«Ricattati dalla Finanza, non corruttori» di R. M.

«Ricattati dalia finanza, non corruttori» A Milano, e una settimana fa il tribunale di Brescia aveva prosciolto altri imputati «Ricattati dalia finanza, non corruttori» Assolti: erano stati obbligati a pagare tangenti MILANO. Corruttori o vittime della Guardia di Finanza? Dopo le assoluzioni della corte d'appello di Brescia, anche il tribunale di Milano - per la prima volta - ha deciso ieri che un gruppo di imprenditori rinviati a giudizio per corruzione meritava l'assoluzione con tante scuse: non avevano offerto mazzette per evitare i controlli, ma erano stati costretti a pagare dalle Fiamme I Gialle. Erano sette gli imputati, tutti piccoli industriali e commercialisti dell'hinterland milanese. Elio Ramondini, il pubblico ministero del pool Mani pulite aveva chiesto condanne per un anno e mezzo, ma la prima sezione del tribunale milanese le ha respinte. Assolti anche tre sottufficiali della Guardia di Finanza: il loro capopattuglia è già stato condannato in un altro pro¬ cesso, ma non esiste prova che i soldi delle tangenti siano stati divisi anche con loro. Dunque la tesi accusatoria del pool viene ribaltata, come a Brescia. E passa la tesi dei difensori, la stessa sostenuta da sempre da Silvio Berlusconi e dai suoi legali: non sono le imprese a corrompere, al contrario è la Guardia di Finanza a costringere le società a versare somme di danaro per non vedersi paralizzare l'attività con una serie di controlli ingiustificati e vessatori. A Brescia, dopo la condanna in appello, il 2 luglio erano stati assolti quindici imputati: tra questi Sergio Bonelli, l'editore di Tex Willer e Dylan Dog. [r. m.]

Persone citate: Dylan Dog, Elio Ramondini, Sergio Bonelli, Silvio Berlusconi, Tex Willer

Luoghi citati: Brescia, Milano