«Al Quirinale anche candidati sostenuti dai cittadini »

Sartori, Barbera e Cheli suggeriscono modifiche: ancora possibile una intesa di alto profilo Sartori, Barbera e Cheli suggeriscono modifiche: ancora possibile una intesa di alto profilo «Al Quirinale anche candidati sostenuti dai cittadini » / «professori» delusi dalla Bicamerale: più poteri al governo ROMA. Sulla riforma costituzionale è «ancora possibile raggiungere una intesa di alto profilo». Giovanni Sartori, Enzo Cheli e Augusto Barbera - tre dei «professori» coinvolti nella prima fase dei lavori della Bicamerale, ma delusi dal testo licenziato dalla Commissione a fine giugno - tornano in campo con una proposta comune di emendamenti (firmata anche da Angelo Panebianco e da Gianfranco Pasquino), nell'intento di «cercare insieme di individuare, per la forma di governo, un sistema dotato di una funzionalità e coerenza interna, tale da aiutare il Paese a uscire positivamente dalla transizione». Un contributo in otto pagine, che volutamente mette da parte ogni logica di contrapposizione rispetto al testo trasmesso da D'Alema al Parlamento, sposando invece quella dei «suggerimenti costruttivi». Il testo ha subito avuto l'adesione della Fondazione amici di Liberal: «Il Parlamento italiano si trova per la prima volta a un passo da una riforma che presenta indubbi elementi di rinnovamento del sistema - sostengono tra gli altri Ferdinando Adornato, Ernesto Galli della Loggia, Cesare Romiti e Sergio Romano -. Tuttavia, i contenuti centrali dell'accordo non corrispondono alle speranze; soprattutto, in merito a forma di governo e legge elettorale». Tre i punti più significativi presi in considerazione dai «professori»: l'equilibrio dei poteri attribuiti al Capo dello Stato e al governo; la ne¬ cessità di una legge elettorale che sia veramente maggioritaria; un Parlamento rinnovato attraverso un «bicameralismo ineguale» e un Senato delle autonomie. L'elezione popolare diretta del Presidente della Repubblica «implica correttamente, sin dal momento della presentazione delle candidature, un potenziale coinvolgimento dei cittadini. Riteniamo perciò necessario inserire la possibilità di presentare candidature sostenute da un congruo numero di elettori da raccogliere in un ristretto arco di tempo, soprattutto per ciò che concerne gli spazi da assicurare sugli organi di informazione televisiva». Circa i rapporti tra Quirinale e governo, i «professori» ritengono che il Presidente della Repubblica possa avere «la facoltà di presiedere il Consiglio dei ministri, senza peraltro avere né diritto di voto, né il potere di predisporre l'ordine del giorno». Inoltre, egli dovrebbe avere non solo il potere di nomina del Primo ministro, ma anche di revoca dello stesso. Altro suggerimento: il doppio turno di coalizione «mantiene i vizi dell'attuale legge e li aggrava». Perciò, il «mighor sistema per condurre a un bipolarismo regolato e non eccessivamente frammentato» va individuato in un «doppio turno uninominale maggioritario con significativa soglia di accesso al secondo turno e con una limitata quota proporzionale per incentivare le desistenze e dare una adeguata rappresentanza alle forze minori». Infine, il governo. (Appare decisivo - sostengono i "professori" attribuire all'esecutivo in Parlamento poteri più incisivi di quelli già positivamente previsti, tra i quali la necessità del consenso del governo per tutte le leggi di spesa». Rendendo pubblica la nota dei «professori», Liberal spera «di attirare su di essa l'attenzione del Parlamento», senza appoggiare però alcuna iniziativa politica (di Mariotto Segni o di altri). [r. i.] Il professor Enzo Cheli

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