Altro record, superdollaro ancora più su di Valeria Sacchi

La nostra moneta è solo sfiorata dalla bufera (e ne trae vantaggio sui tedeschi) La corsa del biglietto verde favorita dal boom economico americano, senza inflazione Altro record, superdollaro ancora più su Perdono quota lira e franco, vola anche la sterlina MILANO. Uno sviluppo economico che, negli Usa, prosegue senza soste e senza generare inflazione. Un'Europa dove i due Paesi trainanti, Germania e Francia, denunciano qualche difficoltà a presentarsi con i parametri in ordine all'appuntamento con l'Euro. E' il mix che ha fatto ieri esplodere il dollaro in una corsa che, di ora in ora, lo ha visto guadagnare terreno nei confronti del marco e del franco francese, e naturalmente della lira. Anche se, dalla forza del biglietto verde, la lira ha tratto a sua volta il sostegno per guadagnare posizioni sul marco. E con il dollaro, ecco ripartire sparata la sterlina. I bollettini valutari vedono Re Dollaro in pale position fin dalle prime battute e appuntano poi via via sul campo di battaglia dei mercati le bandierine dei suoi nuovi «picchi storici»: in Germania lo vediamo al massimo dall'agosto del '91, in Italia al top dal marzo '95, da quel «venerdì nero» che segnò per la nostra moneta la punta più de- pressa, con un marco oltre soglia 1274 e un dollaro a sfiorare quota 1765. E qualcuno arriva fino a ricordare che il record va conteggiato partendo da dodici anni or sono quando, era il 19 luglio del 1985, il biglietto verde (su un ordine partito dall'Eni) scalò il picco assoluto: livello 2200. La giornata si apre con il biglietto verde a 1,7775 su marco (contro 1,7608 di venerdì) e a 1725,5 (1715 venerdì) sulla lira, prosegue con un dollaro/marco a 1,7965 (appunto il «massimo») e un dollaro/lira rilevato da Bankitalia a 1739,5. Si chiu¬ de con il dollaro/marco a 1,79 e il dollaro/lira a 1735 dopo un quarto grado a 1745. A sua volta la sterlina sale oltre i tre marchi, fino a 3,0320: altro record assoluto degli ultimi sette anni, e sul finale supera verso la lira soglia 2932, dopo aver raggiunto 2954,50. Con la prospettiva del traguardo «tremila». E la lira? La lira, ovviamente, soccombe sul dollaro ma dal dollaro trae la forza per guadagnare tre punti su marco, rilevato da Bankitalia a 970,90 contro le 973,89 di venerdì scorso. La lira, insomma, viene sfiorata dalla bufera ma ne trae vantaggio. Addirittura, sebbene manchino conferme ufficiali, alcuni cambisti sospettano un intervento di Bankitalia a difesa della moneta tedesca. Non così per il franco francese che perde terreno sul marco, fino a ieri suo grande supporter. La debolezza del franco non nasce però dal caso, ma da una precisa dichiarazione del presidente Chirac che, in occasione della tradizionale intervista nell'anniversario della presa della Bastiglia, rivela che il rapporto deficit/Pil francese è attualmente al 3,5%, mezzo pun¬ to oltre i paletti di Maastricht. Del resto, sempre Maastricht è all'origine dello scivolone del marco. Non solo la Francia ha dei problemi, anche la Germania si vede costretta ad una manovra aggiuntiva per presentarsi in ordine all'appuntamento con l'Euro. Molti analisti sospettano che il ribasso della valuta, se non «accompagnato» sia tutto sommato ben visto dalle stesse autorità tedesche, dal momento che rida ossigeno ad un'industria penalizzata da anni di «supermarco». Cosicché sono in molti a credere in un rapporto dollaro/marco a 1,80. Una soglia che, secondo Klaus Friedrich di Dresdner Bank, non avrebbe ripercussioni inflazionistiche. Alla luce di queste difficoltà, i mercati stimano che l'Euro nascerà un po' più debole del inarco e quindi ne anticipano il ridimensionamento. E poiché sarà il dollaro a confrontarsi direttamente con la futura moneta europea, ecco il biglietto verde mostrare i muscoli. La corsa del dollaro, insomma, altro non sarebbe che un aggiustamento anticipato. E la stessa logica premia la lira, che da qualche tempo dimostra stabilità e nel- l'Euro (dove entrerà tra i primi) è destinata ad apprezzarsi. Intanto, anche il Btp future mette a segno un nuovo record assoluto con un balzo fino a 137,10 prima di concludere a 136,28. Tuttavia è bene ricordare che la sola Maastricht con i suoi rigidi parametri non potrebbe giustificare un ritorno alla grande di dollaro e sterlina (e più in piccolo di lira) se, dietro, non ci fossero due economie in buona salute. Quelle, appunto, degli Stati Uniti di Clinton e della Gran Bretagna di Blair. Valeria Sacchi La nostra moneta è solo sfiorata dalla bufera (e ne trae vantaggio sui tedeschi) 15/7/85 19/7/85 15/7/86 15/7/87 14/7/88 14/7/89 16/7/90 15/7/91 14/7/92 14/7/93 14/7/94 17/3/95 14/7/95 15/7/96 14/7/97

Persone citate: Chirac, Clinton, Klaus Friedrich