«Quando serve alzo la voce»

Intorno Il Capo dello Stato parla anche della disoccupazione: il vero problema del Paese «Quando serve alzo la voce» Scalfaro: non sarò un presidente-notaio PESCARA DAL NOSTRO INVIATO Gli sforzi del governo per fronteggiare l'emergenza occupazione? Certo Scalfaro non userebbe mai il termine «sniffatina di lavoro» con cui li ha beffardamente etichettati la Gisl. Ma fa suo il folgorante giudizio del sindacato: «Tutti questi sono passi ottimi, però il grosso del problema deve essere ancora affrontato». Parole che suonano, intrecciate poi con altre critiche, come un autorevole richiamo a un esecutivo che, proprio in queste ore, si definisce, euforicamente, «scuola» per quell'Europa dove, fino a ieri, mostrava affanni da alunno in difficoltà. Ma anche parole che, nello stesso tempo, testimoniano l'impennata d'orgoglio di un Capo di Stato a cui la Costituzione va stretta. E che rivendica a sé, in casi di particolare gravità, un potere di pungolo e sprone: in altre parole quel diritto-dovere di «alzare la voce» che una rigorosa lettura della Carta certo non concede ma che, secondo Scalfaro, è l'unico modo di innervare una carica altrimenti utile solo per le parate e le riverenze. «Io interverrò sempre perché, altrimenti, un Presidente che cosa ci sta a fare?» avverte. E, ancora più chiaramente, incurante di innescare scandali istituzionali ribadisce: «Continuerò senza guardare in faccia a nessuno». Neppure se si tratta di amici, neppure se vicini alla sua ideologia come Prodi che potrebbe respingere le rampogne del Quirinale: «Io non ho mai badato al colore politico di chi si rivolge a me». Dall'Abruzzo il Presidente entra a precipizio nella diatriba sull'inter--prelazione della Costituzione. Parte da lontano prima di giungere all'elogio virtuale: prende le mosse, appunto, dal lavoro che manca, qui come in altre regioni, e che «spesso porta dei giovani, disperati, a dire di sì all'illecito». Spiega che di prima mattina ha ascoltato alla radio le affermazioni del premier sul nostro ruolo trainante in Europa e la notizia dei mille miliardi stanziati dal governo per creare centomila nuove occasioni di lavoro. Ma, subito, si impegna a dissipare un po' di questo entusiasmo: «Passi ottimi», ma siamo realisti e guardiamo al lungo cammino che ancora rimane da compiere. Ammonisce contro l'abuso dei minori, «una vergogna per il mondo intero». Ricorda un suo altro intervento da guastafeste: a Messina, quando «alzò la voce» sul nodo della disoccupazione «sollevando polemiche che, comunque, hanno portato a qualche risultato». Allora ci fu chi si stracciò le vesti di fronte a «competenze travalicate», e lui reagì sfidandoli: «Se non vi sta bene quello che faccio, potete sempre mandarmi a casa». Oggi, lo sa bene, le sue affermazioni faranno esplodere nuove critiche. Polemiche inutili, acqua sul vetro: «Io credo che, quando una cosa non funziona, sia dovere del Capo dello Stato di non far finta di niente. Anche se io non posseggo ovviamente capacità taumaturgiche». E la Costituzione? Che cosa ne facciamo degli articoli che sanciscono i limiti d'intervento del Presidente? Sono, a quanto pare, superati da quelli non scritti che appartengono alla cosiddetta Costituzione reale«Perché se stiamo agli stretti temi esposti nella nostra Carta io potrei soltanto dire: "Signori, grazie degli applausi, adesso mi siedo"». Qualcuno potrebbe obiettare che, dopo aver collaborato a compilare la legge fondamentale nel '47, Scalfaro si arroghi il diritto di modificarla a proprio uso e consumo cinquant'anni dopo. E lui non si sottrae alla di scussione: «Accetto critiche e polemiche. Ho votato alla Costituente le norme per cui uno possa esprimere liberamente il proprio pensiero». Poi, forse consapevole che uno dei modi più sicuri per allontanare una tentazione è cedervi, non trattiene il veleno: «Naturalmente non ho votato l'obbligo di averlo, il pensiero. E se uno non l'ha, difficilmente potrà esprimerlo». Un passo avanti, due indietro, tra sarcasmo e una modestia che, però, non basta a spegnere i fuochi di questa giornata d'orgoglio muscolarmente esibito: «Ho ricevuto critiche molto aspre e le ho sempre esaminate con cura perché, nella critica, può esserci comunque ima porzione di verità. E che diritto ho io di buttarla via se mi richiama al mio dovere?». Esternazioni senza rete e, per una volta almeno, senza veli di ambiguità. Ma la quasi abituale zona ne¬ bulosa tra pensieri e parole torna a manifestarsi poco dopo. Scalfaro ricorda i parlamentari di oggi e di ieri che hanno compiuto «con dignità e responsabilità il proprio dovere» riferendosi, in particolare, all'abruzzese Gaspari. Poi, però, eccolo inanellare alcune frasi che sembrano rimandare allo scottante tema della giustizia: «Non facciamo mai giudizi sommari, non c'è nulla di più grave». Ed ancora: «Le responsabilità sono dei singoli e non di tutti». Chi è nel mirino del Presidente? Forse il pool di Mairi pulite che, dopo le disavventure di Di Pietro, potrebbe rischiare una generica ed ingenerosa caduta di stima? Renato Rizzo «Le iniziative del governo per le zone depresse sono ottime Bisogna continuare a fare ogni sforzo» «L'abuso sui minori è una vergogna per il mondo intero» I POTERI DEL PRESIDENTE Sono 17 gli articoli della Costituzione sul presidente della Repubblica, 3 ne indicano i poteri. ARTICOLO 87. Invia messaggi alle Camere, nei momenti gravi prende l'iniziativa di richiamare l'attenzione del Parlamento su questioni importanti. - indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione. - autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di iniziativa del governo. - promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti. - indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione. - accredita e riceve i rappresentanti diplomatica - ratifica i trattati internazionali previa l'autorizzazione delle Camere. - comanda le Forze armate. - presiede il consiglio supremo di difesa. - dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere. - presiede il Csm. - può concedere la grazia e commutare le pene. - conferisce le onorificenze. ARTICOLO 88. Può sciogliere le Camere o anche una sola di esse. | ARTICOLO 74. Prima di promulgare la legge può, con un messaggio motivato alle Camere, chiedere una nuova deliberazione. «notaio». Sue le Dr^«denff ^ nazioni., sui DrirfciET <<estercrifiche al goV?mX da,,e ^SfefeSrS — corrotti: «La moglie ai Cesare deve essere al di sopra ai ogni sospetto». U a sostegno di magistrati e sindacalisti impegnati contro il terrorismo. ...E GLI STRAPPI ALLA REGOLA COSSIGA. Numerosi i suoi interventi negli ultimi due anni del mandato: ha «esternato» su tutto (dai messaggi di rinvio del Capo dello Stato al Csm alla nomina dei senatori a vita) per spingere i partiti ad una «rifondazione» dello Stato, ha polemizzato sia con singoli uomini politici che con i partiti. Contrariamente a Pertini, ha inviato sei messaggi «liberi» (art. 87) al Parlamento, di cui uno (giugno '91) su grandi temi costituzionali. I POTERI DEL PRESIDENTE Sono 17 gli articoli della Costituzione sul presidente della Repubblica, 3 ne indicano i poteri. ARTICOLO 87. Invia messaggi alle Camere, nei momenti gravi prende l'iniziativa di richiamare l'attenzione del Parlamento su questioni importanti. - indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione. - autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di iniziativa del governo. - promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti. - indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione. - accredita e riceve i rappresentanti diplomatica - ratifica i trattati internazionali previa l'autorizzazione delle Camere. - comanda le Forze armate. - presiede il consiglio supremo di difesa. - dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere. - presiede il Csm. - può concedere la grazia e commutare le pene. - conferisce le onorificenze. ARTICOLO 88. Può sciogliere le Camere o anche una sola di esse. | ARTICOLO 74. Prima di promulgare la legge può, con un messaggio motivato alle Camere, chiedere una nuova deliberazione. «notaio». Sue le Dr^«denff ^ nazioni., sui DrirfciET <<estercrifiche al goV?mX da,,e ^SfefeSrS — corrotti: «La moglie ai Cesare deve essere al di sopra ai ogni sospetto». U a sostegno di magistrati e sindacalisti impegnati contro il terrorismo. ...E GLI STRAPPI ALLA REGOLA COSSIGA. Numerosi i suoi interventi negli ultimi due anni del mandato: ha «esternato» su tutto (dai messaggi di rinvio del Capo dello Stato al Csm alla nomina dei senatori a vita) per spingere i partiti ad una «rifondazione» dello Stato, ha polemizzato sia con singoli uomini politici che con i partiti. Contrariamente a Pertini, ha inviato sei messaggi «liberi» (art. 87) al Parlamento, di cui uno (giugno '91) su grandi temi costituzionali. e a

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