Bruxelles promuove l'Italia in Europa di Cesare Martinetti
Disco verde al piano di convergenza, a patto che le riforme siano durature e si privatizzi Disco verde al piano di convergenza, a patto che le riforme siano durature e si privatizzi Bruxelles promuove l'Italia in Europa «Senzaprecedenti {progressi del Paese in un anno» BRUXELLES DAL NOSTRO INVIATO Perseverate, perseverate, dice l'Europa al governo di Romano Prodi, riconoscendo i «(progressi impressionanti» compiuti nel risanamento dei conti pubblici che da oggi avvicinano di più l'Italia ai requisiti richiesti per entrare nel club della moneta unica. Sì, al «piano di convergenza» di Carlo Azeglio Ciampi, ma insieme un invito al governo italiano ad «adottare misure che abbiano effetti permanenti sulla riduzione del disavanzo». E cioè, non più «una tantum», ma riforme durature nella spesa sociale, misure «risolute ed efficaci» sulle pensioni, riforma del sistema fiscale evitando riduzioni delle entrate nel periodo di transizione. L'Italia incassa dunque un «sì» pieno dal Consiglio dei ministri europeo a condizione che i patti e gli impegni siano rispettati. Per questo la Commissione e il comitato monetario di Bruxelles dovranno «vigilare» sull'applicazione dei program- mi e presentare al Consiglio una relazione quando i «buoni propositi» italiani si saranno tradotti in «concrete misure di bilancio» e cioè al momento della presentazione della Finanziaria per il '98. Una condizione che non è stata posta ad altri Paesi, come Germania e Francia che oggi (non al momento della presentazione dei loro piani di convergenza) hanno problemi dichiarati a rientrare negli stretti parametri monetari fissati dal trattato di Maastricht. Ma che questi stessi Paesi hanno imposto all'Italia come una specie di rinvio a settembre. «Il momento della verità - ha detto il commissario alla moneta De Silguy - verrà in autunno, quando saranno adottate misure specifiche». De Silguy, comunque, ha definito «importante» l'impegno di Ciampi per misure supplementari quando le ipotesi sulla crescita economica e i tassi di interesse si rivelassero «troppo ottimistiche». Ciampi ha però parlato di «approvazione piena» del piano italiano, di «giornata importante» per l'Italia: «La Commissione ha definito "senza pre¬ cedenti" i progressi che abbiamo compiuto in un solo anno». Il clima è cambiato: «Un anno fa nessuno credeva che il deficit dal 6,7% avrebbe potuto rientrare nel 3% prescritto da Maastricht». Il ministro del Tesoro ha detto che il «circolo virtuoso» s'è finalmente innescato anche grazie alla decisione di voler entrare nell'Unione monetaria fin dall'inizio. Decisione «storica», ha aggiunto Ciampi, come fu a suo tempo quella di Cavour di partecipare alla guerra di Crimea che consentì al «piccolo Piemonte» di sedere nel circolo delle grandi nazioni. La «piccola» Italia, che solo tre mesi fa era ancora guardata con sospetto dai «contabili» di Bruxelles, secondo Ciampi gode ora di un rispetto «senza precedenti» grazie ai risultati raggiunti nella riduzione dell'inflazione (dal 4% all'1,4% in un anno), dei tassi di interesse (il differenziale di rendimento rispetto ai titoli tedeschi si è ridotto da 350 a 100 punti) e nella stabilità della lira. In realtà i «contabili» di Bruxelles come Nigel Wicks, presidente del Comitato monetario, hanno diviso in due il giudizio sull'Italia: «importanti» i progressi realizzati, ma «necessaria» una ulteriore «disciplina»; «congratulazioni» alla Banca d'Italia per la «prudente politica monetaria», ma necessario un nuovo «controllo» a settembre. E infine Wicks ha detto chiaramente che attende di conoscere «quali misure saranno prese sulle pensioni». Theo Waigel, ministro tedesco delle Finanze che nel passato si era esercitato in pesanti ironie sull'Italia, questa volta è stato più leggero, ma non ha rinunciato alla battuta. L'Italia può centrare l'obbiettivo della convergenza? «Siamo a metà dell'anno - ha risposto Waigel - che è come dire metà della vita e perché uno a metà della vita non dovrebbe avere chance di successo?». E la Germania ce la farà? «Sì», ha detto Waigel, senza spiegare come. Il francese Strauss-Kahn ha fatto un riferimento al debito pubblico italiano che è il 122% del prodotto interno lordo, più del doppio del 60% richiesto da Maastricht. Ma secondo Ciampi non si trattava di una critica (le previsioni del governo parlano di una riduzione del 6% nel 2000), bensì di una sottolineatura della importanza della stabilità per la futura moneta unica «su cui siamo perfettamente d'accordo». Il più critico nei confronti dell'Italia è stato l'olandese Gerrit Zalm: «Il piano prevede una crescita economica per il '97 che fino ad adesso non c'è stata e poi il deficit non ricomincerà a crescere quando scadranno la misure una tantum? Ai buoni propositi devono seguire i fatti». Che poi, più o meno, è quello che si dice nel documento finale del Consiglio: «Si invita il governo italiano ad adottare misure che abbiano effetti permanenti sulla riduzione del disavanzo già nella legge finanziaria per il '98. E' l'unico modo per assicurare continuità allo sforzo di risanamento». E Ciampi ha detto di essere d'accordo: «Bisogna essere prudenti e stare in guardia dalla faciloneria di chi dice: è fatta». L'Europa è solo più vicina. Cesare Martinetti
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