sui tasti del telefonino (chissà chi ci sarà dall'autre coté a raccogliere i voti? Cibotto, Torno, Maraini?). Il rondò dei voti-telefonino partirà il 15 luglio e durerà fino al 31 agosto e i telefonanti potranno conoscere tempistica e impulsistica, attraverso una campagna di poster promozionali. Così voteranno «il personaggio che hanno trovato più interessante». Naturalmente anche fra i Tim-votanti ci sarà un vincitore. Anzi 10. Tirati a sorte che se ne andranno in week-end a Venezia a vedere la serata conclusiva. Ricordiamo, di sfuggita, a TIM e ai votanti-Tim, che dietro (o davanti?) ai «Personaggi» ci sono cinque libri: Campo del sangue (Affinati), Manie (Del Giudice), Il caso Courrier (Morazzoni), La negligenza (Pellegrini), Posillipo (Elisabetta Rasy). NicoOrengo MISTERIOSO Lucrezio, solitario, epicureo, erotomane. Morto suicida e pazzo per filtro d'amore come vorrebbe farci credere San Girolamo? _ Sono ignorante di letterature antiche e quando nel tempo d'inverno prendo tra le mani un testo immenso come Storia naturale di Gaio Plinio Secondo mi ci perdo dentro con grande piacere. Ma questo De rerum natura di Tito Lucrezio Caio è trattato filosofico, poema epico-avventuroso, scienza? Tutto questo ma anche di più: lo leggo gustando i versi e la cadenza e mi dolgo di non sapere il latino, anche se ad orecchio intuisco la grandezza e la forza di questa lingua madre di altre lingue. Anche del mio dialetto. Una cosa mi pare di capire da questa lettura: che Lucrezio non era uomo da farsi influenzare da filtri d'amore e di morire suicida dopo essere stato preso da pazzia amatoria, e in questo stato aver scritto il suo poema. Forse chi supponeva così, Svetonio o Stesi sull'erba morbida presso un ruscello sotto i rami di un albero alto San Girolamo, era rimasto sconvolto dalla sublime lucidità di questo «materialista» che con i suoi versi insegnava come si dovessero placare le passioni, annullare le sofferenze, togliere dalle coscienze il timore degli dei e della morte. Nei boschi tra le mie montagne c'è un bivio di strade antiche dove un rifugio per boscaioli e pastori porta sull'architrave questa scritta: Datur Hora Quieti. «Ci sia concesso di riposare», non so se è un verso di Lucrezio o di Catullo o di Virgilio o di un latinista del Rinascimento, ma mi pare lucreziano nella sostanza: «... E dunque vediamo che alla na¬ tura del corpo sono necessarie / assolutamente poche cose, quelle che tolgono il dolore, I e sono tali che possono anche procurare molte delizie; I né la natura stessa talvolta richiede cosa più gradita I.... / quando tuttavia, familiarmente distesi sull'erba morbida, i presso un ruscello, sotto i rami di un albero alto, ! con tenui mezzi ristorano giocondamente i corpi; I ... (Libro II, 20-25 e 29-31). Sono versi da tenere presenti in queste vacanze estive; ma anche agli uomini di potere Lucrezio sa ben dire la sua: «... Ma nulla è più piacevole che star saldo sulle serene re¬ gioni i elevate, ben fortificate dalla dottrina dei sapienti, ! donde tu possa volgere lo sguardo laggiù, verso gli altri,, e vederli errare qua e là e cercare, andando alla ventura, I la via della vita, gareggiare d'ingegno, rivaleggiare di nobiltà, I adoprarsi giorno e notte con soverchiarne fatica/per assurgere a somma ricchezza e impadronirsi del potere. 