E il Nord-Est ora vede nero «A rischio quote di mercato»

GLI INDUSTRIALI .DEL VENETO GLI INDUSTRIALI .DEL VENETO E il Nord-Est ora vede nero «A rischio quote di mercato» VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO Il superdollaro? E chissenefrega. Gli imprenditori del' NordEst, riuniti a Palazzo Falier per fare la pace con Luciano Violante, usano parole più dolci, ma il succo è quello: «I denari che perderemo comprando all'estero le materie prime li recuperemo esportando i nostri prodotti», tagliano corto. I problemi, per i vertici della Federazione Industriali del Veneto, sono altri. «Noi siamo quelli che creano la ricchezza - dice per tutti Sergio Pascucci, leader degli imprenditori di Rovigo -. Siamo stufi di combattere l'astio dei politici: a loro diamo la nostra ricchezza perché la gestiscano. E allora vogliamo essere partner, non nemici...». Meno burocrazia e meno tasse: questo è quello che conta. E se c'è una moneta che va tenuta d'occhio è il marco, magari sperando che torni a volare. Lo fa capire anche Giorgio Fossa, che alla Confraternita di San Rocco - dall'altra parte del Canal Grande presiede l'assemblea dei piccoli e medi imprenditori di Venezia: «Quando si trattava di far rientrare la lira nello Sme - spiega il presidente di Confindustria - si era indicato un cambio ideale sul marco intorno alle 1050 lire. Eppure, nonostante la difficile situazione interna, l'export italiano è ancora relativamente positivo. Questo significa che le nostre imprese continuano ad esportare grazie ai migliora menti qualitativi e l'assistenza post-vendita...». Il dollaro che sale alle stelle sorprende gli imprenditori del Nord-Est ribelle e insofferente alla burocrazia in un momento di soddisfazione politica. Il pre sidente della Camera - che ap pena un mese fa aveva sollevato un vespaio lanciando l'allarme contro le «rivoluzioni dei ricchi» - è venuto fin qui per spiegare che non ce l'aveva con l'impresa, ma con la Lega. Luigi Arsellini, il presidente degli industriali veneti, ha rice vuto Violante con tanti sorrisi ma con una cravatta che parla va da sola. «Me l'ha regalata un mio dipendente che è stato senatore con il Carroccio», racconta. La cravatta è un po' data ta, con quel Bossi disegnato da Forattini che bastona Occhetto e Andreotti, ma il messaggio chiaro lo stesso. «Il dollaro? Può creare qualche piccolo problema adesso - dice Arsellini, am ministratore delegato di una multinazionale della ceramica a Belluno - ma per il futuro non ci preoccupa affatto: quando avremo l'Euro le valute saranno stabili...». A Violante che parlava dei «tempi lunghi» della politica, Arsellini le aveva cantate chiare. «Noi non possiamo più aspettare», aveva detto, ricordando che molti imprenditori, lassù nel Bellunese, hanno già trasferito le attività produttive in Slovenia. Con il superdollaro, se Roma non si dà una mossa, molti potrebbero seguire la stessa strada. «Cercate di capire - spiega - ci sono Paesi dove il costo del lavoro è più basso, le tasse sono sopportabili, la flessibilità è una pratica comune: si fa dalla sera alla mattina. E' una scelta che dà buoni risultati, e ne darà anche di migliori se il dollaro continua così. Chi va a produrre all'estero lo fa per esportare. E lei mi insegna che quando il cambio è alto le valute crescono...». Gli industriali della nuova generazione sono un po' meno ottimisti. Giulio Paiato, leader dei giovani imprenditori veneti, non è del tutto d'accordo con il suo presidente: «Non si può pensare soltanto all'export - precisa -. Chi ha dislocato le sue unità produttive fuori confine, e qui in Veneto sono molti ad averlo fatto, ha tutto l'interscambio in dollari, e questo alla lunga può creare delle difficoltà. Specie di fronte alla sostanziale stabilità del marco: rischiamo di perdere quote di mercato...». E Nicola Tognana, figlio di Aldo, il presidente degli industrali di Treviso che tempo fa aveva comprato una pagina del «Sole 24 Ore» per denuncia¬ re i problemi del Nord-Est che lavora e fa lavorare, mette l'accento sui possibili aumenti dei costi produttivi: «Le spese energetiche si pagano in dollari - dice -. E non vorrei che questo finisse per avere delle conseguenze negative sull'inflazione...». Meno drastico Alessandro Riello, il re dei bruciatori che qualcuno vorrebbe tra i candidati alla poltrona di sindaco di Verona: «Lo dicono in tanti frena lui - anche se io non ho ancora capito con quale partito dovrei candidarmi...». Sull'im¬ pennata del dollaro, Riello prende tempo: «E' vero che la valuta americana è un punto di riferimento per quanto riguarda la politica energetica - dice -, ed è altrettanto vero che l'energia è un elemento importante nel bilancio economico delle imprese. Però l'esperienza ci ha abituato alle oscillazioni della valuta. Io non saprei fare previsioni, ma di una cosa sono sicuro: il dollaro non è un problema in più per il Nord-Est». Guido Tiberga Fossa frena «Nonostante la difficile situazione l'export tira E' il premio per la qualità» Riello : abituati alla fluttuazioni Tognana: le spese energetiche forse potranno far lievitare l'inflazione MODA CALZATURIERO VITIVINICOLO ALIMENTARE ARREDAMENTO il ài m MATERIE PRIME TURISMO [VERSO GLI USA] CEREALI TESSILE Alessandro Riello il re dei bruciatori "•—•* Che secondo alcune voci potrebbe candidarsi per la poltrona di sindaco a Verona alle prossime amministrative Qui sopra Giorgio Fossa presidente di Confindustria Qui sotto il ministro per l'Economia Carlo Azeglio Ciampi