D'Alema rilancia la «cosa 2» di Alberto Rapisarda

Ieri vertice a Botteghe Oscure, oggi l'unificazione socialisti-laburisti Ieri vertice a Botteghe Oscure, oggi l'unificazione socialisti-laburisti D'Alenici rilancia la «cosa 2» Ma potrà nascere solo dopo il voto di novembre 'P? ROMA. «Che bocca grande che hai, nonnina mia», bisbigliò Giuliano Amato all'orecchio di Massimo D'Alema, con una vocina in falsetto da improbabile Cappuccetto rosso. Era il 2 luglio del 1996. Un anno fa, in gran pompa, nella sede della stampa estera a Roma si celebrava il fidanzamento tra il condottiero che aveva organizzato la vittoria elettorale del centro-sinistra e uno dei pochi ex dirigenti socialisti ancora sulla scena e politicamente spendibile. Nei piani di D'Alema, «il dottor sottile» avrebbe dovuto diventare il capo del nuovo partito che aveva in mente. Che avrebbe potuto chiamarsi «Sinistra democratica europea» ed avere come simbolo la rosa nel pugno dei partiti socialisti d'Oltralpe. Sembrava una meta vicina. Il nuovo partito l'avrebbe dovuto partorire il congresso del pds del febbraio '97 per poterlo sperimentare alle elezioni amministrative di primavera. Il congresso non se ne occupò (e Amato si tirò indietro), ma chi era vicino al segretario assicurava che a giugno il nuovo partito sarebbe nato. A giugno sarebbero dovute accadere tante cose. Per esempio, sembrava assai probabile che Prodi sarebbe stato sostituito a Palazzo Chigi con un governo di «larghe intese». Invece, Prodi è ancora al posto suo e il nuovo partito della sinistra non è ancora nato. Ne riparliamo ad ottobre, si diceva a Botteghe Oscure. Poi il contrordine: non prima delle elezioni comunali di novembre, altrimenti gli elettori non ci capiranno più niente. Magari, proviamoci all'inizio del 1998. A questo punto, il socialista Giorgio Ruffolo, estenuato, ha posto un ultimatum: o si conclude il matrimonio entro l'anno oppure lasciamo perdere e amici come prima. Il progetto iniziale, nel frattempo, è diventato così confuso, contraddittorio ed incerto da meritarsi l'ignominioso appellativo di «Cosa 2». Ora, Massimo D'Alema ha deciso di riprovarci seriamente, anche se le speranze non sono più quelle di un anno fa. Ieri si sono riunite le forze politiche che dovrebbero convergere nel nuovo partito, tutte molto piccole, con l'impegno di riunirsi il 22 di questo mese negli «stati generali della sinistra». Apertura di Giorgio Ruffolo, conclusione di Massimo D'Alema. Intanto, oggi si uniranno i laburisti di Valdo Spini con i socialisti di Ruffolo. Ma, quando si parla della dispersa tribù dei socialisti, va ricordato che ci sono anche quelli di Boselli e Del Turco, che si tengono fuori dalla «Cosa 2». E quelli di Ugo Intini che sono decisamente contrari. In queste condizioni, è realistico per D'Alema sperare di recuperare i dispersi voti del fu psi di Craxi? E' difficile, ma bisogna provarci. Chissà, però, se la misura per di¬ stribuire gli incarichi dirigenti sarà quella che il 27 luglio dell'anno scorso D'Alema annunciava con un'intervista all'Unità: «Fai il confronto con l'unificazione tedesca diceva all'intervistatore - con la parità del marco uno a uno». Cioè, il 50 per cento di incarichi a laici, socialisti, cattolici, ex Rifondazione, e il 50 per cento ai pidiessini. Una clausola pesante. Ma perché D'Alema è da tanto tempo alla ricerca del partito che non c'è? Perché tutti i partiti socialisti o laboristi europei che sono o sono stati al governo stanno sopra il 30 per cento dei voti. Il pds, invece, l'anno scorso si è attestato attorno al 21, quando a Botteghe Oscure contavano su un 24 per cento almeno. Un dato deludente che ha fatto capire a D'Alema che doveva concludere (dopo otto anni) la transizione dal pei alla nuova forza che sia capace di accreditarsi in prima persona presso i moderati, come partitoguida di sinistra di governo. Perché, comunque, l'ancoraggio a sinistra non si può perdere, altrimenti si lascerebbero praterie libere per le scorrerie di Rifondazione comunista La copertura al centro l'avrebbe dovuta dare, nei piani di D'Alema, il partito popolare sotto la guida di Franco Marini. Ma il nuovo segretario pare impastoiato dall'ala di sinistra e pare immobile. E spaventato dal ripreso attivismo del pds. «Se la "Cosa due" si rivelerà un espediente per ridimensionare il peso dell'ala moderata dell'Ulivo, allora è evidente che D'Alema non potrà vedere i popolari al suo fianco», avvisava ieri Severino Lavagnini, vicepresidente dei senatori del ppi. «Non cerchi di piantare un altro piccolo Ulivo sotto l'egida del pds, per poi far seccare quello più antico». E mentre D'Alema esita e il ppi frena, ci prova Berlusconi, di contropiede, a varare la sua «Cosa 2» per allargare i consensi del Polo tra moderati, ex de e socialisti. Alberto Rapisarda 'P? Qui accanto l'ex ministro Giorgio Ruffoto ora leader dei laburisti

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