La beffa di Totò Riina Controllava gli appalti per i lavori in tribunale

I ragazzi non sono gravi Caccia a un complice fuggito in motorino dopo aver gettato le armi della sfida in mare La beffa di Tote Riina Controllava gli appalti per i lavori in tribunale Il superboss pilotò l'assegnazione PALERMO. Le mani della mafia a Palermo perfino sull'appalto da 74 miliardi per la costruzione di tre edifici destinati alla pretura, dietro il Palazzo di giustizia. E spunta il nome di Totò Riina. Il capo della mafia infatti è uno dei 20 intestatari di ordini di custodia cautelare firmati dal giudice per le indagini preliminari Vincenza Massa su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Vi sono due latitanti. Tra gli altri 18 nomi, spicca quello del costruttore edile Angelo Siino, 53 anni, già condannato a 8 anni di reclusione nel processo «Mafia e appalti». Un altro arrestato assai noto è l'architetto Gioacchino Sciacca, 55 anni, fino al 1994 presidente dell'Associazione industriali di Trapani. E nei guai sono finiti anche amministratori dell'impresa di Roma «Sinces Chiementin». Al fianco di Riina e Siino nell'operazione, secondo gli inquirenti, fu il boss del rione Noce Raffaele Ganci, chiamato in causa dal figlio Calogero. [a. r.l

Persone citate: Angelo Siino, Gioacchino Sciacca, Raffaele Ganci, Riina, Siino, Totò Riina, Vincenza Massa

Luoghi citati: Palermo, Roma