La terribile industria basca di Gian Antonio Orighi
la terribile industria basca la terribile industria basca In 27 anni 77sequestri, bottino50 miliardi UNA GUERRA SPORCA MADRID NOSTRO SERVIZIO «"Arrestando" il console tedesco Beihl, i nostri obiettivi sono: salvare la vita dei nostri compagni ed attirare l'attenzione del mondo sull'esistenza del nostro popolo. La forza del popolo basco farà tremare la base del colosso fascista ed imperialista di Madrid». Con questo volantino, diffuso il 1° dicembre del 1970, in piena dittatura franchista, la sigla Età (Euskadi Ta Askatasuna, Patria Basca e Libertà), l'organizzazione indipendentista basco-spagnola iniziava la sua triste serie di sequestri, finora 77. Dieci con fini politici, sessantasette per estorsione. Tre con ultimatum di morte eseguiti. Quattro collegati con gli «etarras» in galera. Età, nata nel 1959 da una scissione della gioventù dell'antifranchista e democristiano Pnv in un periodo in cui i Paesi Baschi spagnoli (gli indipendentisti rivendicano l'Eusckal Herria, la Patria Basca, che comprende anche la spagnola Navarra e le tre province francesi che Parigi chiama «Pirenei atlantici» e ove opera l'organizzazione sorella «Iparretarrak») erano sotto lo spietato tallone di ferro della dittatura del «Caudillo» Francisco Franco, ha sempre accompagnato la «lotta armata di liberazione nazionale» con i sequestri. La sua prima azione armata è del '68, quando fredda con un colpo alla nuca l'ispettore della polizia Meliton Manzano, noto torturatore degli antifranchisti (da allora i morti ammazzati, di cui 22 bimbi, sono quasi 800). Con il sequestro di Beihl, che sarà rilasciato incolume dopo 24 giorni, Età riuscì a far conoscere al mondo il processo di Burgos, ove erano processati suoi militanti incarcerati, che si stava celebrando in quei giorni. Fu un sequestro vincente. Età rac colse la solidarietà interna zionale ed il crudele dittato re commutò le 9 condanne a morte nell'ergastolo. Il penultimo sequestro per motivi politici, quello del funzionario carcerario Ortega Lara, durò 532 giorni, il più lungo della sua sinistra storia. Ortegà, che perse 23 chili, fu liberato lo scorso 1° luglio dalle forze speciali della Guardia Civil. Il terz'ultimo fu del deputato democristiano Javier Rupérez, oggi popolare e capo della commissione Esteri della Camera. Allora il governo del premier Suarez cedette e Rupérez venne rilasciato dopo 31 giorni a cambio della liberazione di 22 «etarras» in carcerazione preventiva. Non a caso, ieri, «Egin», il braccio giornalistico di Età, lo sottolineava: «Un governo di Madrid ha già ceduto alle richieste della organizzazione armata». I sequestri di Età più drammatici furono quelli del tecnico nucleare José Maria Ryan, «arrestato» il 29 gennaio dell'81. Per il suo rilascio Età pretendeva di fermare i lavori della centrale nucleare di Lemoiz, nei Paesi Baschi. Dopo l'ultimatum di una settimana, fu assassinato con un colpo alla nuca (la centrale nucleare non venne mai ultimata). Nell'83 era la volta del capitano medico Alberto Martin Barrios. Il ricatto di Età consisteva nella lettura di un comunicato per tv in contemporanea con il processo a suoi militanti incarcerati che avevano assaltato una caserma in Catalogna. Venne letto ma «purgato». Stessa tecnica assassina: un colpo di pistola in testa. Avant'ieri «Egin» ha pub blicato una pagina in cui era no elencati tutti i «secue stros». Titolo: «Sequestri soggetti a rivendicazione». Nella infinita lista, a fianco dei nomi, ce n'erano sei con un asterisco, quelli liberati dalle forze dell'ordine. Quattro con un asterisco doppio: quelli freddati come cani. Dagli altri 66 «arresti» per estorsione, iniziati nel '73, Età ha incassato almeno 50 miliardi di lire. Dall'ultimo, quello dell'industriale di Bilbao Cosine Delclaux, rilasciato lo scorso 1° luglio, Età ha ottenuto almeno 12 miliardi. Ma la lista, purtroppo, è destinata ad allungarsi. Gian Antonio Orighi Nell'81 fu rapito un tecnico nucleare per bloccare la costruzione di una centrale, ni ucciso con lo stesso rituale Il premier Aznar con la moglie al corteo anti-Eta di Bilbao
Persone citate: Alberto Martin, Aznar, Francisco Franco, Javier Rupérez, José Maria Ryan, Navarra, Ortega Lara, Suarez
Luoghi citati: Bilbao, Burgos, Catalogna, Madrid, Paesi Baschi, Parigi
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