«Liberi subito gli 8 di San Marco»

Tornano i gazebi per raccogliere firme da inviare al Parlamento. Bettin: arresti domiciliari a tutti Tornano i gazebi per raccogliere firme da inviare al Parlamento. Bettin: arresti domiciliari a tutti «liberi subito gli 8 di San Marco» Bossi: sono patrioti. Petizione popolare della Lega VENEZIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Prima erano manovrati dai sei-vizi segreti. Questo pensavano Bossi, e anche Maroni, a proposito degli otto dell'assalto a San Marco. Poi sono diventati simpatici, ma fuori linea. Adesso la Lega Nord raccoglie firme per la scarcerazione e lo stesso Bossi proclama. «Liberi subito». La legge padana sfida la legge italiana, adoperando gli strumenti legittimi a disposizione. Ma soprattutto questo diventa all'improvviso un successo politico di quegli otto dilettanti della politica allo sbaraglio che avevano «preso» il campanile. Diventano i «martiri» della libertà contro il giogo romano: un risultato che forse si aspettavano prima di entrare in azione, ma a questo punto mai si sarebbero neppure immaginati. «La Padania vi libererà», aveva detto dopo la sentenza Maroni. E la moglie di Gilberto Buson, uno dei «vecchi» che restano in carcere: «Certo che della condanna in nome del popolo italiano gliene importa; ma e il giudizio dei veneti quello che a loro interessa di più». Detto e fatto. Bossi ieri ha chiesto a chiare lettere la scarcerazione degli otto: «Il carcere è obbligatorio solo dopo la sentenza definitiva e la Padania non è d'accordo con le scelte dei magistrati di Venezia che, considerando i patrioti veneti pericolosi, li tengono in carcere e agli arresti domiciliari. Sono stati condannati in primo grado al massimo a 6 anni - prosegue il senatur - cioè a meno di quanto non lo sia stato, ad esempio, l'industriale De Benedetti, che però è libero, anche se potrebbe continuare a fare quello che faceva prima ed è quindi, potenzialmente, più pericoloso degli otto patrioti». Il Carroccio invoca dunque la libertà del commando «serenissimo» ed è pronto a scendere in piazza per manifestare solidarietà. I primi punti di raccolta delle firme per la petizione popolare, ai sensi dell'articolo 50 della Costituzione italiana, vengono già attivati nel Veneto, a partire dalle località in cui sono in corso feste della Lega. Torneranno così nuovamente in piazza i «gazebo della libertà», utilizzati lo scorso 25 maggio durante il referendum per l'autodeterminazione della Padania. Le firme saranno poi spedite al Parlamento, al Presidente della Repubblica e alla Corte di giustizia europea. Una forzatura politica di una sentenza giudiziaria, che scavalca la stessa Liga Veneta, la quale all'indomani della sentenza aveva annunciato una petizione per il più modesto obiettivo dell'amnistia. Bossi, invece, si spinge più avanti: «Né l'amnistia, né l'indulto, né la grazia sono oggi possibili. L'amnistia per i prigionieri politici condannati per reati comuni la farà la Repubblica federale padana che è alle porte». Con questa iniziativa, spiega il segretario nazionale del partito Fabrizio Comencini, «vogliamo dimostrare che il popolo veneto non vuole in galera gli otto. Data l'impossibilità tecnica di un'amnistia, chiederemo un provvedimento legislativo d'urgenza che consenta di attendere in libertà la sentenza definitiva per chi è accusato di eversione in relazione a obiettivi come l'indipendenza e l'autodeterminazione». Un «no» alla scarcerazione è invece arrivato dal prosindaco di Venezia, Gianfranco Bettin (Verdi), e dal vicepresidente della giunta veneta, Brano Canella (An): entrambi, però, si sono detti favo- revoli alla estensione degli arresti domiciliari a tutti i componenti del gruppo. Ma la Liga Veneta insiste anche su un altro fronte: Comencini ha infatti annunciato che, se non passerà l'ordine del giorno della Lega in consiglio comunale a Venezia affinché il Comune restituisca agli otto i 150 milioni di risarcimento danni stabiliti dalla corte, «la Lega provvedere a raccogliere da sola tale somma». Entrambe le iniziative, quella per la scarcerazione e quella per la raccolta del denaro, sono spiegate in un volantino diffuso ieri e che prende di mira il sindaco Massimo Cacciari «capo del partito del Nord-Est e sindaco "sinistro" di Venezia». Le celle degli otto «serenissimi», che entro una settimana saranno trasferiti nelle case circondariali di Bologna, Ferrara e Modena, saranno forse meno anguste, in attesa dei «grandi eventi». C'è qualcosa in cui sperare. Mario Lollo CHE COSA DICE LACOSTIfUZIONE ARTICOLO 50 Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità I «gazebo della libertà» utilizzati il 25 maggio dalla Lega Nord per il referendum sulla Padania. Saranno impiegati per raccogliere firme a favore dei secessionisti in carcere

Luoghi citati: Bologna, Ferrara, Modena, Veneto, Venezia