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Piccole vittime Piccole vittime Da Di Matteo a Nicitrajr una lunga scia di sangue ROMA. Dal figlio di Santino Di Matteo, Giuseppe, di 11 anni sequestrato a Palermo per mesi, poi strangolato o sciolto nell'acido, alla sparizione, a Roma nel giugno del '93 del piccolo Domenico, sempre di 11 anni, figlio di Salvatore Nicitra, le vendette trasversali della mafia non hanno risparmiato negli anni neanche i bambini. E' lunghissima la lista delle piccole vittime delle vendette, degli attentati, delle guerre di mafia, combattute in tutt'ltalia. Bambini rei di essere figli di un rivale o involontari testimoni di qualche delitto o, assoldati in una gang proprio perché minori e quindi non perseguibili, e poi resisi rei di uno «sgarro» e quindi puniti, o, vittime casuali di un'autobomba, come Nadia e Caterina Nencioni (8 anni la prima e solo 2 mesi la seconda), morte con i genitori nell'attentato di «terrorismo mafioso» di via dei Georgofùi, a Firenze; o come i gemelli Spada, sei anni, saltati in aria con la mamma mentre andavano a scuola, nell'attentato al giudice Carlo Palermo, a Trapani. Del resto - ha raccontato il pentito La Barbera - discutendo dell'organizzazione di un attentato poi non portato a termine nel quale si rischiava di fare vittime innocenti, Riina avrebbe osservato: «A Sarajevo muoiono tanti bambini, perché ci dobbiamo preoccupare noi?». Se poi bambini, o poco più, entrano in una banda, perché non «punirli», come punisce la mafia? Come è accaduto a Letterio Nettuno, 14 anni, sparito nel gennaio '91 mentre andava in giro in motorino a Reggio Calabria. Il ragazzino - ha raccontato un pentito - aveva fatto da «palo» in un agguato a un boss. L'agguato era fallito, ma lui era stato visto dalla vittima designata e fatto rapire, torturato, sgozzato. [Ansa]