«La Napoli sana si nasconde»
«La Napoli sana si nasconde» «La Napoli sana si nasconde» «L'esercito? Rimedio molto parziale» PROCURATORE CORDOVA P NAPOLI ROCURATORE Cordova, ormai la camorra non esita a sparare tra la folla, colpendo donne e bambini. Siamo di fronte a una nuova strategia terroristica? «No. Ritengo sia un effetto del dilagare del fenomeno camorristico che ha assunto forme di temerarietà tali da consentirsi di compiere le sue "esecuzioni" in pieno giorno, nella pubblica via, senza neppure curarsi dell'incolumità dei passanti. Spesso si tratta di bande minori contrapposte, che regolano così i loro conti. E' una manifestazione, la più eclatante e sanguinaria, della rioccupazione e della contesa del territorio da parte dei clan». Lei ha denunciato molte volte la carenza di uomini e mezzi nella sua procura: fino che punto crede che ciò abbia influito nell'escalation della violenza a cui stiamo assistendo negli ultimi tempi? «Nonostante lo stato di quasi paralisi, non si contano i procedimenti sfociati in misure restrittive per reati di camorra. Queste misure, fra il '93 il '96, hanno riguardato circa ottomila persone. Paradossalmente, la guerra a cui stiamo assistendo è anche, in parte, conseguenza dello sconvolgimento degli assetti camorristici determinato nel periodo '92-'94 dalle attività inquirenti e investigative. La mancata rioccupazione del territorio da parte dello Stato ha causato le lotte di successione o per l'espansione, lotte giunte agli eccessi che tutti sappiamo. Se gli organici fossero stati adeguatamente rafforzati, i risultati sarebbero stati molto più decisivi ma sempre temporanei, in quanto l'attività repressiva non può che recidere i rami, che puntualmente ricrescono, e non mai le radici, che sono profonde e estese». Ma il sottosegretario alla giustizia Ayala ha detto che la situazione a Napoli sul fronte degli organici non è poi tanto grave... «Il problema non è quale sia la percentuale della mancata copertura dell'organico: è invece proprio l'organico a non essere idoneo al tasso di illegalità che caratterizza la provincia di Napoli. Così si continua a sacrificare la capacità di risposta al crimine in nome di un organico obsoleto invece di adeguare quest'ultimo alle evidenti e drammatiche nuove esigenze». Procuratore, qual è la strategia giusta da adottare contro la camorra? «Per arginarla occorrerebbe un'azione costante e progressiva volta a bonificare l'humus in cui essa prospera, cosa che non è mai avvenuta. Ciò è tanto vero che la relazione della Regia Commissione d'in¬ chiesta su Napoli, presentata nel lontano 1901, diceva le stesse cose che si continuano a dire attualmente. Non posso tuttavia tacere che, dopo la perdita dell'occasione storica rappresentata in Campania dal pentitismo, la progressiva rioccupazione del territorio da parte della camorra era stata prevista e infinite volte segnalata, aggiornata e riscontrata dai fatti. Gli organici, però, non sono stati incrementati; anzi, l'aumento disposto nel giugno del '96 è rimasto con¬ gelato. Si pensi che, a causa di ciò, non è possibile sviluppare centinaia di episodi delittuosi per cui sono state acquisite tutte le fonti di prova, e che i pentiti da gestire sono circa 180». In che misura ritiene utile l'intervento dell'esercito, sia pure con compiti limitati, nella provincia di Napoli? «Solo per sgravare le forze dell'ordine dai servizi di vigilanza. Ma si tratta di un rimedio molto parziale e certamente non determinante. D'altra parte la città non può rimanere in permanente stato d'assedio, mentre le forze criminali sono sterminate e straripanti. Occorrerebbe ben altro per rimuovere un fenomeno ormai consolidato». Al di là dell'azione giudiziaria, pensa che vi sia una mobilitazione sufficiente della società civile napoletana per isolare la camorra? «No. Il recupero della legalità, cosa assai facile, viene spesso predicato, mentre è senz'altro più difficile praticarlo e ancora più arduo farlo praticare. Purtroppo la parte sana dei vari ceti sociali attende che altri facciano, ma quando si tratta di esporsi - in genere e fatte le debite eccezioni - si defila e si ritrae.- Ciò avviene perché manca la fiducia nella tutela dello Stato, mentre ben più temibile è "l'altro" Stato le cui sanzioni sono certe, immutevoli e. inappellabili». Fulvio Milone «C'è un male antico rappresentato dagli organici obsoleti rispetto al tasso di illegalità» «La mancata rioccupazione del territorio da parte dello Stato ha causato le lotte fra i clan» ma svi resufe a ¬ QUARTIERI OCCIDENTALI, 9 clan: Grimaldi, Contino, Lago, Cavalcanti, Baratto, Bianco, Sorrentino, D'Ausilio, Sorprendente. ' mmmm< >•»• 11 ■"Finn QUARTIERI CENTRO17 clan: Frizziero, ex Paesano, CimminCaiazzo, Polverino, Di Biasi, TerraccianoEsposito, BiancospinRuggiero, Giuliano, Tolomelli, Misso, Pirozzi, Vastarella, Guida, Contini, Russ«La Napoli s«L'esercito? Rim
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