«Mani pulite cominciò prima di Mario Chiesa» di Guido Tiberga

«Mani pulite cominciò prima di Maria Chiesa» «Mani pulite cominciò prima di Maria Chiesa» TITTI E NORDIO A CONFRONTO MARINA DI PIETRASANTA DAL NOSTRO INVIATO «La Boccassini indagata per calunnia? I l'atti parlano da soli...». Tiziana Parenti non dice altro, ma il sorriso che le si stampa in faccia è quello di chi pensa di aver vinto una battaglia. Il pubblico del Caffè della Versiliana - trecento persone strappate alla spiaggia - esplode in un applauso che dimostra chiaramente da che parte sta, in questa guerra estiva tra donne di potere. «Ma non parlate di odio personale - avvisa l'ex giudice passata sotto la bandiera di Forza Italia -. E' una questione di carattere politico...». Ma Ilda la rossa, le accuse del pentito, l'inchiesta genovese sui metodi spicci del colonnello Riccio finiscono presto in seconda fila. La Parenti, abitino bianco e sigaretta accesa, ce l'ha con Antonio Di Pietro. E non fa nulla per nasconderlo: «Mani pulite non è cominciata con Mario Chiesa - attacca -. E finché non sappiamo qual è stato il vero inizio non sapremo mai chi è veramente Di Pietro...». E anche Carlo Nordio, l'altro ospito della Versiliana, non si tira indietro. «Chi è Antonio Di Pietro? - sorride il magistrato di Venezia -. Vi dico solo questo: io non ho neppure una macchina, sono venuto qui con la Twingo di mia moglie...». Ed è chiarissima l'allusione alle Mercedes che qualcuno dice di aver regalato all'ex capo del Pool. «Ognuno ha gli amici che ha - insiste la Parenti -. Il procuratore Borrelli ha dichiarato di aver sempre saputo delle strane frequentazioni di Di Pietro. Ma allora perché non ha fatto nulla? Come mai non è intervenuto quando quelle amicizie che servivano a frequentare la Milano che conta finivano a San Vittore? Soprattutto: come mai non ha fatto niente quando quelle stesse amicizie uscivano dopo mezza giornata, quando altri si ammazzavano in carcere perché nessuno li mandava più a casa?». E' soltanto l'inizio. Tiziana Parenti travolge gli argini, dice che nella vita di Di Pietro c'è un «buco nero», e che è proprio lì che bisogna scavare per trovare la verità. «Se chiedete a me che cosa ho fatto prima di entrare in magistratura avrete una risposta precisa - spiega -. Con Di Pietro no: prima si è detto che faceva il contadino, che era un emigrante. Poi sono venute fuori altre notizie: gli anni passati a lavorare per un'azienda vicina al ministero della Difesa». «Non dico che lavorasse per i servizi - frena la Parenti - dico solo che non si è mai fatta chiarezza. C'è uno spazio vuoto che nessuno ha mai voluto colmare». Che cosa si nasconda dentro quel «buco», l'ex col¬ lega di Di Pietro non lo vuole dire. «Vi ricordo solo una cosa - aggiunge -: Mani pulite è scoppiata con la rapidità di una rivoluzione. E allora non è assurdo chiedersi se Di Pietro non si fosse in qualche modo preparato prima, arando e coltivando il terreno. Tanto più che ai giudici di Brescia ha detto delle cose inquietanti...». Il discorso cade, travolto dalle domande del pubblico: la moglie di Francesco Alberoni che distingue tra «potenza del popolo e potere dei politici», la madre di Paolo Brosio che parla di «magistrati inaffidabili» scatenando la reazione di Nordio, salvo poi correggersi con lo stile naif che ha fatto la fortuna del figlio: «Scusate, volevo dire "pentiti" inaffidabili...». Parentesi che portano il discorso lontano dagli obiettivi della Parenti, che a fine serata non si fa pregare per spiegare il senso delle sue parole: «Di Pietro ha detto che con il Pool ha "ricominciato" un certo progetto. Ed allora è chiaro che il "progetto" era iniziato prima». Quale progetto? «E' chiaro, lui voleva militarizzare l'Italia...». La gente applaude come davanti a una star. Eppure, stando ai sondaggi, Di Pietro è sempre in cima alle graduatorie di gradimento. «Non mi sorprende - spiega la Parenti in Italia c'è sempre chi aspetta l'arrivo di un uomo forte capace di risolvere tutti i problemi. E poco importa se poi quell'uomo forte arriva con il manganello e l'olio di ricino». Di Pietro fascista? Ma se persino D'Alema lo ha difeso: «D'Alema è stato legittimato da Di Pietro - è la risposta -. Era obbligato a dire certe cose. Ma non credo che le pensi davvero...». Guido Tiberga La Parenti attacca l'ex magistrato «Lui ha spiegato che con il Pool ha ripreso un certo progetto E' chiaro che il "progettefera iniziato prima. Quale? Voleva militarizzare l'Italia» Tiziana Parenti e Carlo Nordio ieri sera al dibattito alla Versiliana

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