«Oscar», lupo presidenziale di Filippo Ceccarelli
Politici e bestie: fra satira e storia. Un cucciolo «battezzato» come Scalfaro Politici e bestie: fra satira e storia. Un cucciolo «battezzato» come Scalfaro «Oscar», lupo presidenziale CERIMONIA assolutamente sciamanica - con la dovuta partecipazione di animali totemici ed evocazione di antenati mitici - ieri al Parco nazionale d'Abruzzo. I cui dirigenti, con gesto di cui non sfuggirà la portata simbolica, hanno voluto intitolare al presidente della Repubblica un cucciolo di lupo appenninico che verrà chiamato, appunto, «Oscar». «Vi ringrazio di questo pensiero - ha subito commentato Scalfaro in visita a Pescasseroli - perché un mio grande predecessore che ebbe la bontà di volermi sempre molto bene, Sandro Pertini, ha lasciato qui il nome a un orso che voi avete chiamato "Sandrino" in suo onore». Dopo il plantigrado marsicano, quindi, il lupacchiotto presidenziale. «Ai miei successori non voglio pensare - ha quindi avvertito Scalfaro - perché poi vi rimangono i cervi, che creano qualche problema...». Per via delle corna, prevedibilmente, anche se il cervo è in realtà animale nobilissimo, celebrato nell'iconografia cristiana. In ogni caso, ha concluso il Capo dello Stato rivolto ai dirigenti del Parco, Pratesi e Tassi, «voi avete anche le aquile per cui potete cavarvela con spazi più solenni e meno impegnativi». Meno impegnativi, veramente, fino a un certo punto, se si pensa che da Roma antica a Washington l'aquila è l'emblema dell'Impero. Ma pure il lupo, come retaggio leggendario e primordiale, non scherza. Per cui, anche senza entrare nella dimensione magica - se cioè il sicuro istinto e la vista al buio dell'animale si siano trasfusi nel presidente o viceversa - varrà giusto la pena di ricordare Romolo e Remo e i selvaggi riti Lupercalia. Prima di loro Zeus lupo e il tiranno Lycaion; e dopo Gengis Khan, anch'egli rivendicando la propria discendenza totemica dai lupi della steppa. La Pivetti, in compenso, che ha posto come simbolo della sua Italia Federale un orsetto, può consolarsi con il 'Sandrino' pertiniano del Parco d'Abruzzo. Dove, decisamente, sarà difficile reperire qualche serenissimo leone, e ancora più difficile alato e con il Libro (o la spada) nella zampa o pugno che sia. Il tutto per dire che saldissimi vincoli seguitano a tenere uniti il mondo politico e quello animale. Vincoli ancora oggi più profondi, continui e misteriosi di quanto s immagini. Tornando a Scalfaro, per esempio, non è la prima volta che gli viene intitolato un canide. Alla fine del 1994 - non s'è mai capito bene perché - il senatore missino Misserville battezzò «Oscar» un suo cagnone pseudo-San Bernardo: «Se scopro che è d'accordo con i ladri - minacciava lo rimando al canile». Mentre nel 1992, dopo una specie di safari fisiognomico commissionatogli a Montecitorio, l'etologo Massimo D'Adamo identificò nel futuro Capo dello Stato un uccello rapace, il Nibbio bianco. Ma è acqua passata. Conclusa infatti la stagione proporzional-partitocratica della «balena bianca», dell'«elefante rosso», e poi anche della «pantera rosa» e del «gatto verde» - non a caso raccontati nei «Bestiari» di Giampaolo Pansa -, era ormai il tempo degli annuali di riferimento urunominali e personalizzati: il «Cinghialone» Craxi, lo «Squalo» Sbardella, il «Topolino» Amato e Occhetto «Paperello». Si stava schiantando il potere di Forlani, il «Coniglio Mannaro», e soprattutto di quell'Andreotti che in quasi mezzo secolo aveva suscitato le più varie e sinistre identificazioni totemiche: volpe, ragno, pipistrello, biscione (quest'ultima dovuta al povero Pecorelli). Arrivavano intanto il «rospo» Dini (che pure alla senora Donatella pareva piuttosto un «cocker non bello, ma tanto simpatico») e il «Pecora» Buontempo. Dalla tartaruga Ugo La Malfa, nel giro di vent'anni, Forattini era arrivato al bruco Veltroni. Ma non ancora appagati da tanto zoo, ai dirigenti del Parco pareva un'idea graziosa di chiamare "Oscar" un lupetto. Che se c'era Cossiga, magari, lo metteva pure sullo stemma della Repubblica. Filippo Ceccarelli Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro ha concluso ieri la sua visita in Abruzzo
Luoghi citati: Abruzzo, Italia, L'aquila, Pescasseroli, Roma, Washington
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- FRA MAGIA E STREGONERIA
- Non si mangia il gelato in boutique
- Particolare significato oggi nelle celebrazioni del 25 aprile
- Le posizioni dei partiti per il divorzio
- Divorzio e governo
- Nascita di Marconi
- Come trattare sul divorzio
- A «Lascia o raddoppia?» il primo campione?
- ANDREOTTI PROPONE IL MONOCOLORE DC ANCHE SENZA APPOGGI
- Totti nemmeno convocato, Bobo Ú in dubbio
- Grazie Juve, grazie Brady
- A colloquio col più famoso detective di Francia e con l'italiano che egli salvò dalla ghigliottina
- Tre domande a Capanna
- Ticino, la minaccia è svizzera
- Internet, istruzioni per l'uso
- Non bastano pelliccia e permanente per fare d'un ex uomo una donna vera
- un po'di fantascienza
- FRA MAGIA E STREGONERIA
- Non si mangia il gelato in boutique
- Particolare significato oggi nelle celebrazioni del 25 aprile
- 4 TERRORISTI MORTI UNO FUGGE TUTTI GLI OSTAGGI SONO VIVI ?
- Ci sono 130 mila siciliani, 100 mila calabresi, 80 mila campani e abruzzesi
- La tragedia della transessuale Richards
- Forse altri quattro ufficiali coinvolti nella "trama nera,,
- I rigori sono fatali alla Juve decimata
- Vacanze di Pasqua sotto la pioggia e con due lievi scosse di terremoto
- Due gocce di sangue possono fare piena luce sull'omicidio
- Polonghera, Sommariva, Montafia e Cuneo piangono quattro giovani coppie di sposi morti nell'incendio
- Carabiniere tenta di disarmare una guardia: entrambi feriti
- Grazie Juve, grazie Brady
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy