Il sogno di nonno-astronauta di Andrea Di Robilant

Il sogno di nonno-astronauta Il sogno di nonno-astronauta A 75 anni chiede: rimandatemi nello spazio LA NOSTALGIA DEL PIONIERE WASHINGTON O fatto i test medici. Tutto a posto. Sono in ottima forma». Òcchi azzurrissimi, viso rugoso e sorriso decisamente sornione, a 75 anni, il senatore John Glenn ha una gran voglia di tornare nello spazio. E improvvisamente, dalla Nasa, fanno sapere che l'ipotesi è davvero allo studio: forse ci tornerà, a bordo dello Shuttle. Impeto nostalgico? Desiderio di finire in bellezza la sua carriera di ex astronauta? Curiosità scientifica? Spirito di servizio? C'è un po' di tutto questo nel grande sogno di Glenn. E adesso anche l'eccitazione generata dallo sbarco di Pathfinder su Marte alimenta le speranze dell'uomo che nel 1962 divenne il primo americano ad andare in orbita. «Nulla ancora è deciso», ha detto ieri alla televisione. Ma il senatore dell'Ohio ha rivelato di essere andato alla Nasa per fare i test medici necessari. E il direttore della Nasa, Daniel Goldin, ha confermato: «John è un grande astronauta e arde dal desiderio di tornare nello spazio. Noi stiamo pensando sul serio all'ipotesi di mandarcelo. Vedremo come andrà a finire». Gli amici e i collaboratori di Glenn dicono che nonostante siano passati 35 anni, una parte di questo «eroe americano» è rimasta lassù. La sua passione per l'esplorazione dello spazio non è mai diminuita. Anzi, cresce con gli anni. Dicono che nel suo ufficio al Senato stia piantato per ore davanti al suo computer cliccando sulla miriade di siti Internet che offrono informazioni sulle attività dello Shuttle, sui vari programmi spaziali, sui progressi nel campo dell'astronomia. Già da un po' di tempo Glenn andava in giro dicendo - sembrava per scherzo - che a lui non sarebbe dispiaciuto tornare nello spazio, che se c'era posto sullo Shuttle non si sarebbe certo tirato indietro, che era vecchio ma in ottime condizioni fisiche. Non erano soltanto chiacchiere. Allo stesso tempo, al Senato, cominciava una tenace azione per convincere il Congresso che mandare una persona anziana nello spazio aiuterebbe a capire il processo d'invecchiamento della popolazione sulla Terra. Ecco cosa disse in un sua deposizione l'anno scorso: «Il programma di ricerche della Nasa ha fatto emergere molti parallelismi tra quello che succede ad un astronauta nello spazio e quello che succede ad una persona che invecchia sulla Terra. E se riusciremo a capire i meccanismi che scatenano i processi d'invecchiamento potremo affrontare in maniera radicalmente diversa molti problemi che affliggono gli anziani». Ora gerontologi e scienziati della Nasa stanno collaborando su alcuni fenomeni comuni agli anziani e agli astronauti nello spazio: problemi di equilibrio, problemi di sonno, deterioramento delle ossa, indebolimento del sistema cardiovascolare, abbassamento del sistema immunologico. Glenn è convinto di poter essere utile alla scienza, e in particolare alla geriatria. I suoi collaboratori insistono che «il senatore non è affatto interes¬ sato a fare un'ultima corsa nello spazio così, tanto per il gusto di farla». E ricordano che siede nella commissione senatoriale sull'invecchiamento. Il suo interesse per questi problemi, insomma, non è affatto il capriccio di un ex astronauta. Ora risulta che anche la Nasa si è convinta dell'utilità scientifica di mandare una persona anziana nello spazio. Il candidato a questo punto c'è e, come egli stesso non perde occasione di ricordare, gode di ottima salute. Andrea di Robilant Il senatore Glenn ha superato i test La Nasa: si può fare Il senatore John Glenn, 75 anni, trentacinque anni fa fu il primo americano lanciato in orbita Oggi chiede di poter tornare nello spazio

Persone citate: Daniel Goldin, John Glenn

Luoghi citati: Ohio, Pathfinder, Washington