Moroni: noi seguiamo la via gandhiana di Giovanni Cerruti

Il premier padano rifiuta ogni collegamento tra Paesi Baschi e Nord-Est: non ci suicidiamo Il premier padano rifiuta ogni collegamento tra Paesi Baschi e Nord-Est: non ci suicidiamo Moroni: noi seguiamo la via gandhiana «La violenza farebbe il gioco di Roma» L'ex ministro dell'Interno del governo Berlusconi Roberto Maroni: è il numero due della Lega di Umberto Bossi ta al suicidio politico, non all'indipendenza». Rischio che in Italia non c'è? «Assolutamente no. A meno che lo Stato, attraverso i suoi apparati e i suoi servizi, non decida di far nascere questa strategia del terrore e della tensione. Da noi la strategia della tensione ha già qualche precedente, no?». «Non c'è altra via che quella catalana, la nostra», dice Jordi Pujol da Barcellona. E' d'accordo? «No. Se prendiamo il caso Italia la via catalana sarebbe quella dell'Alto Adige o della Val d'Aosta. Oltre che impossibile sarebbe insufficiente». E dunque quale altra via? «La via del referendum per l'autodeterminazione, la via del consenso popolare. E' questa la nostra arma, ben più potente di quelle dell'Età. Quelle armi a noi non servono, sono pericolose, dannose, inutili, farebbero soltanto il gioco di Roma. Come in Spagna quelle dell'Età». Ora e sempre sulla via gandhiana? «E' più lunga e faticosa, ma è quella che permette di vincere, di potenziare l'arma del consenso». La Serenissima impresa di San Marco non è stata un'azione propriamente gandhiana. «Abbiamo preso le distanze dal primo minuto pensando ad un'operazione dei Servizi per spingere la Lega e la lotta per l'indipendenza della Padania verso quel crinale... Ma i Serenissimi non sono figli nostri, sono figli dell'oppressione romana». Secondo lei non esiste, in Italia, o nella vostra Padania, o magari nell'effervescente Nord-Est un sia pur lontano rischio di tentazione basca? «Ci risiamo con il giochino. No, il parallelo non esiste e non esiste neppure un rischio potenziale. Altra via all'indipendenza che non sia quella democratica e del consenso è destinata al fallimento. Caso mai il rischio potrebbe essere un altro». E sarebbe? «Che al Nord un qualcuno o un qualcosa possa generare il Mostro». Cosa vuol dire? «Il rischio non è che la Lega prenda quella strada, ma che possa nascere qualche fermento radicale e violento generato da Roma. C'è chi può ritenere insufficiente l'azione della Lega...». E così nascerebbe il Mostro? «Ho letto l'intervista dello scrittore catalano Montalbàn al Corriere della Sera. Dice che in Spagna il terrorismo è figlio del regime franchista, dell'ottusità e dell'incapacità di dare risposte. Sono perfettamente d'accordo». Tradotto per la Padania? «Dico che per fortuna c'è la Lega, perché in quanto ad ottusità e risposte che non arrivano, l'incapacità di capire una società che cambia, i palazzi romani non li batte nessuno». In aprile Bossi è volato a Barcellona, non ha incontrato Pujol e però ha dichiarato che vorrebbe essere il Pujol italiano. Vale ancora? «Noi non abbiamo mai chiuso la strada del negoziato e della trattativa. Sappiamo che non puoi avere tutto e subito, quello è lo strappo. L'indipendenza la puoi avere con la contrattazione, e sarebbe utile per stemperare le tensioni che ci sono e la Lega non sempre è in grado di trattenere». Quali tensioni? «Penso alla sentenza di Venezia. Li hanno condannati e i quattro detenuti sono stati trasferiti in carceri emiliane, lontano dal Veneto. I cittadini del Nord, della Padania, sentono che Roma non solo non vuol capire. Vuole reprimere». Giovanni Cerruti

Persone citate: Berlusconi, Jordi Pujol, Pujol, Roberto Maroni, Umberto Bossi