Giustìzia, il pds invita tutti alla calma

Divampa la polemica all'interno dei partiti. Del Turco: «E' difficile che finisca bene» Divampa la polemica all'interno dei partiti. Del Turco: «E' difficile che finisca bene» Giustìzia, il pds invita tutti alla calma Flick chiede gli atti alle procure di Genova e Brescia ROMA. Nel bel mezzo del Transatlantico, il presidente della commissione antimafia, l'ulivista Ottaviano Del Turco, scuote la testa: «Spero che finisca bene. Ma è difficile. Perché o si dimostra che la Parenti è una pazza da legare, ma non so se è così, oppure mantenere la Boccassini nel ruolo che ha è come tenere una volpe a guardia di un pollaio...». Parole crude, che spiegano i piedi di piombo con cui si sta muovendo il ministro della Giustizia Flick, il quale solo ieri ha dichiarato di aver richiesto informazioni ufficiali sul caso ParentiBoccassini. Già, perché lo scontro sulla giustizia divampa e spacca gli stessi schieramenti politici, facendo esplodere dissensi da un pezzo sopiti fra An e Forza Italia, già acuiti dalle accuse di Berlusconi a Di Pietro, non condivise da An. E all'interno dell'Ulivo, e segnatamente del pds, la cui direzione, convocata oggi per discutere delle riforme, finirà per dibattere il tema caldo del giorno. Forse per questo adesso nei due poh si cerca di buttare acqua sul fuoco. Il responsabile giustizia del pds Pietro Folena, al Tg3 della sera, lancia un esplicito invito ad «abbassare i toni», in un'intervista misuratissima, in cui dà un colpo al cerchio e uno alla botte. «Il pool di Mani pulite non può essere delegittimato, ha fatto delle cose importanti, come l'Arma dei carabinieri», dice da una parte Folena. E dall'altra aggiunge: «Proprio per questo vorremmo che tutti abbassassero i toni, uscendo dalle polemiche». Per Folena, uomo vicino a D'Alema, quello a cui si è assistito negli ultimi giorni «è uno spettacolo un po' penoso». «Questa giustizia squadernata, con le intercettazioni pubblicate sui giornali, con la delegittimazione di tutti contro tutti, è qualcosa che non fa bene al Paese. Bisogna essere sobri ed equilibrati. La giustizia è silenzio, è applicazione della legge e rispetto dei di¬ ritti dei cittadini, che il cittadino si chiami Rossi o Neri, Parenti o Cugini»; Folena prende anche le difése di Di Pietro, attaccato da Berlusconi al consiglio nazionale di Forza Italia («Il presidente Berlusconi ha detto delle parole di troppo, sopra le righe»), ma alludendo ancora a certi giudici aggiunge che «non si possono più usare le inchieste giudiziarie o le allusioni, la logica degli omissis o delle pagine mancanti, come strumento di lotta politica». Insomma, ce n'è per tut¬ ti. Così la giornata di ieri, aperta con la Titti Parenti che al Tg3 Morning News annuncia una nuova querela - dopo quella contro il pm di Genova Monetti - questa volta contro il coordinatore di An Maurizio Gasparri, reo di aver definito «somozisti, più che giustiziaUsti» (dall'ex dittatore del Nicaragua Somoza) i metodi investigativi dei carabinieri genovesi, avallati dall'ex magistrato, si è chiusa con una replica pacata di Gasparri, che corregge il tiro, raccontando di un suo colloquio chiarificatore con Silvio Berlusconi. «Ero stato intervistato dopo che l'onorevole Beppe Pisanu, capogruppo di Forza Italia, mi aveva duramente attaccato sui temi della giustizia», si giustifica Gasparri. Che ammette di aver usato toni «indubbiamente polemici» con la Parenti. Ma, intanto, il verde Luigi Manconi aveva osservato che «nel caso specifico, Gasparri ha ragione». Mentre l'azzurra ipergarantista Tiziana Maiolo aveva intinto il pane nelle accuse ai magistrati, criticandone il «doppiopesismo»: «Se dovessimo seguire il metodo ambrosiano, come pure quello palermitano, la Boccassini dovrebbe essere in carcere, e i procuratori di Milano e Genova sotto inchiesta disciplinare. Speriamo che Flick insisteva - questa volta abbia più coraggio». Un invito al ministro della Giustizia arrivava anche da un gruppo di deputati di An, che chiedevano un dibattito in Parlamento alla presenza del ministro, mentre un gruppo di senatori presentava un'interrogazione al Guardasigilli. Ma pure dal verde Pecoraro Scanio, che non risparmiava però dure repliche agli avversari: «Prima la richiesta di arresto di Di Pietro, oggi quella della Boccassini, con le allusioni da parte della Maiolo ai metodi giudiziari di Milano e Palermo: il consiglio nazionale di Forza Italia ha inaugurato un salto di qualità nell'attacco alle procure che continuano a rimanere in prima linea». E alla fine Flick fa sapere di essersi mosso per far luce sugli intricatissimi fatti. «Ho chiesto all'ispettorato di acquisire, compatibilmente col segreto delle indagini preliminari e senza alcuna interferenza con le indagini in corso, gli elementi necessari a me, sia per rispondere ad eventuali indagini in corso, sia per l'esercizio dei miei poteri». Maria Grazia Bruzzone Folena: «Questa giustizia squadernata, tutti contro tutti, non fa bene al Paese» Tiziana Maiolo «La Boccassini dovrebbe essere in carcere» Pecoraro Scanio «Da Forza Italia un nuovo attacco alle procure» Qui accanto il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick A sinistra il procuratore capo di Genova Vito Monetti

Luoghi citati: Brescia, Genova, Milano, Palermo, Roma