L'autocritica di D'Alema «Era meglio un panino» di Gianni Letta

L'autocritica di D'Menta «Era meglio un panino» L'autocritica di D'Menta «Era meglio un panino» ROMA. Quella famosa cena in casa di Gianni Letta (con Berlusconi, Fini e Marini) continua ad essere un rovello per il presidente della Bicamerale, Massimo D'Alema. Troppe critiche, troppi sospetti. «La prossima volta, meglio un panino che una cena...» dice dal microfono del Gr-Rai, nella tramissione «Filo diretto». «Nel nostro Paese c'è molta ipocrisia: se l'avessimo fatta in un ufficio, mangiando un panino, dando così l'impressione di maggiore sofferenza, ci sarebbero stati meno articoli sui giornali. Riconosco che è stato un errore di immagine». E ha aggiunto, sempre sul tono ironico, che «non si è fatta la Costituzione a cena. C'è stata solo, a latere, una riunione esattamente come facevano i nostri padri costituenti. Qualcuno di loro me lo ha detto candidamente. Solo che i padri costituenti sono di tanti anni fa e giustamente sono circondati da un alone di nobiltà. Noi, invece, dobbiamo essere raffigurati come quattro trafficanti. Così vuole la leggenda sui politici...». Sempre a ruota libera, il segretario del pds ha poi parlato del suo partito e delle tensioni interne, con tono tranquillizzante. «Niente di drammatico» è successo nella direzione di martedì. «Vorrei rassicurare tutti: nemmeno ad ottobre ci sarà spargimento di sangue. Non ci saranno rese dei conti. Abbiamo avuto una discussione e continueremo a discutere». Ai suoi critici più aspri nel pds ha dedicato una attenzione particolare: «E' del tutto legittimo che Occhetto e Macaluso esprimano le loro opinioni. Mi posso solo rammaricare del fatto che le loro opinioni siano sempre così severamente criticne: è possibile che in tre anni di responsabilità del pds, avendolo portato alla vittoria delle elezioni, al governo e alla riforme io le abbia sbagliate proprio tutte? Mi sembra, anche statisticamente, improbabile». «Il fatto è - ha aggiunto - che le distanze con gli altri partiti uno se le aspetta, mentre quelle con i proprio compagni di partito sono più impreviste e creano maggiore amarezza»,, A quanto pare, stando alla lunga chiacchie^ rata radiofonica di ieri, D'Alema vede ridursi anche le distanze col partito che gli ha creato, finora, maggiori problemi: Rifondazione comunista. Sarà il clima pre-vacanziero, sarà che tutti danno per scontato che il governo Prodi non ha credibili alternative fino all'approvazione delle riforme (e Prodi lo dice per primo), il fatto è che ora il segretario del pds fa i complimenti a Bertinotti, il quale ricambia. I rapporti di collaborazione al governo con Rifondazione sono migliorati, assicura D'Alema. «Via via, nel tempo, il rapporto è migliorato e noi siamo un governo sostenuto da tutta la sinistra, che ha compiuto un risanamento che non ha pari in Europa e ha destato l'ammirazione in Europa e nei mercati internazionali. Il mio giudizio è che, nel tempo, la collaborazione con Rifondazione è migliorata. Il Prd ha una forte vocazione di opposizione e protesta e quindi si misura con difficoltà con la prova del governo. Ha dovuto anche compiere scelte difficili e io do loro atto di avere compiuto scelte coraggiose». Pronta la risposta di Bertinotti, che rovescia il discorso e prende lui il ruolo di chi promuove l'altro: «Anche D'Alema è entrato nel clima generale. E' sempre meglio che i denti digrignati. E va dato atto che nel pds uno spostamento c'è stato: non è più il partito solo del risanamento e il problema della disoccupazione sembra essere tornato centrale». [r. r.)

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