L'Eta mantiene «la promessa» di Enrico Benedetto
l/Eta mantiene «la promessa» Inutile la mobilitazione di tutta la Spagna per Bianco, l'esponente politico ritrovato con un proiettile in testa l/Eta mantiene «la promessa» L'ostaggio giustiziato subito dopo l'ultimatum BILBAO DAL NOSTRO INVIATO «Assassini!». «Rendeteci Miguel Angel». «Al muro l'Età». 1 300 compaesani di Miguel Angel Bianco Garrido attendevano da ore in silenzio, sulla piazza comunale, che l'ultimatum terrorista spirasse, sospesi tra angoscia e un'irriducibile speranza. Ma alle 17.15, Ermua - minuscolo villaggio nel Paese basco mobilitatosi per il suo giovane consigliere comunale - scopre l'orrore. Madrid annuncia la morte del ventinovenne politico. Per difenderlo 500 mila baschi erano scesi nelle strade a Bilbao, ieri mattina, con il premier Aznar che apriva il corteo. Invano aveva tentato una mediazione il Nobel Perez Esquivel. Il dolore è troppo grande. La rabbia esplode ad Ermua, e le telecamere la trasmettono attraverso una Spagna che urla - unanime - la sua indignazione. L'hanno trovato, Miguel Angel, che rantolava con una pallottola nel cervello a qualche passo dalla ferrovia, presso Lasarte. Mani legate. Sembra un omicidio mafioso: è terrorismo. Un testimone ha visto fuggire l'«esecutore». Ed ecco farsi strada una voce, tra la folla in collera. «E' vivo! lo dice la televisione». Alle invettive subentra il mutismo. Le donne pregano. Bianco Garrido lotta per sopravvivere all'ospedale di San Sebastiano. Ma i medici non possono estrarre la palla, che ha peraltro leso centri vitali. Pochi attimi dopo le 21, il ministro basco della Sanità Inaki Askuna sentenzia: «Non c'è più nulla da fare». La Spagna va kappaò. Per sospendere la Feria di san Firmin a Pamplona occorreva una catastrofe nazionale. E' successo, per la prima volta nella storia. Manuel Fraga Iribarne, il leader della Destra iberica, reclama: «Inviamo l'esercito». Non lo si può escludere. Ma anche se l'Età aggiunge un nono cadavere al suo palmarès '97, l'omicidio di Miguel Angel Bianco Garrido farà epoca. Non solo l'«Euskadi Ta Askatasuna» perde la sua battaglia - usare un ostaggio, prigioniero da 48 ore appena, per far raggruppare in carceri basche il mezzo migliaio di reclusi «politici» che Madrid preferisce disperdere da sempre nel Paese - ma oggi misura appieno il suo totale isolamento. Herri Batasuna, il suo braccio legale, non ha più ubi consistam. Diranno i giorni a venire se vorrà smarcarsi dalla fuga in avanti che sembrerebbe contagi l'itala militare». In ogni caso, la Spagna ha deciso: basta!. Bilbao ha 433 mila abitanti. «Città di sport e quattrini» scriveva Hemingway. L'avrebbe sorpreso vedere una marea umana senza alcun precedente per numero, tensione civile, compostezza, attraversarne il centro per un solo uomo inerme. L'analisi forse più lucida arriva da Inaki Anasagasti, portavoce della formazione basca moderata Pnv: «Il 12 luglio 1997 è l'Età che muore, non Garrido». Un suicidio omicida. Gli storici ricordano l'assenza di episodi sanguinosi analoghi. Certo, l'Età ammazza da sempre. Ma i conoscitori del Terrore Basco si domandano che cosa vi possa mai essere dietro un errore strategico simile. Solo ipotesi, per ora. Gli indipendentisti speravano forse che il governo cedesse attraverso misure simboliche eppur significative, complice la stagione turistica in corso. E poi Miguel Angel militava nel Partito Popolare, quello di José Maria Aznar: come non immaginare il primo ministro solidale? Speculazioni che non reggono all'incalzare degli eventi. I terroristi attendevano un duello con Aznar. Ma hanno finito per ritrovarsi la Spa¬ gna intera come avversario. I network hanno abbandonato le loro sigle sul teleschermo sostituendovi la banda azzurra che incarna l'appello anti-violenza. Trasmissioni interminabili, che sforano i palinsesti trasformando in dramma nazionale il braccio di ferro Madrid-Eta. Amara sorpresa per la seconda. Conscia della débàcle che andava profilandosi, Herri Batasuna ha organizzato contromanifestazioni in terra basca per mostrare una cittadinanza solidale con la causa-prigioni. Erano ben 139. Ma il bilancio che la stessa organizzazione fornisce sulle presenze globali la condanna in maniera irrevocabile: 10.250 persone. E Bilbao ritrovava ieri sera, nella tragedia, il coraggio per non dirsi sconfitta. Quel mezzo milione che si è lasciato dietro lacrime e cartacce farà ancora parlare di sé. Enrico Benedetto In segno di lutto per la prima volta sospesa la Feria di Pamplona Invano aveva tentato una mediazione il Nobel Perez Esquivel j| Foto grande: un momento della manifestazione nella città basca Qui a sinistra un poliziotto mascherato Sotto, le sorelle della vittima
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