Welfare, scontro sui licenziamenti di P. Pat.

7 Sindacati e Confìndustria ai ferri corti. Addio prepensionamenti, muore la «cigs», cassa estesa a tutti Welfare, scontro sui licenziamenti Fossa: bisogna tagliare 10 mila miliardi ROMA. Scontro «indiretto» tra sindacati e Confìndustria sui licenziamenti collettivi o meglio sulla «flessibilità» nel mercato del lavoro, perché su questo tema incandescente il governo ha preferito evitare il confronto testa a testa organizzando tavoli separati a Palazzo Chigi nel secondo round sulla riforma dello Stato sociale dedicato agli ammortizzatori sociali. E le altre indicazioni che scaturiscono dalla riunione di ieri sono parimenti importanti: si va verso l'abolizione dei prepensionamenti e della cassa integrazione straordinaria da sostituire, per i sindacati, con un ventaglio di nuove misure: formazione continua, contratti di solidarietà, lavori di pubblica utilità. Infine, la cassa integrazione ordinaria verrà estesa a tutte le aziende, anche alle medio-piccole. E questo orientamento è condiviso anche da Confapi e Confcommercio, con limitazioni da parte di Confesercenti e Confartigianato. Il governo non ha preso alcuna decisione definitiva, ma il suo orientamento favorevole alla radicale modifica degli ammortizzatori sociali era già emerso nel controverso documento preparatorio al confronto presentato da Prodi a metà giugno. E ieri, nella prima tornata di fronte ai sindacati con-, federali, il governo ha mantenuto, secondo il leader della Cgil Sergio Cofferati, un atteggiamento di «disponibilità ed attenzione». «Non abbiamo neanche comin ciato a litigare - ha aggiunto con una battuta il numero imo della Uil, Pietro Larizza -. Né gli even- tuali contrasti sono rimandati al tavolo sulla previdenza, perché il 15 (giorno del primo esame sulle pensioni, ndr.) non c'è Italia-Brasile». Mentre il leader della Cisl, Sergio D'Antoni, ha rimarcato «la buona volontà, tanta buona volontà» dimostrata dal governo. Resta naturalmente da verificare quello che succederà nella fase successiva a quella attuale dei preliminari, pur succosi come si sono rivelati quelli di ieri sugli ammortizzatori. Dunque, la posizione dei sindacati è chiara: «Non siamo assolutamente disponibili ha scandito secco Cofferati - a prendere in considerazione ipotesi di licenziamenti collettivi di fronte a crisi strutturali, come chiede una parte delle imprese italiane». ((Allargare le ipotesi di licenziamento, come chiede la Confìndustria è fuori dal mondo - incalza D'Antoni -. Dimostreremo che l'Italia è il Paese più flessibile d'Eu¬ ropa». Opposta, naturalmente, la tesi della Confìndustria. Ieri il presidente Giorgio Fossa ha ribadito che bisognerà tagliare 10 mila miliardi al Welfare nel prossimo triennio. E a Palazzo Chigi, il direttore generale Innocenzo Cipolletta ha spiegato a Treu e Micheli come la pensa Confìndustria sulla modifica degli ammortizzatori sociali. Il punto di partenza degli imprenditori è che la cassa integrazione è un sistema che sta funzionando bene, ma se proprio «si vuole cambiare l'attuale assetto, noi non ci opponiamo, ma allora ci vuole anche più flessibilità sul mercato del lavoro, sia in entrata con l'mtroduzione dei contratti a termine, sia in uscita, interrompendo il rapporto di lavoro quando viene dichiarato lo stato di crisi e riconosciuta la necessità di ricorrere alla cassa integrazione». Cipolletta ha ricordato come anche secondo il ministro Treu la legge sulla «cassa» speciale è disattesa per le pressioni che mirano a prolungare nel tempo la sua durata. «A questo punto ha concluso - l'unica soluzione è che al momento in cui si dichiarano gli esuberi venga interrotto il rapporto di lavoro». Toccherà al governo far da arbitro fra sindacati e imprenditori su questo «nodo delicato». Ma al termine dell'incontro Treu ha sostenuto, a titolo personale, che «la posizione di Confìndustria sui licenziamenti mi pare una forzatura», anche se bisognerà introdurre elementi di flessibilità perché non si può continuare con la cassa integrazione «a vita». Piuttosto, Treu ha affermato che per risolvere le crisi strutturali si dovrà utilizzare l'orario di lavoro, con riduzioni incentivate, e un ruolo decisivo toccherà alla riqualificazione del personale in esubero. E solo in mancanza di altre soluzioni si interromperà il rapporto TIP0L06IA DISOCCUPAZIONCASSAINTEGRAM0BILITA' PREPENSIONAMPENSIONE ANZIATOTALE Tabella Inps degli di lavoro. Questa l'impostazione del governo che mira a modificare gli ammortizzatori sociali con numerose leve. La cassa integrazione, estesa in maniera flessibile a tutti i settori per risolvere le crisi congiunturali. Orario, da riorganizzare, e rafforzamento dei contratti di solidarietà nelle crisi strutturali. Poi la formazione, per riqualificare i lavoratori in esubero. Infine, trattamento di disoccupazione unificato ed omogeneo nei vari settori, se i precedenti strumenti non daranno risultati. [p. pat.]

Luoghi citati: Brasile, Confapi, Italia, Roma