Commendo Ira assalta il treno per Belfast di Fabio Galvano
Commendo Ira assalta il treno per Belfast GUERRIGLIA NELL'ULSTER In quattro giorni feriti 60 poliziotti e 49 civili. Lanciate 1444 molotov, incendiati 363 veicoli Commendo Ira assalta il treno per Belfast i / terroristi fanno scendere i passeggeri e danno fuoco ai vagoni LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'Irlanda del Nord consuma nell'ennesima spirale dell'odio le ultime chances di pace. Ieri un treno - l'espresso che unisce Dublino a Belfast - è stato preso d'assalto alla stazione di Newry, nella contea di Down, da un gruppo di uomini mascherati che si sono dichiarati combattenti dell'Ira. E non c'è città dell'Ulster che dopo gli scontri avvenuti domenica a Portadown non abbia conosciuto la sua razione di violenza e distruzione. Ieri le fiamme dell'odio - e meno metaforicamente quelle dei veicoli incendiati - si levavano a Belfast, a Lurgan, a Strabane, nella stessa Portadown. Anche politicamente la scena si complica, con la scoperta di un documento da cui risulterebbe che già il 20 giugno - e non venerdì scorso, come aveva dichiarato il capo della polizia - il governo aveva deciso che sarebbe stato «il minore dei mali» consentire la marcia degli orangisti protestanti che ha suscitato quest'ultima esplosione. I passeggeri del treno assalito ieri sono stati costretti a lasciare le carrozze. Alcuni vetri sono stati infranti, taniche di benzina sono state versate negli scompartimenti e dopo pochi attimi il convoglio è stato dato alle fiamme. Poteva ripetersi la scena di domenica, quando un altro treno era stato incendiato a Lurgan; ma questa volta l'intervento dei vigili del fuoco è stato pronto e il convoglio, nonostante i danni, è stato salvato. Per ore, tuttavia, reparti dell'esercito lo hanno perquisito alla ricerca di bombe. Da sabato notte, quando sono esplosi i primi episodi di violenza, secondo i dati ufficiali ci sono stati in Ulster 776 attacchi alle forze di sicurezza, sono state lanciate 1444 bombe molotov, 363 veicoli sono stati catturati e dati alle fiamme. C'è anche un ! morto: un giovane protestante ucciso a Belfast dall'esplosione della bomba - si dice - che stava disinnescando dopo il mancato uso. Il bilancio dei feriti è di 60 poliziotti e 49 civili: fra i primi anche l'agente preso a fucilate a Portadown, nella cattolica Garvaghy Road, fra i dimostranti i quattro giovani tuttora in gravi condizioni dopo essere stati colpiti dai controversi proiettili di gomma (ne sono stati sparati 2400) di polizia ed esercito. Tanto basta perché il negoziato di pace, che in assenza di una tregua dell'Ira esclude il Sinn Féin, passi hi secondo piano. E già l'attenzione si volge alle marce di sabato a Belfast e a Londonderry: le più temute, con i protestanti decisi a sfilare con bombette, ombrelli neri e gonfaloni per ricordare ai nazionalisti la battaglia del Boyne con cui l'Inghilterra cementò nel 1690 il suo dominio sull'isola; e con i cattolici pronti a replicare a quell'affronto che si ripete ogni anno. Ma anche, questa volta, a denunciare il comportamento del governo britannico. Invano il ministro per l'Irlanda del Nord, Mo Mowlam, ha precisato che il documento sulla marcia di Portadown era solo «un quadro delle opzioni» tracciato dai suoi consiglieri. Il Sinn Féin parla di «complotto»; ma anche le forze più moderate lo denunciano come una forma di tradimento. Il leader dell'Sdlp, John Hume, ha chiesto un incontro chiarificatore con il primo ministro Tony Blair per discutere la «completa mancanza di comprensione» dei risentimenti nazionalisti. Anche da Dublino, dal governo irlandese, emergono espressioni di «disappunto» per il comportamento di Londra, mentre l'Ulster si prepara a un altro weekend d'odio. Fabio Galvano
Persone citate: Boyne, John Hume, Tony Blair
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