MARQUEZ: I SEGRETI DELLA MIA BOTTEGA

tuttolibri tuttolibri LA STAMPA Giovedì 3 Luglio 1997 GIANFRANCO CONTINI Omaggio al filologo fedele e solitario E9 dedicato a Gianfranco Contini, «il filologo fedele e solitario», il nuovo numero della rivista Microprovincia (con sede a Stresa, via Rosmini, 28, tel. 0323/32108). Con interventi, fra gli alt-ri, di Carlo Bo, Umberto Muratore («L'alunno rosminiano»), Giorgio Bàrberi Squarotti, Giuliano Gramigna («Le lame di Contini maestro e stregone»). In coda ai saggi, una piccola antologia continiana (da «Trasfigurazione di un liceo» a «Elegia del Moto Perpetuo», da «Canzone ritardata per la direttissima di Bologna» a «Glottologi a congresso»). INCONTRI D'AUTORE A Grado, libri sotto l'ombrellone LIBRI sotto l'ombrellone. Hanno inizio domani, a Grado, gli incontri con l'autore. Il primo, alle 18, è Giulio Andreotti (Prima Re Publica, Rizzoli). Seguiranno, I' 11, Enzo Biagi (Sogni perduti, Rizzoli, e le donne di Marcello Mastroianni), il 19 Demetrio Volcic (Est, Mondadori), il 25 Paolo Maurensig (Canone inverso, Mondadori). Nel ruolo di intervistatore Paolo Scandaletti, che, a sua volta, sarà presentato il 18 luglio da Arrigo Petacco (Venezia è caduta, la sua opera, Neri Pozza editore). Sabato 12 sarà dedicato a Grado, con la lettura dei suoi «cantori»: da Nievo a Marin, a Felluga. NUOVA COLLANA Viaggi nella Storia: Urss, guerre, mestieri VIAGGI nella Storia» è la nuova collana di Paravia Scriptorium. Diretta da Renato Monteleone e Paola Notarlo vuole aiutare il lettore a informarsi e a riflettere su temi e problemi di viva attualità. Primi titoli (ciascuno a lire 14.000): Il pianeta uniforme (l'occidentalizzazione del mondo) di Sergio Latouche, La storia dei mestieri di Renato Monteleone, Mezzi per comunicare di Chiara Ottaviano, L'Urss a pezzi di Marco Buttino, Dal vecchio al nuovo Continente di Chiara Vangelista, Le guerre del dopoguerra di Gianni Oliva. FANTASTORIE Una nuova collana dal «Terzo pianeta» FANTASTORIE dal terzo pianeta è un'antologia di racconti fantastici e fantascientifici (primo libro della collana «Scintille») che accompagnerà in edicola l'uscita di Avvenimenti e che verrà messo in vendita separatamente dal settimanale. Non si tratta in sostanza di un gadget ma di una vera e propria iniziativa editoriale curata da Valerio Evangelisti, l'autore de L'inquisitore Eymerich. A firmare questi primi racconti - tra gli altri - Enzo Fileno (barabba, Carlo Lucarelli, Luca Masali e Nicoletta Vallorani. Entro il '97 altre tre uscite. EDITORIA I piccoli s'interrogano sulla crisi finanziaria EDITORIA in difficoltà, soprattutto per i piccoli, sempre più alle prese con bilanci in sofferenza. Di questa «Crisi economicafinanziaria della piccola editoria» si discuterà in un seminario promosso da La Rivìsteria e II giornale della libreria. Riservato a 30 editori selezionati dalle due riviste, il seminario si terrà a Milano 1*8 luglio e partirà da una ricerca condotta sui bilanci di 200 piccole aziende del settore. Relazioni introduttive di Giovanni Peresson, Piero Attanasio e Cristina Mussinelli. Per informazioni: tel. 02/ 58301054/427. MARQUEZ: I SEGRETI DELLA MIA BOTTEGA Appunti di creatività su racconto e tv COME SI SCRIVE UN RACCONTO Gabriel Garcia Màrquez Giunti pp. 303, L. 24.000 OMO se cuenta un cuento: questo il titolo spagnolo del libro di Gabriel Garcia Màrquez, Come si scrive un racconto, E.I.C.T.V. Scuola internazionale di cinema e televisione, appena uscito in Italia da Giunti, tradotto da Anna Maria Piccoli. E ha un suono antico, da Mille e una notte di cui in realtà Garcia Mafquez parla nel corso del libro oppure da Cunto de li cunti o Pentamerone del nostro secentesco Basile. Al contrario, il titolo italiano, sia pure in modo innocente, sembra coltivare la speranza di chi, negli ultimi dieci o quindici anni, è passato dal sommesso: «Se sapessi soltanto scrivere... la mia vita è un romanzo» alla