L'indagine«Di Pietro risponde Nuovo esposto» di P. Col.

Pacini Battaglia L'indagine Di Pietro risponde Nuovo esposto o o ] MILANO. Nell'ormai sterminato campo di battaglia che va dalla procura di Milano a quella di Brescia, ieri i contendenti si sono presi 24 ore di pausa per affilare le armi In vista di quello che probabilmente sarà un week end decisivo. Continua a tacere Antonio Di Pietro, che ieri pomeriggio ha passato la giornata al telefono con il suo legale Massimo Dinoia per preparare un esposto che verrà consegnalo quest'oggi ai magistrati bresciani. Sul contenuto di questo documento il riserbo è assoluto: «Per correttezza nei confronti degli inquirenti», spiega l'avvocato Dinoia che aggiunge di non essere affatto preoccupato dagli ultimi sviluppi dell'inchiesta bresciana e in particolare dall'interrogatorio di Antonio D'Adamo, rimasto tre giorni fa 8 ore davanti ai pm. «Finirà tutto come sono finiti gli altri procedimenti avviati contro Di Pietro». Ma intanto oggi o domani, D'Adamo potrebbe tornare davanti ai magistrati per chiarire il punto principale delle accuse contro Di Pietro: 4 miliardi e mezzo versati dal banchiere tosco-svizzero Pacini Battaglia proprio attraverso il finto salvataggio di una società di D'Adamo. Cosa che finora, secondo indiscrezioni, D'Adamo non sarebbe ancora riuscito a chiarire. Del resto se quei soldi effettivamente esistono, a D'Adamo basterà indicare il luogo e la data in cui sono stati versati e a nome di chi. Non risulta però che nelle prime 8 ore d'interrogatorio il nuovo grande accusatore di Di Pietro abbia saputo fornire indicazioni utili a proposito. Ma secondo il legale di Di Pietro «non c'è niente da nascondere, tutto è cristallino, avvenuto alla luce del sole». Il riserbo per il resto è assoluto. Non è detto nemmeno che Di Pietro decida di rispondere e contrattaccare dall'unica tribuna politica che gli è ormai consentita, la sua rubrica sul settimanale Oggi. Sbollita la rabbia delle prime ore, Di Pietro, con i pochi cui ha parlato, si è mostrato sereno, in attesa delle prossime mosse. Anche se l'indignazione è totale per il modo con cui giornali e televisioni lo hanno trattato. Così si è rifiutato di scrivere anche comunicati di replica a chi ieri sui media gli chiedeva di «dare spiegazioni», rimanendo in costante contatto solo con il suo addetto stampa, Sonia Mancini, e l'avvocato Dinoia. L'ex magistrato evidentemente si sente talmente sicuro di poter dimostrare l'infondatezza delle accuse bresciane, da ritenere di non dover difendersi sui giornali ma di spiegare le sue ragioni soltanto agli inquirenti. Ed è probabile clic, prima di concedersi una vacanza a Montenero di Bisaccia, dove potrebbe giungere nei prossimi giorni, decida, ima volta concluso il secondo interrogatorio di D'Adamo, di presentarsi spontaneamente alla procura di Brescia e farsi interrogare. Lo stesso Dinoia, ha dichiarato che il suo assistito «come sempre è a completa disposizione dell'autorità giudiziaria e fornirà ogni chiarificazione e spiegazione». E a mia giornalista del Tg3 che lo intervistava, a proposito di chi potesse avere interessi ad attaccare Di Pietro, «ormai semplice cittadino con aspirazioni da leader politico», l'avvocato ha risposto: «E le pare poco?». Sottintendendo che quest'ultimo attacco ha tutto il sapore di ima vendetta politica. Alla domanda sull'identità del possibile mandante di queste accuse, Dinoia ha dichiarato: «Me 10 immagino...». Intanto, ad alimentare il fuoco delle polemiche e dei sospetti, interviene anche l'avvocato Carlo Taormina, difensore di Giancarlo Gorrini, il primo «grande accusatore» di Antonio Di Pietro. «Vi sono state vicende giudiziarie a non finire nei confronti di Di Pietro - ha detto il legale -, bisogna prendere atto che da parte della magistratura, rispetto ad episodi sulla cui esistenza nessuno può dubitare, è stato accusato di fatti che non costituiscono reato». Ma poi aggiunge: «Anche Gorrini dal carcere mi ha fatto sapere che ha delle cose da dire». E quindi il legale ribadisce che 11 suo cliente ha preparato un nuovo memoriale, nel quale non si parlerebbe soltanto di Di Pietro ma anche di episodi relativi a magistrati «meno famosi». [p. col.]

Luoghi citati: Brescia, Milano, Montenero Di Bisaccia