Non era reato spiare Di Pietro
Non era reato spiare PS Pietro «Niente controlli, semplici indiscrezioni». Cancellate anche le accuse allo 007 Non era reato spiare PS Pietro Igiudici di Brescia archiviano il dossier Achille BRESCIA. Le mformative di «Achille» su Antonio Di Pietro non costituiscono reato. E intanto i pm bresciani chiedono l'archiviazione del procedimento a carico dell'ex brigadiere della Guardia di Finanza Paolo Simonetti, già stretto collaboratore di Tiziana Parenti, per la sua presunta attività di «spia» nei confronti di Antonio Di Pietro. L'ex militare delle Fiamme Gialle si sarebbe limitato a raccogliere, nei confronti di Di Pietro, «semplici indiscrezioni». Volgono così al termine due capitoli dell'eterna telenovela, senza esclusione di colpi, attorno all'attività di Antonio Di Pietro. Oggi, mentre i riflettori si accendono sul duello a distanza tra Tiziana Parenti e Ilda Boccassini, il tribunale di Brescia ospiterà un nuovo episodio della spietata battaglia a suon di carta bollata sull'ex pm Antonio Di Pietro. Si terrà, infatti, in corte d'appello l'udienza sulla richiesta dei sostituti procuratori bresciani per non archiviare, nonostante il parere contrario dei gip, la pratica inerente alle accuse di Gorrini contro Di Pietro, a partire dalla celeberrima Mercedes a prezzo d'affezione fino ai debiti di gioco di Eleuterio Rea. E non sarà episodio di poco conto, come attesta l'annunciata presenza in aula dello stesso Di Pietro. Ma, per ora, le attenzioni sono tutte per la decisione del gip Anna Di Martino, su richiesta del pubblico ministero Silvio Bonfigli. Il magistrato bresciano ha ieri deciso che le informative elaborate dalla fonte «Achille» del Sisde su Antonio Di Pietro non costituiscono reato. Secondo i magistrati, le informative su Di Pietro raccolte dalla fonte «Achille» pur rappresentando una violazione della privacy dell'ex pm, non costituirebbero in realtà una vera e propria attività di «spionaggio» o «intelligence». Le fonti del Sisde si sarebbero li- mitate a mettere assieme informazioni in larga parte già pubblicate sulla stampa o comunque già largamente note all'opinione pubblica. Più che la reputazione dell'ex pm, insomma, ad aver subito danni sarebbe stato al solito l'erario dello Stato... Dalle indagini, infatti, sarebbero emerse responsabilità a livello di gestione da parte dei vertici dei servizi segreti che avrebbero insistito a tener aperta una «fonte» che non ha portato alcuna notizia utile, almeno ai fini istituzionali, ma si è rivelata alquanto dispendiosa. H bilancio dell'operazione, a detta degli inquirenti, presenterebbe infatti, tra le altre cose, un notevole esborso economico. Il procedimento sulla fonte <(Achille» era cominciato nell'autunno del '95 dopo le dichiarazioni dell'ex agente del servizio segreto civile Roberto Napoli. Lui aveva dichiarato ai magistrati bresciani di aver ricevuto dai propri superiori la missione di svolgere attività di spionaggio sui magistrati che agivano nell'ambito del pool «Mani pulite». L'incarico, a detta di Napoli, avrebbe dovuto concentrarsi su Antonio Di Pietro e, in particolare, sulle sue attività prima della fine del '93. Tra gli altri indagati nell'ambito dell'inchiesta archiviata figurava, con l'accusa di abuso d'ufficio, l'ex capocentro del Sisde Francesco Falchi e gli ex direttori del servizio segreto Domenico Salazar, Alessandro Voci e Angelo Finocchiaro. Nell'ambito dell'indagine, però, risultava indagato anche Bettino Craxi in relazione all'acquisizione illecita di alcuni tabulati riguardanti l'utenza telefonica di Antonio Di Pietro. Ma la posizione dell'ex segretario del psi è stata stralciata, per cui nei suoi confronti il procedimento resta pendente. Il gip Anna Di Martino, infine, ha archiviato anche le accuse nei confronti di Napoli, iscritto nel registro degli indagati per calunnia verso i suoi superiori. [r. m.] Prosciolto anche il collaboratore della Parenti? L'ex ministro dei Lavori Pubblici Antonio Di Pietro
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