«Contro la camorra soldati del Meridione»

La rabbia dei sindaci dei centri teatro degli ultimi agguati: vogliamo un incontro con Napolitano La rabbia dei sindaci dei centri teatro degli ultimi agguati: vogliamo un incontro con Napolitano «Contro la camorra soldati del Meridione» Brutti: l'operazione durerà 3 mesi NAPOLI. La rabbia e lo sconforto hanno la faccia di un quarantenne che non ha vergogna di confessarsi «cugino di un camorrista». Pasquale D'Errico, primo cittadino a Crispano, racconta una storia famigliare per dire ciò che in parecchi pensano in queste ore: certo, è bene che l'esercito arrivi fin qui, ma i soldati non bastano. Lo sostengono, con accenti diversi, quasi tutti i sindaci che ieri mattina si sono riuniti nella sala del municipio di Cardito, dove sabato scorso una sparatoria ha seminato il terrore alla festa patronale. In 12 hanno partecipato al «tavolo di lavoro» organizzato per discutere delle questioni di ordine pubblico legate all'incalzare di una malavita sempre più feroce. E alla fine hanno deciso di dar vita ad un coordinamento permanente di tutti i sindaci dei paesi a Nord di Napoli. In un documento chiedono un confronto con il governo sull'emergenza criminalità, la convocazione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica con il ministro Giorgio Napolitano; propongono di utilizzare i militari di leva nei comandi di polizia municipale, ma sollecitano anche «un piano di sviluppo». A spiegare, però, che lavoro e repressione possono non essere sufficienti, c'è Pasquale D'Errico che si definisce «un non-sindaco» di un «non-Comune, per giunta in dissesto». Governa Crispano, a pochi chilometri da Carditello, teatro delle scene da Far West di sabato sera, e spiega che per liberarsi della violenza occorre fare autocritica. Glielo ha fatto capire il «cu¬ gino camorrista», morto qualche anno fa. «Noi della famiglia - racconta - lo invitavamo a tornare nella cosiddetta società civile. Lui ci spiegava che proprio i componenti della società civile lo rispettavano e facevano a gara per catturare la sua benevolenza. In questo modo, si sentiva qualcuno, si sentiva realizzato anche senza cultura, senza un ruolo sociale». E racconta ancora, il sindaco di Crispano, che la stazione mobile dei carabinieri, da lui stesso sollecitata, è rimasta nella piazza del paese per poco più di un mese: «Dopo 10 giorni ho avuto forti pressioni da commercianti e da altre persone della "società civile" per farla andare via. Mi dicevano che erano calati gli incassi, ma non penso proprio che i clienti dei negozianti fossero tutti camorristi». I sindaci protestano (esprimendo la rabbia per un territorio «dimenticato dalla Stato») e si organizzano, mentre i napoletani esorcizzano la paura giocando al Lotto il terno ispirato alla cronaca (20, Napoli; 12, i militari; 88, la camor¬ ra) e la macchina che porterà i soldati sotto al Vesuvio si è già messa in moto. Il sottosegretario alla Difesa Massimo Brutti assicura che «non saranno un corpo estraneo» per la città: «Il criterio fondamentale che si seguirà sarà di sceglierli prima di tutto dalla Campania e in generale dall'area meridionale». Napoletani, pugliesi e calabresi in divisa a presidiare obiettivi fissi indicati dal prefetto in modo da liberare tra i 450 ed i 500 uomini delle forze dell'ordine che - spiega Brutti - potranno essere impiegati nell'attività investigativa. «Per una maggiore vivibilità - sottolinea il sottosegretario - si sta pensando ad un impiego non in piccoli gruppi, ma in presenze consistenti». Secondo le previsioni, vi saranno tre turni di rotazione di un mese ciascuno «perché questa - afferma Brutti - ci sembra una durata ideale». Ma non manca un invito alla prudenza: «Non vorrei che il senso della missione venisse troppo enfatizzato. I militali porteranno un aiuto, certo concreto, ma che non potrà essere risolutivo. In¬ sieme, servirà l'impegno di tutte le forze dell'ordine, finalmente liberate da certe mansioni di presidio e di scorta». Critica apertamente l'arrivo dei militari un gruppo di associazioni che comprende l'Arci e la Lega degli obiettori di coscienza («Napoli non è l'Albania, non si eliminano le bande armate mandando l'esercito»). Sembra scettico Nunzio Giuliano, fratello del boss di For¬ LA MAPPA DELLE COSCHE A NAPOL3 MARIANELLA QUARTIERI SETTENTRIONALI, 7 clan: Prestieri, Loruzzo, Bocchetti, Sarno, Stabile, Di Lauro, Esposito. PIANURA QUARTIERI OCCIDENTALI, 9 clan: Grimaldi, Contino, Lago, Cavalcanti, Baratto, Bianco, Sorrentino, D'Ausilio, Sorprendente. ' mmmm< >•»• 11 ■"Finn QUARTIERI ORIENTALI, 10 bande: clan Sarno, Mazzarella, Aprea, Cuccaro, Alberto, Formicola, Reale, Rinaldi, D'Amico, Altamura QUARTIERI CENTRO, 17 clan: Frizziero, ex Paesano, CimminoCaiazzo, Polverino, Di Biasi, Terracciano, Esposito, Biancospino, Ruggiero, Giuliano, Tolomelli, Misso, Pirozzi, Vastarella, Guida, Contini, Russo. NOTA: La definizione ex clan si riferisce a gruppi camorristi che si sono disciolti o disgregati in piccole bande dopo l'arresto o la morte del boss ZONA OVEST (Pozzuoli-Area Flegrea) 2 clan: Longobardo-Beneduce contro SebastianoBellofiore. AREA VESUVIANA (Casalnuovo,V0lla, S. Anastasia, Cercola), 2 clan: Sarno contro Veneruso. FASCIA COSTIERA VESUVIANA (Ercolano, Portici, Torre del Greco, Torre Annunziata, Castellammare di Stabia): schegge ex clan Ascione, Falanga, Argiulo, Gionta, Gallo, D'Alessandro, schegge ex clan Imparato. ZONA CARDITO - CRISPANO-CAIVANO: schegge ex clan Gaglione. FORZE IN CAMPO DELLA CAMORRA Circa seimila affiliati 81 clan censiti FORZE IN CAMPO DELLO STATO 19 pm della direzione distrettuale antimafia di Napoli Oltre 15 mila appartenenti alle forze dell'ordine cella, Luigi, che anni fa annunciò di aver chiuso con il passato: «Bisogna lavorare per rimuovere la causa della violenza, eliminando l'economia illegale, cambiando modello di vita, indicando valori positivi». E il parroco di Scampia, portavoce del disagio delle periferie, don Vittorio Siciliani scuote la testa: «E' troppo tardi». Mariella Cirillo