«Ecco le prove contro i pedofili» di Franco Giubilei
Si allarga lo scandalo, le immagini portano a nuovi minorenni sfruttati Si allarga lo scandalo, le immagini portano a nuovi minorenni sfruttati «Ecco le prove contro i pedofili» Scene di stupri nelle videocassette di Modena MODENA. Ieri gli incubi peggiori evocati dall'inchiesta modenese sui presunti pedofili si sono materializzati sul televisore del commissariato di Mirandola: sullo schermo, dove i poliziotti stavano visionando le videocassette porno sequestrate durante le perquisizioni di lunedì, hanno cominciato a scorrere le immagini di rapporti sessuali fra bambini e adulti. I piccoli, di età fra i 6 e gli 8 anni, non sono gli stessi che erano già stati allontanati dalle loro famiglie in via cautelare, il che lascia pensare che il giro dello sfruttamento sia ancora più ampio di quello venuto alla luce finora: quattro persone arrestate fra cui il padre e il fratello di un bimbo di 8 anni, sedici indagati con l'accusa di abusi sessuali ai danni di minori di 10 anni, le case di dodici famiglie della Bassa Modenese perquisite dalla polizia. Fra le prime videocassette, delle 240 messe sotto sequestro, gli inquirenti ne hanno trovata una con le scene choc di cui si diceva: un filmato realizzato in modo amatoriale, senza sonoro, in cui i volti dei bambini sono ben riconoscibili, a differenza degli adulti, di cui compaiono solo i corpi. Ma c'è dell'altro: fra il materiale requisito dagli agenti ci sono fotografie hard che ritraggono uno degli indagati in atteggiamenti scabrosi con la figlia, che oggi è maggiorenne, ma che all'epoca in cui furono scattate le istantanee aveva tra i 12 e i 14 anni. Come se non bastasse, l'uomo è il nonno di due dei bambini che sono stati allontanati dai genitori per ordine del Tribunale dei minori di Bologna. Tutte prove che rafforzano le tesi del pm modenese Andrea Claudiani, che sta conducendo le indagini, e che vanno a formare lo squallido scenario dei festini di pedofili organizzati in alcune villette della Bassa. Il bisogno di denaro di chi metteva a disposizione i bambini sarebbe il movente: lo confermano i racconti del piccolo di 8 anni di Massa Finalese che per primo, confidandosi con gli assistenti sociali dell'Usi di Mirandola, ha svelato i particolari di questa vicenda. Pur avendo vissuto in modo traumatico quell'esperienza, il bimbo è stato capace di descrivere con precisione luoghi, persone e incontri, arrivando perfino a ricordare marche e colori delle macchine fotografiche che lo riprendevano, oltre all'arredamento delle stanze in cui si svolgevano i festini. Agli assistenti sociali ha raccontato: «Io non ci volevo andare in quelle case, ma dovevo farlo per il mio papà. Se non ci andavo mi diceva che sarebbe morto». Altri due bambini, si è saputo ieri, si sono aperti con gli inquirenti. Anche in questo caso i ricordi sono di una precisione sconcertante: i piccoli descrivono oggetti, luoghi, e i nomi di battesimo delle persone adulte. Uno dei bimbi ha indicato un personaggio che si presentava ai festini in compagnia di una donna, rivelando i nomi di entrambi. Il magistrato ha poi appurato che l'uomo, in effetti, partecipava alle orge in compagnia dell'amante. A rendere ancora più schifosa la vicenda è un altro particolare: agli assistenti sociali i piccoli hanno spiegato che i loro amici venivano portati agli incontri dai genitori, gli stessi genitori che i bambini vedevano ricevere denaro dai personaggi con cui erano costretti a stare. Intanto, prosegue la protesta delle famiglie cui sono stati sottratti i figli: anche ieri alcuni genitori si sono presentati davanti al commissariato di Mirandola proclamandosi innocenti. Avevano lamette da barba con cui si sono tagliati i polsi. Franco Giubilei Un bambino: andavo a quelle feste soltanto per fare piacere a mio papà mm j I- * La protesta delle famiglie cui sono stati sottratti i figli davanti al commissariato di Mirandola
Persone citate: Andrea Claudiani
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