Bari come Napoli, Far West in strada

Duello tra baby-criminali vicino all'affollato lungomare finisce nel sangue: colpiti due amici che passeggiavano Bari come Napoli/ Far West in strada Duello tra baby-criminali vicino all'affollato lungomare finisce nel sangue: colpiti due amici che passeggiavano Sparatoria tra la folla, feriti due innocenti BARI. La lite, il duello tra la gente, sei colpi di pistola, quattro feriti. Pochi attimi, la gente fugge. Solo per caso non è tragedia. Solo perché i proiettili volano bassi. Largo Adua di sera è come un autobus zeppo di persone, i giovani si sfiorano, uno accanto all'altro. Si fermano nei pub, chiacchierano fino a notte, siedono ai tavolini dei bar. Le auto si muovono a fatica sul lungomare. Era quasi mezzanotte quando hanno sparato, martedì. Non uno, sei colpi. Due ragazzi si sono sfidati, avevano una pistola. Si sono feriti e hanno ferito altri due ragazzi che non c'entravano nulla. Erano lì, parlavano, bevevano qualcosa. Vito Pappagallo ha 19 anni. E' stato colpito al piede destro. Francesco Carrassi ne ha 21. «Ho visto un giovane in piedi - racconta - aveva in testa un cappellino con la visiera al contrario. Una pistola in mano, sparava contro ragazzi che erano seduti su una panchina. Sono fuggito, come tutti, e ho sentito un formicolìo alla coscia sinistra. I miei jeans si sono sporcati di sangue». Vito e Francesco, ricoverati al Policlinico di Bari, se la caveranno con pochi giorni di convalescenza. «E' andata bene - dice Francesco Carrassi - potevo morire». Accusati di avere sparato e perciò fermati dalla polizia (per tentativo di omicidio plurimo, detenzione illegale di armi e spari in luogo pubblico), sono ricoverati al Policlinico Carlo Contini, 18 anni, e un sedicenne, entrambi conosciuti dalla polizia per piccoli precedenti penali. Contini ha un foro alla gamba, l'altro una ferita al torace. Potrebbe esserci anche una terza persona, un altro giovane coinvolto nella sparatoria. Probabilmente era su uno scooter. Non si sa chi sia. I due fermati non dicono nulla, neppure che avevano una pistola in pugno. Le armi non sono state ritrovate. Il ragazzo in scooter potrebbe averle fatte sparire. «Gettandole in mare spiegano in questura - le stiamo cercando». Raccolti i sei bossoli calibro 9 e 7,65. Sono la testimo nianza che aBari, la-città in cui un bambino può impugnare una mi traghetta per servire i boss, il terrò re dei primi anni Novanta non < passato. Anche se i capi storici dei clan sono in carcere, anche se gli scippi sono in calo. I ragazzotti sono sempre stati protagonisti, con le armi in pugno, per strappare borsette, per uccidere. Lo si è capito chiaramente a fine '96, quando un'inchiesta della magistratura ha fatto scoprire un'organizzazione criminale che impiegava i barnbini come killer. Uno di questi aveva 13 anni. Certo, non è il caso di martedì. Qui la malavita non c'entra. E' un'altra storia. La lite è scoppiata probabilmente per un apprezza¬ mento pesante a una ragazza. Prima qualche parola di assaggio, una scaramuccia, poi il duello. Francesco Carrassi, giocatore di basket in serie C, un contratto a termine con la Firestone scaduto da qualche giorno e la prospettiva del servizio di leva a fine luglio, era appena uscito dal cinema con gli amici e stava sul lungomare. Non dimenticherà. «La città in cui viviamo è anche questa - dice - bisogna fare attenzione. Io e gli altri giovani sappiamo che questa è una città in cui si spara». Quando ha capito cosa stava accadendo, è scappato. Poi si è accorto di essere ferito, si è sfilato dai pantaloni la cintola stringendola alla gamba per fermare l'emorragia. Non ha avuto paura. «No, ma so di essere stato davvero fortunato». Un altro ragazzo, sportivo come lui, 19 anni, è preoccupato. Si chiama Nicola Ventola. Fino a qualche anno fa era nessuno. Ora è il centravanti del Bari Calcio, il ragazzo prodigio della Nazionale under 23. Diventa il testimonial della Bari fresca e per bene quando afferma: «Il problema è molto serio». E lancia un appello alla Chiesa. Due giorni fa ha inaugurato un Campetto parrocchiale di calcio: «Un campo può togliere i giovani dalla strada e avvicinarli allo sport. I sacerdoti devono attrarre i bambini educandoli. Solo così si può eliminare la criminalità giovanile». Tonio Aitino I ragazzi non sono gravi Caccia a un complice fuggito in motorino dopo aver gettato le armi della sfida in mare L'appello del bomber Ventola: «Soltanto lo sport può aiutare a prevenire la criminalità che vede protagonisti i giovani» A destra il lungomare di Bari, teatro della sparatoria

Persone citate: Carlo Contini, Contini, Firestone, Francesco Carrassi, Nicola Ventola

Luoghi citati: Bari, Napoli