Genova, la Quercia silura il «suo» sindaco magistrato di Paolo Lingua

Genova, la Quercia silura il «suo» sindaco magistrato Genova, la Quercia silura il «suo» sindaco magistrato VERSOLE ELEZIONE aGENOVA UANDO li ho visti entrare nel mio ufficio, con gli occhi bassi e con un atteggiamento che mi ricordava la Compagnia della Buona Morte, ho capito tutto. D'altro canto me lo aspettavo». Adriano Sansa, 57 anni, nativo di Pola, ma naturalizzato ligure sin dall'infanzia, è l'unico sindaco dell'ulivo che la coalizione non confermerà alle elezioni amministrative del prossimo novembre. Dopo un paio di mesi di guerra sotterranea, nelle ultime due settimane, il primo cittadino di Genova - già pretore d'assalto e fine poeta e letterato, cattolico rigoroso e amico di Borrelli, Caselli e Caponnetto - aveva accentuato le esternazioni sulla stampa locale e nazionale contro i suoi supporter d'un tempo e in particolare contro il pds e contro il suo leader ligure di maggior spicco, il ministro dei Trasporti Claudio Burlando. Da giorni e giorni, Sansa sfida Burlando, accusandolo d'essere il regista occulto della sua defenestrazione. Burlando s'è chiuso, invece, in uno sdegnoso silenzio dichiarando soltanto: «Non sono io che scelgo il sindaco di Genova». Ieri mattina, s'è consumata la rottura ufficiale: una delegazione di esponenti dell'Ulivo, dopo una notte e una mattinata all'insegna di discussioni animate, s'è presentata nell'ufficio del sindaco, nel cinquecentesco Palazzo Tursi, con un breve e secco documento che ha come proemio «E' nostra convinzione la necessità di porre fine a ogni polemica». Poi sono espresse valutazioni positive sull'operato deU'amministrazione. Ma si aggiunge che stanno cambiando gli scenari politici nazionali e internazionali: nascono nuove esigenze «che richiedono capacità di interlocuzione e di rappresentanza, finora manifestata in modo non adeguato». Gli alleati dell'Ulivo e del centro-sinistra chiedono «una leadership fondata su un forte coinvolgimento della città». Insomma, bisogna cambiare il timoniere, peraltro già identificato nella persona del prof. Giuseppe Pericu, 59 anni, ordinario di diritto amniinistrativo alla Statale di Milano, famoso avvocato di area laico-socialista, con una breve esperienza dal 1994 al 1996 come deputato progressista. Pericu sarà sostenuto anche da due soggetti politici che allargheranno il centrosinistra, i socialisti del Si (ora all'opposizione) e Rinnovaménto Italiano, non ancora nato nel '93. «Mi buttano in mare ed io inauguro una piscina - ha scherzato ieri Sansa poco prima dell'inaugurazione di una piscina al porto antico -. Ho trovato subito una situazione di ripiego per salvarmi». A Sansa è stata offerta la chance di sostenere in una convention le «primarie» contro Pericu, ma c'è stato un secco rifiuto. «Non mi farò massacrare - ha detto lui ai suoi collaboratori - dall'organizzazione dei partiti che vogliono riprendere il controllo del potere. Le primarie sono una presa in giro perché contrappongono una persona sola ad un apparato come quello dell'Ulivo. Mi prendete in giro, gli ho detto. Non ho mezzi, non ho risorse finanziarie per ipotizzare lontanamente di oppormi». Sansa non accetta le motivazioni che hanno accompagnato il suo siluramento: «Non ho ottenuto nessuna risposta esauriente alle mie doman¬ de di chiarimento. Che cosa c'entrano le nuove esigenze e la mia sostituzione, quando tutti ammettono che ho governato bene e che deve essere garantita la continuità nello scelte qualificanti?». Sansa enumera quelle che ritiene le sue vittorie: «E' stato risanato il bilancio; è stata privatizzata e collocata in Borsa l'azienda Gas e Acqua, cosicché il Comune ha adesso fondi ingenti per opere pubbliche; gli appalti e le gare sono rigorosi e trasparenti; è stato riorganizzato il personale; sono stati venduti gli immobili mutili e costosi e revisionati tutti i contratti di locazione; sono state tagliate lè spese superflue». I suoi denigratori ribattono che il piano regolatore è incolore ed è fallito il piano del traffico, ma soprattutto che il sindaco è «freddo, distaccato, un po' autocrate», come se i partiti fossero solo il suo comitato elettorale. Sansa affenna che la «congiura» è invece alimentata dagli appetiti dei partiti che vogliono «rioccupare le istituzioni». Comunque non si dimetterà e porterà a fondo il mandato «sempre che non mi facciano mancare il consenso». Il vero rebus sono le sue reazioni delle prossime settimane: darà vita a una lista civica (ha chiesto solidarietà, ma ha avuto poche firme «eccellenti» della città, con la sola eccezione del comico Beppe Grillo e del cantautore Fabrizio De André)? Sansa non si sbilancia: «Se verranno meno i principi di rifonna e di correttezza lo farò, sempre restando nell'ambito della sinistra». C'è chi dice che sta già raccogliendo le firme e che potrebbe aiutarlo uno schieramento che gli è stato smora fieramente avverso, la Lega Nord, ma forse è solo una fantasia d'estate. Paolo Lingua A sinistra il sindaco di Genova in carica Adriano Sansa A destra il candidato sindaco del Polo a Roma Pierluigi Borghini

Luoghi citati: Genova, Milano, Pola, Roma