I monumenti? Andranno in Borsa

c Veltroni presenta la Sibec: una Spa per raccogliere capitali destinati ai Beni culturali I monumenti? Andranno in Borsa «Ma non sarà una privatizzazione dei nostri tesori» c ROMA HI a lungo ha deprecato la parsimonia dei fondi stanziati dallo Stato per la tutela e la promozione del nostro patrimonio artistico, adesso ha la possibilità di intervenire direttamente a favore della Cenerentola tanto negletta. Può investire in obbligazioni, riscuotere dividendi, controllare che i progetti di restauro e recupero dei monumenti avvengano - come prescrive la legge - sotto il rigoroso controllo delle soprintendenze e degli Istituti competenti del ministero per i Beni culturali. Sta per decollare una società per azioni, la Sibec s. p. a., con capitale iniziale di un miliardo di lire interamente sottoscritto dal ministero del Tesoro: una società Hi diritto nrìvat.o. ma ''on finan¬ ziamenti dello Stato, che procaccerà fondi per i monumenti. Il provvedimento, approvato dal Consiglio dei ministri e alla Camera dei deputati, ora attende il sì del Senato. Il ministro Veltroni lo ha presentato ieri mattina, illustrando anche un ventaglio di altre iniziative e spiegando la formula secondo cui la Sibec prevede che lo Stato impegni una quota degli incassi futuri di musei di fama mondiale per procacciare finanziamenti a questi stessi siti. Entra in scena, massiccio, il capitale privato. Ma la decisione di come usare questi soldi continua a spettare alle soprintendenze. Non è la vigilia - da tanti temuta - della privatizzazione dei beni culturali. La «Società italiana per i beni culturali» - di continuo Veltroni ha ribadito - nasce per reperire fondi sui mercati finanziari interni ed internazionali, coinvolgendo Regioni, enti locali, imprese, altri soggetti pubblici e privati, che possono acquistare azioni di nuova emissione per un importo non superiore all'35 per cento del capitale sottoscritto dallo Stato. «Una missione snln finanziaria, quella della Sibec - ha spiegato Veltroni -. Tocca ai soprintendenti scegliere e realizzare i progetti. La Società potrà contrarre mutui, emettere obbligazioni e farsi ripagare da una quota degli incassi dei musei. La formula permette di non incidere sul bilancio dello Stato. Faccio un psornnin. Se stanziamo 100 mi¬ liardi per il "Progetto Pompei" e li spendiamo nel corso del 1998, questi miliardi figurano come spesa pubblica e concorrono al rapporto deficit/pil valevole ner Maastricht. Se la Si¬ bec emette obbligazioni per 100 miliardi e trasferisce i soldi alla soprintendenza di Pompei, invece, la spesa resta fuori dal bilancio della pubblica amministrazione. Che permetterà una migliore programmazione finanziaria del ministero. Che consentirà burocratiche più - sia chiaro - non sarà lo strumento con cui far fronte a tutti gli interventi necessari per la valorizzazione del natrimonio artistico. E' uno procedure snelle, ma strumento da attivare in alcuni casi specifici, dove ci siano determinate condizioni tecnoeconomiche: ad esempio Pompei, Firenze, Venezia, Roma». Negli articoli che stanno per diventare legge si incontrano temi finora non sottoposti rigidamente a norma. La partecipazione dei privati alle attività dello Stato (calendario, erogazioni in denaro, cessione di beni). I casi di agevolazioni fiscali. L'assunzione da parte dello Stato dei rischi, in sostituzione dell'assicurazione, relativi a mostre organizzate dal ministero o da altri enti pubblici. La possibilità di convenzioni tra soprintendenze e associazioni di volontariato. Misure contro i produttori di vernici spray e sanzioni più gravi per chi imbratta monumenti o muri del centro storico. Dilatazione, da 6 a 12 mesi, del periodo in cui un'opera può stare fuori dall'Italia. Nuove norme sulla definizione e tutela delle città storiche. Infine, autonomia amministrativa, organizzativa, scientifica e finanziaria delle aree archeologiche di Pompei: tutti gli introiti affluiranno nel bilancio della soprintendenza, la quale può stipulare accordi di programma con soggetti pubblici o privati; divisione dei compiti fra soprintendente e «city manager», il primo con responsabilità tecniche, scientifiche, di coerenza e di progettualità, il secondo con funzioni di direttore amministrativo, un soggetto estraneo all'Amministrazione, con contratto di diritto privato. «Grande - ha riferito Veltroni - il successo che l'apertura serale dei musei ha riscosso. Il "palmarès" va a Bari e Torino. I visitatori del Museo Egizio sono aumentati, in queste ultime settimane, del 32 per cento: Quelli del Castello Svevo, nel capoluogo pugliese, del 58,33 per cento». Liliana Madeo Scavi a Pompei

Persone citate: Liliana Madeo, Svevo, Veltroni