Fazio: troppe tasse e rigidità strangolano gli investimenti

Fallili troppe tasse e rigidità strangolano gli investimenti Fallili troppe tasse e rigidità strangolano gli investimenti I GOVERNATORI ALL'ATTACCO ROMA ON è colpa dei banchieri centrali l'alta disoccupazione che incupisce l'Europa continentale: sono «l'eccesso di carico tributario e fiscale e l'eccessiva regolamentazione, specie dei mercati del lavoro» a frenare investimenti ed assunzioni. Riassume così, Antonio Fazio, la discussione tra governatori delle grandi banche centrali che si è fatta ieri, nel loro consueto appuntamento mensile di Basilea. E subito il «troppe tasse» diventa argomento di polemica italo-italiana, tra code di paglia e adesioni più o meno interessate. Troppe tasse sì, in tutto il continente. Fazio sa benissimo che in Italia non le si possono ridurre da un giorno all'altro. Perché si paghi di meno, bisogna prima che paghino tutti: «L'alleggerimento del carico fiscale a beneficio dei contribuenti che adempiono i loro obblighi - aveva detto tre settimane fa a deputati e senatori - è subordinato alla capacità di conseguire risultati di rilievo nel recupero di basi imponibili e di gettito fiscale eluso od evaso». Ma occorre indicare una prospettiva per il futuro: crescerà di più un'economia alleggerita, con meno carichi fiscali e meno (come diceva Guido Carli, uno dei maestri di Fazio) «lacci e lacciuoli». Il contrattacco dei banchieri centrali è forse più indirizzato verso la Francia, che tra i grandi Paesi del continente è quello con la pressione fiscale più alta e con le maggiori resistenze a ridurre la spesa sociale. Risponde alle polemiche contro la Bundesbank, additata come responsabile della bassa crescita con il suo dogmatico rigore monetario. Per l'appunto è Hans Tietmeyer in questo periodo a far da portavoce a tutti i governatori del G-10 (che in realtà sono undici, i Sette più Olanda, Belgio, Svezia e Svizzera): «La disoccupazione - ripete non si può curare con la politica monetaria. Compito della politica monetaria è di controllare l'inflazione». Spiega Fazio: «Abbiamo esaminato ancora una volta il contrasto tra una economia molto vivace soprattutto negli Stati Uniti, senza inflazione, e l'Europa continentale dove indubbiamente l'inflazione è molto bassa e la crescita incerta. Soprattutto in Germania, in Francia e in Italia si riscontra una debolezza degli investimenti produttivi, soprattutto degli investimenti dedicati ad allargare la scala della produzione». Qual è la differenza tra i Paesi anglosassoni e il continente europeo? «Vi è l'opinione», così si esprime il governatore, che si tratti proprio del fisco e della flessibilità del lavoro. Qualche giorno fa, Fazio aveva affermato che «l'Europa nell'ultimo decennio non ha saputo realizzare i cambiamenti strutturali necessari a rispondere alla sfida della concorrenza globale». Ora aggiunge: «Per quanto riguarda l'Italia, da un lato c'è una ampia disponibilità di risparmio, dall'altro l'incapacità del sistema pubblico e privato di utilizzarlo per una espansione dell'economia. Sullo sfondo vi è una incertezza di prospettive sull'espansione della domanda. Ma è un po' il cane che si morde la coda: cioè se si fanno investimenti la domanda si espande, se non si fanno la domanda ristagna». Per uscire dal circolo vizioso, occorre imprimere una spinta energica agli investimenti. Nelle parole di Fazio torna il suggerimento di un piano ambizioso per i prossimi anni: tagliare le spese correnti dello Stato, combattere l'evasione, stimolare gli investimenti, intraprendere grandi progetti. «Ci vuole un impegno comune tra i governi europei - dice da parte sua Tietmeyer - per le riforme strutturali. C'è una eccessiva rigidità del mercato del lavoro, e in alcune aree geografiche (soprattutto la Germania, ndr) un costo del lavoro troppo elevato. Una ripresa degli investimenti c'è, ma in profondità più che in ampiezza, e ancora insufficiente». In Italia, naturalmente favorevoli sono i primi commenti degli industriali. In sostanza già sarebbe molto se si avesse certezza che le tasse non aumenteranno, perché il bilancio pubblico sarà risanato con tagli strutturali. «Le misure transitorie dice il direttore generale della Confindustria, Innocenzo Cipolletta - hanno generato l'attesa di nuovi interventi. Da qui proviene la stasi dei consumi; e il Paese resta a metà tra il risanamento e la recessione. Le troppe tasse e la regolamentazione del mercato del lavoro spingono le imprese a utilizzare la tecnologia non per creare nuovi posti ma per abbattere i costi». Stefano Lepri Ciampi: «S'è fatto come Cavour, quando decise di partecipare alla guerra di Crimea» «Soltanto nel '96 ci guardavano ancora con sospetto, ora siamo rispettati» I Paesi della UE cercano di rispettare i criteri di convergenza per partecipare allaUEM Si scelgono i Paesi membri della UEM Ha inizio l'Unione Monetarla Europea Si mantengono le monete nazionali, ma i loro tipi di conversione restano irrevocabimente fissati tra loro e rispetto all'Euro FASE DI TRANSIZIONE Si introduce Si ritirano t'Euro come da 1 la moneta circolanle circolazione le monete nazionali Esiste soltanto l'Euro come moneta dei Paesi della UEM 1997 1996-97 I Paesi della UE sono giunti ad un accordo sotto disciplina monetaria sul dopo Unione. La Francia ha chiesto un periodo di riflessione sull'accordo 1998 1 1999 . 2000 2001 2002. 2003 L 199» Creazione di una banca centrale che gestisca lo politicò monetaria unica. Vengono fissati irrevocabilmente i cambi monetari , ; OTTOBRE 1998 Elezioni tedesche, Kohl gioco il suo futuro 1° GENNAIO 1999 Data del trattato per il lancio della moneta unico LE TAPPE DELL'UNIONE MONETARIA 2004 Il presidente del Consiglio Romano Prodi e, a destra, il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio