Vittima eccellente del morbo d'Africa di Domenico Quirico

^1 Vittima eccellente del morbo d'Africa r ANALISI ^1 GLI ingredienti ci sono tutti, ben oliati, penosamente consueti: il dittatore camuffato, «all'africana», da presidente democratico, senescente ma capace di innalzarsi a una ingegnosa nocività per non mollare il potere, il suo clan, banditesco e tribale, che saccheggia perfino la carestia, l'opposizione disperata perché soffocata dalle spire della maledizione etnica in cui l'ha avviluppata il padrone, torme di affamati accampati attorno alla capitale, quotidianamente sottoposti, dalla vernice modernizzante dei grattacieli e del consumismo turistico, alla tentazione di una apocalisse sanguinaria e riparatrice. In Kenya è venuto il tempo di archiviare le foto dei safari e delle spiagge di smeraldo per leggere lo scenario della tragedia africana prossima ventura. E questa volta per gli afroottimisti la disillusione è ancora più bruciante. Perché questo con i grattacieli, i boys ben educati e i giudici che sudano sotto britannici parrucconi, sembrava un modello lontano anni luce dal caos somalo o liberiano. Eppure il ventennio di Arap Moi, erede del padre della patria Kenyatta carissimo ai terzomondisti, è un modello classico, la prova di come i dinosauri del I continente sono riusciti a trituI rare la balbuziente democrazia. Moi nel '92, stimolato da una fretta sospetta, ha finto di abbandonare l'ortodossa quiete del partito unico per imboccare le insidiose rapide del multipartitismo. Niente più che uno stratagemma, un episodio, una digressione, un'eresia. Con brogli giganteschi ha stravinto cementando il potere nel mastice del «consenso», sempre utile a tacitare i molesti scrupoli occidentali. Poi ha cominciato a lavorare per il terzo millennio (le elezioni dovrebbero tenersi a gennaio). Nella Rift valley, sacra ai paleontologi, si recita una pulizia etnica spietata e silenziosa. Sfruttando l'odio antico tra i contadini kikuyu, etnia maggioritaria, e i nomadi masai e kalenji (piccola tribù del presidente), il regime ha scatenato squadroni della morte, protetti dalla polizia, che hanno bruciato villaggi, ucciso e cacciato migliaia di persone. Le vittime, i kikuyu, sono la base elettorale dell'opposizione, i vincitori, masai, luo e kalenji irrobustiscono le legioni del partito del presidente. Se non basterà la violenza è già pronta un'alternativa. Per votare sarà obbligatorio presentare la nuova carta d'identità. La distribuzione è stata molto celere per le tribù «amiche», lentissima per quelle poco fedeli. Domenico Quirico icoJ|

Persone citate: Arap Moi, Kenyatta

Luoghi citati: Africa, Kenya