richiesta perentoria: «Il romanzo l'ho scritto, e ora con chi lo pubblico?». Certo è che il libro di Garcia Màrquez, che non sapremo se definire saggio, manuale o semplicemente svelamento di qualche segreto di bottega di grandissimo scrittore, verte sulla creatività, e per l'appunto sul tipo di creatività più difficile. Il racconto, si sa, è genere raffinatissimo, più vicino alla poesia che al romanzo. Qui, poi si tratta non di racconto fina- Laboratorio tra fiction e poesia: come si costruisce una storia d'amore da trasformare in sceneggiatura lizzato a se stesso, bensì destinato a trasformarsi in sceneggiatura, e, per l'appunto, il tipo di sceneggiatura televisiva più ardua: una storia d'amore di mezz'ora. Nel corso della sperimentazione, Màrquez e i suoi allievi scoprono che i soggetti televisivi sono pagati malissimo, e, potendo, è dunque meglio «creare un'impresa produttiva per vendere il prodotto finito»: conclusione che, da un lato, stimola la creazione di vere e proprie storie ma, dall'altro, entra nel vivo del problema tutt'altro che secondario àelìafiction televisiva. E, a questo proposito, dato che non c'è Paese al mondo come l'Italia (lo ha detto Umberto Eco) dove i giornali si occupino della televisione in modo così esasperato e la televisione sia «materia di dibattito e di contenzioso politico», varrebbe la pena completare la lettura dei verbali del laboratorio di Màrquez con un testo, di tipo pressoché unico, che ci insegna a decifrare la fiction nostrana quale ancora esiste ma potrebbe, a quanto pare, anche scomparire. Il testo in questione si intitola Leggere la fiction, «Narrami o diva» rivisitata (Liguori Editore, pp. 218, L. 22.000). L'autrice Milly Buonanno, fra le sue tante attività di ricerca, dirige anche l'Osservatorio sulla fiction televisiva italiana: una specie di controparte, anche se dedicata soprattutto alla soap opera, del laboratorio di Màrquez. Scopo e trama del «racconto di come raccontare» del nostro Màrquez è proprio scoprire come nascano le idee, in parole povere, il meccanismo della creatività. E Màrquez si accorge, come accade a tanti scrittori trasformatisi in docenti di classi di scrittura, di come la creatività dei suoi allievi appaia, almeno all'inizio, inesistente o addormentata. E il primo stimolo viene dalla lettura così che, a poco a poco, attraverso riferimenti letterari (dalle Mille e una notte al Conte di Montecristo a Hemingway) e cinematografici, Garcia Màrquez, quasi insensibilmente, senza insistere mai su possibili lacune, riassumendo, raccontando spalanca davanti agli allievi il gran forziere delle tante storie del mondo. Da lì, e dalla convinzione che permea tutto il libro, che nessuna storia è veramente originale e ogni storia in qualche modo nasce da un'altra e si tratta soltanto di saperla raccontare, tutta una serie di consigli estremamente convincenti: conviene, dice Màrquez, cercare un episodio della propria vita che si possa raccontare con semplicità. «E' sempre bene partire da lì... così, quando si sente di aver esaurito le esperienze personali, come fonte Gabriel Garcia Màrquez: esce da Giunti il suo «Come si scrive un racconto» creativa, è possibile cominciare a esplorare altre storie». D'altro canto, ogni storia ha la sua lunghezza: per esempio, «ci sono storie di quindici minuti che si possono raccontare più rapidamente... e non c'è cosa peggiore che dilatare arbitrariamente una storia». E poi, continua Màrquez, «mi attengo a una convinzione che vi ho già espresso: se non si riesce a raccontare la storia in una cartella, a riassumerla in una cartella, allora state pur certi che alla storia manca qualcosa o c'è qualcosa di troppo». Come si scrive un racconto è un'opera aperta, una sorta di livre de chevet per chi scrive, ha scritto o scriverà racconti, o romanzi o sceneggiature. Diciamoci, però, umilmente, che di scrittori creativi come Garcia Màrquez non ce ne sono mica molti.