Così Caino uccise Abele

Così Caino uccise Abele Così Caino uccise Abele Risolto il giallo dei Neanderthal» LA VITTORIA DELL'HOMO SAPIENS OLTO tempo fa Caino sbarcò in Europa dall'Africa e si mise sulle tracce di Abele. Caino era gracile ma ciarliero e astuto, Abele era grande e grosso ma bonaccione. Poi, il gigante buono fu spazzato via per sempre e nelle pianure di quello che sarebbe stato battezzato Vecchio Continente il suo assassino cominciò una colonizzazione che procede tuttora. Questa è la storia contenuta in 3 grammi e mezzo d'osso estratti dal frammento di scapola di un neanderthaliano: il Dna ottenuto perla prima volta dal fossile di un ominide ha dimostrato che noi Sapiens siamo una razza separata, senza relazioni con le nostre antiche vittime. Una delle dispute più appassionanti dell'antropologia sembra risolta. Anche in questo caso, con vincitori e vinti. «Ecco la prova che siamo figli dell'Africa!», è sbottato in trionfo Svante Paabo, il professore dell'università di Monaco autore della straordinaria scoperta. «E' proba- bile che la nostra antenata sia stata un'Eva nera vissuta almeno 200 mila anni fa». Mentre l'homo Sapiens evolveva nelle savane, i Neanderthal occupavano le terre gelide dell'Europa, finché alla fine dell'era glaciale i nostri progenitori dalla pelle scura si mossero verso Nord. Per 10 mila anni - secondo le scoperte più recenti - le due razze si disputarono il possesso del territorio. Non sappiamo e non sapremo mai con esattezza le tappe del primo genocidio della storia, ma è certo che 30 mila anni fa, d'improvviso, gli ultimi uomini di Neanderthal uscirono di scena. Senza lasciare tracce, senza eredi. Se ci fu qualche unione mista, rimase sterile a causa delle incompatibilità genetiche e i pacifici Supermen, imbruttiti da un poderoso arco sopraccigliare e da un nasone, persero la battaglia fondamentale, quella demografica. Avevano un cervello più sviluppato in volume degli avversari, cacciavano in gruppo, producevano utensili di pietra, seppellivano i morti e suonavano flauti d'osso, ma - come racconta James Shreeve in «The Neanderthal Enigma» - mancavano probabilmente del mezzo fondamentale, il linguaggio, e di conseguenza non erano tormentati dallo spirito pionieristico che caratterizzava i Sapiens. Caino era di certo spregiudicato, ma vinse perché sopravanzava Abele in fatto di quoziente intellettivo. I test condotti sui resti del celebre scheletro trovato nella Valle di Neander (vicino a Dusseldorf) nel 1856 hanno rivelato 27 punti di differenza con il nostro Dna mito- condriale (quello trasmosso da madre in figlio e pressoché inalterato nel tempo), abbastanza per cancellare le ipotesi che i neanderthaliani possano essere i nostri antenati. «Questa prova è in termini paleontologici l'equivalente del trionfo di Pathfinder su Marte», si è entusiasmato dal museo di storia naturale di Londra Christopher Stringer, uno dei maggiori antropologi del mondo. Ora - ha aggiunto - non resta che applicare la stessa tecnica ai fossili rinvenuti in Cina e a Giava e, se i geni produrranno lo stesso responso, la teoria degli «africanisti» (di cui lui è uno dei padri) sarà irrevocabilmente confermata. In queste ore i pronipoti di Caino colloquiano su Internet e qualcuno si chiede come sarebbe stato il mondo se avesse trionfato Abele. Forse - ha osservato Shreeve - sapremmo ancora percepire le melodie del vento e interpretare i segni delle nuvole. Gabriele Beccaria Il test del Dna rivela che non sono i nostri antenati ma una razza separata p iiiiiÉifftiiT continuare ad JIIIÌÌIÌÌIÉI. esplorare il jpaio di settscaricheranCRicostruzione dell'uomo di Neanderthal Si estinse 30 mila anni fa rivelma unbile csia stta almMentevolvNeanterre gelide dfine dell'eranitori dalla verso Nord. condo le scdue razze siso del territnon sapremtappe del pstoria, ma èfa, d'improvdi Neandert Ricostruzione dell'uomo di Neanderthal Si estinse 30 mila anni fa

Persone citate: Christopher Stringer, Gabriele Beccaria, James Shreeve, Svante Paabo