La ferita aperta nei sogni d'Europa di Aldo Rizzo

UNA LOTTA ANACRON!5Tfi€A UNA LOTTA ANACRON!5Tfi€A La ferita aperta nei sogni d'Europa L. EUROPA va verso la moneta unica, che si spera sia la premessa dell'unità anche politica, e la Spagna, superati i suoi ritardi politici ed economici, ha la soddisfazione di essere ormai nel gruppo di testa. Ebbene, in questa Spagna, in questa Europa, un uomo, un dirigente politico, preso in ostaggio, ò stato colpito a sangue freddo alla testa e abbandonato al suo destino. Lo ha fatto un'organizzazione fanatica, che sembra fuori dal tempo, attratta da una separatezza etnica da perseguire a tutti i costi, violando ogni regola di democrazia e di umanità. L'Età, «Euskadi ta azkatasuna», nazione basca e libertà, in una lingua coltivata non come patrimonio culturale, base di una legittima autonomia regionale, che lo Stato spagnolo riconosce, ma come rivendicazione ostentata di una diversità irriducibile, che sfiora a volte un razzismo insieme patetico e tragico. Non è una storia nuova, purtroppo. L'Età nacque nel 1959, il suo primo assassinio politico è del 1968. Ed è del 1973 la sua operazione più clamorosa, l'attentato al primo ministro Carrero Bianco, la cui auto fu proiettata da un'esplosione sul tetto di un palazzo. Da allora, oltre 800 morti. Ma anche quanti colpi ha subito l'Età, il terrorismo basco, specie da quando le autorità francesi di confine hanno collaborato con i sor vizi spagnoli. Quanti arresti e anche quanti regolamenti di conti, oltre la legalità formale, durante lo stesso go verno socialista di Felipe Gonzàlez. Al punto che ci si era un po' illusi, in Spagna e in Europa, che fosse ormai una storia, se non finita, declinante. E invece no, è una storia infinita, che ricomin eia sempre, o così pare. Diciamo meglio, l'Età è una di I quelle organizzazioni terroI ristiche che possono anche essere «decapitate», ma hanno ormai diffuso una «cultura» della violenza capace di andare per suo conto, da cui le cosiddette «schegge impazzite», come quelle, l'orse, che hanno sequestrato e colpito il consigliere comunale Bianco Garrido. Determinante o influente può essere stata anche la svolta politica a Madrid, il passaggio dal lungo «regime» socialista di Gonzàlez al governo di centrodestra di Aznar, più lineare nella sua avversione a «trattative» con i «separatisti», pur se prodigo di concessioni agli «autonomisti». E infatti gli attentati dell'Età erano ripresi in febbraio, a Granada e a Madrid. Resta che la reazione popolare spagnola alla nuova barbarie dell'Età è r.tata questa volta più immediata e diffusa che in passato, resta che la volontà di chiudere la storia infinita del terrorismo basco si è rivelata più netta e decisa, a prescindere dalle maggioranze di Madrid, di centrosinistra o di centrodestra. E questo può rappresentare l'inizio di una svolta negativa per i «guerrieri» dell'Età, che siano o meno in sintonia con la loro «centrale», se ancora esiste. Sintomi di questo tipo si avvertono anche nell'Irlanda del Nord, dove c'è una storia analoga, anche se con passaggi diversi e con ragioni molto diverse. Quanto a noi italiani, abbiamo ben conosciuto il terrorismo, di tipo ideologico, e ne siamo usciti con determinazione politica e democratica. Ora affrontiamo problemi di separatismo regionale sperabilmente velleitari. Per tutti, come si diceva all'inizio, vale in definitiva il quadro europeo. Per la Spagna e per tutti. Però, questo quadro, bisogna renderlo vero, effettivo, pena il rischio di una disgregazione violenta e diffusa. Aldo Rizzo M

Persone citate: Aznar, Bianco Garrido, Carrero Bianco, Felipe Gonzàlez