Juan Carlos. non è stata una morte inutile di Gian Antonio Orighi

Messaggio del re in tv. E Aznar rinuncia a mettere fuorilegge il partito dei terroristi Messaggio del re in tv. E Aznar rinuncia a mettere fuorilegge il partito dei terroristi Juan Carlos: non è stata una morie inutile A Madrid un milione in piazza per l'ostaggio ucciso MADRID NOSTRO SERVIZIO «El pueblo unido jamas sera vencido» (Il popolo unito non sarà mai vinto). E «A-se-si-nos, A-sesi-nos, Età e H.B.», ritmato con le mani, con lo stesso ritmo che a Parigi, nel '68, si scandiva «E' solo l'inizio, continuiamo a combattere». La Spagna ieri piangeva alle 12, mentre accompagnava per l'ultima volta Miguel Angel Bianco Garrido, il consigliere popolare del paesino basco di Ermua (Vizcaya), freddato sabato scorso dall'Età, l'organizzazione indipendentista basca che ha provocato, con la sua follia omicida, la più impressionante, emotiva e sconvolgente risposta mai vista in Spagna. Ma, contemporaneamente, sempre alle 12, quando la bara di Miguel Angel, 29 anni spezzati da due pallottole calibro 22 dell'Età, i 40 milioni di spagnoli hanno fatto muro contro il terrorismo «etarra». Quaranta milioni contro 181 mila voti di Herri Batasuna (H.B.), il partito legale di Età e contro tutto il suo intorno, dal giornale «Egin» ai terroristi della guerriglia urbana di Jarrai, dal sindacato Lab all'associazione che difende i «diritti» dei 600 terroristi di Età, le «Gestoras prò amnistia». Alle 12, mentre la bara di Miguel Angel riceveva l'ultimo commiato nella chiesa di Ermua, i suoi genitori, la sua fidanzata e sua sorella singhiozzavano distrutti. C'era tutto il Regno, in quella chiesetta di un paesino di ventimila abitanti ove Età e H.B. erano fino a sabato i padroni. C'era il principe Felipe de Borbon, l'erede al trono, ricevuto con una marea di applausi. C'era il premier Aznar, che per una frazione di secondo non venne ucciso da un'autobomba di Età nel '95. E c'era, unito come non mai, tutto il Paese, che ha scioperato 10 minuti dalle 12 alle 12,10 (un'ora nei Paesi Baschi). Scene mai viste fin da quando l'Età ha assassinato 21 persone nell'87, piazzando un'autobomba nel supermercato Hipercor di Barcellona. I morti ammazzati di Età sono 817. Settecentoquarantacinque dei quali dopo il ritorno della democrazia, dopo le prime elezioni democratiche post-franchiste del '77. Da Madrid alle africane Cana¬ rie, da Barcellona a Cadice, si sono fermati tutti. I sindacati, il socialista Ugt ed il comunista Comisiones Obreras, insieme alla Ceoe, la Confindustria spagnola, avevano chiamato alla mobilitazione anti-Eta. A Madrid, nel gigantesco e popolare mercato di Ventas, dietro la «Plaza de Toros», si vedevano madri con la carrozzina, anziani, giovani con l'orecchino, lavoratori in tuta, piangere in quei dieci lunghi minuti. E silenzio, nella metropoli più rumorosa d'Europa. Un silenzio impressionante. Un silenzio che urlava «Basta ya», adesso basta. Un silenzio che valeva più di qualsiasi discorso. Prima del funerale, il premier Aznar diceva in tv (tutti i media hanno fatto un minuto di silenzio alle 12): «Con la legge nella mano, i terroristi ed i loro complici, Herri Batasuna, verranno implacabilmente perseguiti. Non dev'esserci perdono né odio (la polizia proteggeva, ieri sera, nei Paesi Baschi, le sedi di H.B., che migliaia di manifestanti furiosi volevano assaltare, ndr). Ma neppure dimenticanza. I terroristi e il suo braccio politico stanno da una parte e noi, la Spagna, dall'altra». Aznar aveva fatto capire che gli sarebbe piaciuto cambiare l'attuale legislazione antiterrorista e che H.B. (e Kas) venisse messa fuorilegge. Ma il ministro degli Interni Mayor Oreha, dopo aver incontrato tutti i partiti a Madrid, si è limitato a confermare che H.B. sarà isolata. Niente leggi speciali, almeno per il momento. Alle 19,30 sono scesi in piazza a Barcellona almeno 750 mila persone. Oltre un milione a Ma¬ drid, in un corteo capeggiato da Aznar, il socialista Gonzalez ed il comunista Anguita. Il re di Spagna Juan Carlos, alle 21,20, dalla tv, affranto ma orgoglioso del suo popolo, diceva: «La morte di Miguel Angel non è stata vana. La libertà e la democrazia trionferanno. Uniti, vinceremo il terrorismo». Gian Antonio Orighi IHp