Abuso ufficio«Piu' vincoli per i pm» di R. I.

Pacini: ma tornerò Abuso ufficio Più vincoli per ipm ROMA. Disco verde dalla commissione Giustizia di Palazzo Madama alla nuova legge sull'abuso d'ufficio. Ieri, è stata approvata la riforma dell'articolo 323 del Codice penale. Due le principali novità procedurali introdotte dal Parlamento: i giudici non potranno più accogliere le richieste di rinvio a giudizio o di sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio se l'indagato oggetto delle richieste non è stato prima interrogato. «E' una riforma assolutamente ineludibile - ha spiegato il senatore Guido Calvi, relatore del provvedimento -, in quanto le interpretazioni giurisprudenziali, dopo l'intervento legislativo del 1990, si erano susseguite ed avevano mostrato come la assenza di tipicità della condotta delineata dalla norma consentiva interventi di controllo della giurisdizione penale così anomali da prefigurare la sovrapposizione di scelte amministrative e politiche con quelle d'ordine giudiziario». Calvi aggiunge che «l'astrattezza della norma consentiva interventi dei pm privi di controllo. Ora, invece, poiché la condotta che si reputa illegittima è stata precisata, si consente al pubblico ufficiale di conoscere qual è il discrimine tra lecito e illecito e al pm di intervenire solo quando si accerti una reale violazione della legge». «Grande soddisfazione» per l'approvazione della legge è stata espressa dal presidente Anci, Enzo Bianco, sindaco di Catania: «Toglie la spada di Damocle sulla testa dei pubblici amministratori - osserva -. La modifica dell'art. 323 era una battaglia su cui i primi cittadini italiani si erano fortemente intestarditi, sostenuti anche da opinioni autorevolissime come quelle del presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, e quella della Camera dei deputati, Luciano Violante». La legge varata dal Parlamento non è quella auspicata dall'Anci, che chiedeva una più rigorosa specificazione del reato dell'abuso d'ufficio, ma per Bianco si tratta di «un passo verso un maggiore equilibrio tra due esigenze: la trasparenza negli atti pubblici e la serenità degli amministratori». Anche l'ex presidente della Corte Costituzionale ed ex ministro della Giustizia Vincenzo Caianiello ritiene la riforma «un passo avanti sulla strada della certezza del diritto, che darà maggiore tranquillità ai pubblici amministratori, in precedenza esposti ad azioni giudiziarie dai confini estremamente indefiniti», [r. i.]

Persone citate: Enzo Bianco, Guido Calvi, Luciano Violante, Oscar Luigi Scalfaro, Vincenzo Caianiello

Luoghi citati: Bianco, Catania, Roma