10 misere menti degli uomini, o petti ciechi! i ... (Libro II, 7-14, la traduzione è di Francesco Giancotti, in «Grandi libri» Garzanti). Pessimista, concreto, seguace di Epicuro, scettico, polemico, amaro ma soprattutto grande poeta che sa anche essere ottimista nell'accettare la natura che, alla fine, con le sue forze, distrugge l'uomo e i! mistero che avvolge la vita. Mario Rigoni Stern P_ ARECCHI anni or sono Ernest Hemingway, che aveva venduto i diritti di traduzione in italiano a Einau, i di, li ricedette alla Mondadori. Con maliziosa eleganza, Einaudi non lo chiamò in giudizio, ma pubblicò Torrenti diprimavera, che Hemingway aveva ripudiato e non voleva più vedere in circolazione. Con Jerome D. Salinger il caso è l'orse più lineare, e questo Hapworth 16, 1924 (titolo lasciato in originale) viene appropriato dal misterioso editore Eldonejo, traduttrice Simona Margherini, precedendo Einaudi. Sta di tatto che Salinger latita da decenni, e questo breve testo (pp. 152, L. 25.000) era già apparso sul New Yorker nel 1965. La rivista era allora al suo apogeo, e va osservato che l'ambiente, i personaggi - borghesia medio alta, opulenta, raffinata, magari snob - peculiari degli scrittori che vi collaboravano, costituivano, secondo molti, l'ideale spesso irraggiungibile dei suoi lettori a loro volta piccolo e medio borghesi, intellettuali. La famiglia Class, singolare incrocio ebraico-irlandese, creata da Salinger nei Nove racconti, e poi in Franny e Zooey, in Alzate l'architrave, carpentieri, rientra perfettamente nel quadro. Mentre II giovane Holden - romanzo intriso di gergo studentesco - è un caratteristico drop out, i genitori Class sono gente di spettacolo, e tra i sette fratelli, Seymour è poeta e pensatore, professore universitario, Buddy scrittore e autentico guru. Seymour, reduce dalla seconda guerra mondiale, si uccide, e nella seconda parte di Alzate l'architrave, carpentieri Buddy gli rende un intenso tributo. Ora accade l'opposto: il lungo racconto consiste in una lettera che Seymour, a sette anni, appunto nel '24, spedisce ai suoi da un campeggio estivo eli vacanze. Buddy vi appare soltanto quale affettuoso comprimario, mentre vi figurano Miss Overman, la sovrintendente, e l'amico Griffith Hammersmith, intelligente ma goffo e che fa la pipi a letto (problema, abbiamo appreso, che affligge anche il grande campione Ronaldo). Nella prosa tersamente letteraria, caratteristica del secondo Salinger, Seymour dapprima descrive la vita di tutti i giorni, registra le sue pulsioni sessuali per Miss Overman, tra l'altro incinta, poi passa a una richiesta di libri che rivelano i suoi immensi interessi, dal Don Chisciotte a Proust, a Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, un evidente modello, assunto e al tempo stesso rimescolato. Decisivo, però, sembra il flirtare di Seymour con il buddismo zen. Qui, senza ombra di dubbio, Seymour si conferma vistosamente il doppio di Salmger, della sua propensione al balzo spiritualistico che molti critici hanno visto alla radice della sua scelta di scomparire e di smettere di scrivere. L'ideale supremo dello zen consiste nel silenzio, nel ripudio del linguaggio, persino del gesto. Si spiegherebbe così, allora, il mistero della latitanza dello scrittore. Perché Seymour, chiaramente uno sbalorditivo, precocissimo genio, si ucciderà da adulto? Perché Salinger tace? Credo che un'ipotesi avanzata ai tempi di Franny e Zooey da Mary McCarthy regga e si confermi dopo la lettura di Hapworth 16, 1924: la coincidenza tra lo zen e l'estremo narcisismo dello scrittore. L'acqua, lo stagno, sono motivi ricorrenti nella sua opera: il Narciso Salinger vi è caduto, o ha scelto di balzarvi dentro. Claudio Gorlier

Luoghi citati: Posillipo, Venezia, Virgilio