Pds, scontro rinviato all'autunno di Claudio Petruccioli

^g^5^ Gli ulivisti ottengono un «mini congresso» a ottobre. OcchettO: peggio che negli Anni 50 Gli ulivisti ottengono un «mini congresso» a ottobre. OcchettO: peggio che negli Anni 50 Pds, scontro rinvialo all'autunno D'Alema: non c'è resa dei conti, solo eccessi polemici ROMA. La resa dei conti non c'è stata, ma nemmeno la pace. Ieri D'Alema ha affrontato l'opinione «delle compagne e dei compagni della direzione nazionale» sul suo lavoro di presidente e sui risultati della Bicamerale. Alla fine, con tutti i distinguo del caso, lo scontro, se ci sarà, è rinviato ad ottobre, quando verrà convocata l'assemblea congressuale di Botteghe Oscure. Nonostante il clamore preparatorio dei media, D'Alema ieri era tutto fuorché un imputato. In chiusura ha però chiesto se ci sia nel partito «una maggioranza che sostenga questa linea con una chiara assunzione di responsabilità, non solo nei giorni di festa, quando si vince, ma anche nei passaggi difficili e sofferti». La solitudine del leader, si direbbe: «Intere pagine di giornali sono piene di interviste a dirigenti del pds, con il rischio di confondere le idee ai cittadini». Il dibattito è stato aperto da Cesare Salvi, uno dei colonnelli del partito, l'uomo della relazione sulla forma di governo, e che dalla Bicamerale è uscito come un protagonista: Salvi consacra «l'ottimo lavoro che abbiamo svolto», ma soprattutto rivendica il valore politico: «Non ci sono stati né ci saranno scambi o cedimenti con l'opposizione. Abbiamo posto fine all'idea che si stava facendo largo nel Paese che solo il Polo fosse portatore di vera innovazione». Come teste a difesa, Salvi ha portato un professore, francese però: Olivier Duhamil, «ammirato» dal lavoro degli italiani. Salvi conclude, e Occhetto se ne va dalla sala: «Nemmeno in una sede periferica del partito degli Anni 50 si prendevano così in giro i compagni». Dentro, restano i dalemiani, ma non solo. Luigi Berlinguer: «Procedere per emendamenti progressivi ha dato all'iter un risultato di equili¬ brio». Umberto Ranieri, che del pds è il ministro degli Esteri: «Il lavoro in Bicamerale è stato importante per la legittimazione di tutte le forze politiche. Ah era su posizioni di estremismo presidenzialista, e invece Fini ha rotto sia con Cossiga che con Segni. E siamo usciti dall'emergenza degli Anni 80, segnati dall'idea della scarsa legittimità di tutte le forze politiche. Soprattutto il Paese ha capito quello che a Di Pietro non è chiaro: l'Italia non può più permettersi di affrontare nodi politici in un clima di scontro». Il principio del riformismo, ha ricordato Ranieri al dissenziente Petruccioli, «è accettare di realizzare meno di quello che ci si è proposti se questo serve a sbloccare U processo di riforme». E questo, che forse della Bicamerale è il vero risultato, ha fatto inalberare Petruccioli: «Mi sento come l'agnello nella favola di Fedro, mi si criminalizza se solo esprimo critiche. E queste sono invece legittime. Non fate scattare, per favore, l'allarme rosso dell'attacco alla leadership ogni volta che uno ha un'idea diversa». Poi, Petruccioli ha chiesto per tutti gli ulivisti la convocazione dell'assemblea congressuale, ma senza toni perentori. Anzi: «Convochiamola, anche a settembre». D'Alema, nel chiudere i lavori, ha preso la palla al balzo. «Non c'è resa dei conti nel partito, ma solo eccessi polemici, teniamo l'assemblea in autunno, a ridosso del lavoro sugli emendamenti in Bicamerale, e per il rilancio dell'azione di governo». Quando prende la parola Veltroni c'è silenzio in sala: il vicepremier spiega che il lavoro della Bicamerale non ha risolto il nodo della stabilità del Paese, e che invece il governo va benissimo. Ricorda, Veltroni, che si potrebbe anche, attraverso gli emendamenti in Parlamento, tornare al premierato. Ma per quel che riguarda il partito, «ci vuole collaborazione, grande ascolto reciproco: non mettiamo in discussione quello che non è in discussione». E il riferimento è alla leadership di D'Alema, messa sotto accusa anche da Emanuele Macaluso: «E' stato un errore pretendere di fare il leader pds e il presidente della Bicamerale, con interessi confliggenti». Un punto che, alla conclusione, D'Alema non mancherà di raccogliere: «Non credo che un altro presidente avrebbe potuto fare diversamente: l'esigenza era comunque non lacerare il partito e non far cadere il governo». Il richiamo è alla forza delle cose, evidentemente. Più forte ancora la risposta a Veltroni: «La stabilità nelle riforme c'è, essa è anche una cultura che va avanti. Non abbiamo fatto un grande accordo, ma un accordo su un punto, e abbiamo impostato il dialogo con l'opposizione. Siamo stati battuti sulla legge elettorale, ma perché in questo il sistema tende a tutelare se stesso». Polemica finale con il presidente del Senato Mancino, che aveva criticato proprio nei giorni scorsi il patto sulla legge elettorale. Critiche, ha detto D'Alema, che sarebbe meglio rivolgere al ppi. E non al pds che era invece favorevole al doppio turno di collegio. Antonella Rampino esprimo critiche. E queste sono invece legittime. Non fate scattare, per favore, l'alarme rosso dell'attacco alla eadership ogni volta che uno ha un'idea diversa». Poi, Petruccioli ha chiesto per tutti gli ulivisti la convocazione dell'assemblea congressuale, ma senza toni perentori. Anzi: «Convochiamola, anche a settembre». D'Alema, nel chiudere i lavori, ha preso la palla al balzo. «Non c'è resa dei conti nel partito, ma solo eccessi polemici, teniamo l'assemblea in A sinil segMasQui Clau Giorgio Napolitano MINISTERIAL!: f| // Luigi Berlinguer fll M Piero Fassino I|| ^dmr Claudio Burlando Wmimr Pieriuigi Bersam \ /"^^^"^ llffl lllllilli fli ^'ovanno fLuigi Berlinguer ^^^^^l^a Salvi EMILIANI: Mauro Zani Sergio Sabottini Emanuele Macaluso Walter .Veltroni SINISTRA: Gloria Buffo Marco Fumagall Aldo TortorelTa m É m ULIVISTI: Claudio Petruccioli Claudia Mancina Enrico Morando Walter Veltroni OCCHETTIANI: Achille Occhetto Claudia Mancina Gloria Buffo ' ^r^gff^Lm^l'^r^^ «r\ Achille Occhaito ^g^5^ A sinistra il segretario del pds Massimo D'Alema Qui sopra Claudio Petruccioli

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