La resa dei conti con il Cavaliere

la resa dei conti con il Cavaliere la resa dei conti con il Cavaliere II lungo duello ora sembra alla stretta finale A a ben vedere il memoriale D'Adamo è solo metà della notizia. L'altra metà è che quel memoriale stava da tempo nelle mani di Berlusconi: lo aveva da due anni in cassaforte a Arcore. La circostanza la rivela (incidentalmente) proprio il settimanale «Panorama». «E' stato l'ingegner Antonio D'Adamo a consegnarlo a Silvio Berlusconi» nel corso di un incontro nella villa di Arcore uno dei primi giorni di settembre del 1995. E quei due fogli dattiloscritti sono finiti sulle scrivanie della Procura di Brescia solo il 31 maggio scorso, quando Berlusconi li estrasse dalla propria cartella. Curioso che l'ex presidente del Consiglio, nonché attuale capo dell'opposizione, nonché leader politico impegnato da un mese e mezzo nella riforma della Carta costituzionale (e in particolare del capitolo Giustizia) tenga per due anni carte così compromettenti e (apparentemente) cariche di reati. Anche perchè Berlusconi a Brescia ci era già stato - e a lungo - per dare il suo contributo alle inchieste contro Di Pietro. Verbalizzò per otto ore il 19 dicembre 1996, quando disse che andava a riferire «particolari agghiaccianti» - «Di Pietro voleva colpirmi per sostituirmi a Palazzo Chigi» - proprio negli stessi giorni in cui l'ex carabiniere Felice Corticchia e l'ex maresciallo dei carabinieri Giovanni Strazzeri raccontavano altri «particolari agghiaccianti» su Antonio Di Pietro per i quali (da ieri) sono stati rinviati a giudizio per calunnia. Quali particolari? Che Di Pie tro agiva per fini politici. Che si adoperava per incastrarlo fab bricando anche prove false. Che molestava sessualmente una giornalista, eccetera eccetera Cose che lo stesso Corticchia aveva raccontato a Berlusconi, sui divani di Arcore. Berlusconi dunque va a Brescia quella prima volta. Tralascia la storia delle molestie sessuali, ma riferisce tutto il resto. In par¬ ticolare che Di Pietro «si dichiarava sicuro di poter sostituire il presidente Berlusconi ove lo stesso fosse stato costretto dalle attività e dagli interventi della Procura milanese a dimettersi». Però non consegna il memoriale del suo amico, l'ingegner Antonio D'Adamo che pure era stato vicinissimo a Di Pietro, almeno fino alla primavera del 1993. Rinuncia perciò a riferire dei nuovi 100 milioni (o più) che l'ex magistrato avrebbe ricevuto da D'Adamo. Rinuncia a riferire del telefonino cellulare e della casa di via Agnello dati in uso gratutito a Di Pietro, della automobile pre¬ stata alla moglie. Rinuncia a riferire la cosa più importante: che i prestiti e i regali erano (sarebbero stati) finalizzati a ottenere da Di Pietro un atteggiamento morbido «per gli amici comuni» Maurizio Prada e Sergio Redaelli. Quel che non fece allora, Silvio Berlusconi lo fa il maggio scorso, quando con la Mercedes blindata entra fin nei cortili del Tribunale di Brescia, al riparo da telecamere e fotografi. Un mese e mezzo più tardi (cioè l'altro ieri) tocca a Antonio D'Adamo essere convocato. E l'ingegnere, che fino adesso si era sempre avvalso della facoltà di non rispondere, si mette a parlare. E' una accelerazione di tutto rispetto, vista l'aria che si respira a Palazzo di Giustizia. Da giorni si infittiscono le voci di imminenti sviluppi delle inchieste sugli uomini legati a Berlusconi. Da giorni si parla di carte svizzere in arrivo. E a catena di nuove rivelazioni sui magistrati romani messi sotto mchiesta per corruzione, di novità sui conti movimentati dalla Karfinco, la banca svizzera di Francesco Pacini Battaglia. Nuovi giorni duri per Di Pietro. Nuove inchieste che andranno a accavallarsi. Compreso il nuovo fronte aperto da Tiziana Parenti, deputato di Forza Italia, contro Ilda Boccassini, che nel frattempo è diventata la punta più acuminata del pool di Milano. Cornice del quadro: l'impasse della Bicamerale dove nulla che riguardi la Giustizia è riuscito a compiersi. Nessun accordo sul 513 che manderebbe a monte un bel po' di processi. Nessun accordo sulla separazione delle carriere. Muro contro muro sull'amnistia. L'accelerazione è adesso, il finale di partita in autunno. Pino Corrias

Luoghi citati: Arcore, Brescia, Milano