Marte, alla Nasa sono tornati a sorridere
Primi indizi dalle pietre fotografate: sul Pianeta Rosso c'erano molti fiumi a regime torrentizio Primi indizi dalle pietre fotografate: sul Pianeta Rosso c'erano molti fiumi a regime torrentizio Marte, alla Nasa sono tornali a sorridere Riparata l'avaria, il robot è partito in esplorazione WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Su Marte c'era acqua in gran quantità, che scorreva in fiumi e torrenti levigando rocce e trasportando pietre». E' questo il risultato della prima domenica lavorativa di Sojourner, il piccolo robot a sei ruote che ieri ha finalmente iniziato a curiosare tra le rocce di Marte dopo che alcuni intoppi. Grazie alle fotografie ricevute tramite la sonda-madre Pathfinder, gli scienziati hanno già individuato diverse rocce interessanti verso le quali hanno cominciato a indirizzare il robot. Non solo: sulle foto sono chiaramente visibili i segni di varie catastrofiche alluvioni avvenute milioni di anni fa, che potrebbero racchiudere i segreti della formazione del pianeta. Una conferma alle supposizioni: «C'erano molti fiumi a regime torrentizio» nella Valle di Ares dove si è posato Pathfinder. «Stiamo morendo dalla voglia di andare a vedere - ha detto Matthew Golombek, capo scien- ziato della missione -. Le rocce nella zona di Twin Peaks (l'hanno chiamata così dopo che le prime foto hanno rivelato due elevazioni molto simili) non sono affatto tutte uguali. C'è una grande varietà di colori, di forme, di superfici». La prima roccia verso la quale si è diretto il robot - su ordine degli scienziati di Pasadena - è lontana un paio di metri appena dalla sonda. Ed ha già un nome: Barnacle Bill (Bill l'incrostato). Gli scienziati prevedono di ricevere «una valanga» di dati nei prossimi giorni, utili per capire la formazione geologica di quelle pietre. «E la storia della formazione di Marte potrà essere d'aiuto per capire la formazione della Terra e degli altri pianeti del sistema solare», ha spiegato Daniel Goldin, direttore della Nasa. L'obiettivo immediato è quello di trovare tracce microscopiche di vita passata su Marte. Recentemente gli scienziati hanno confermato che una meteorite proveniente da Marte e rinvenuta in Antartica racchiude segni di qualche micro-organismo vissuto milioni di anni fa. Le rocce più\ interessanti dal punto di vista geologico saranno portate a terra nel 2005, quando si concluderà questa prima serie di missioni su Marte. Il Jet propulsion lab di Pasadena ha così ritrovato l'entusiasmo che era esploso venerdì, quando Pathfinder aveva mandato un flebile segnale radio per annunciare al mondo che era arrivato su Marte tutto d'un pezzo. Sabato il clima era improvvisamente cambiato: all'euforia era seguito un grande nervosismo mentre gli ingegneri cercavano di ristabilire la comunicazione con il piccolo robot. Senza una comunicazione chiara, gli scienziati a Pasadena non avrebbero potuto pilotarlo. Ma nella notte tra sabato e domenica, il contatto è stata pienamente ristabilito. A quel punto gli scienziati hanno deciso di avviare subito le operazioni di sbarco - fino a quel momento il robot non era ancora sceso dalla sonda - dando l'ordine per l'abbassamento della rampa. Sojourner ha iniziato a scendere molto lentamente - la sua velocità massima è comunque solo 1,5 centimetri al secondo - e dopo quattro minuti toccava la sabbia rossastra di Marte. Poco dopo a Pasadena è arrivata la prima foto che ritraeva Sojourner ai piedi della rampa. Erano anche visibili le tracce che il robot aveva segnato nel suolo. «Il robot è perfettamente dispiegato, funziona benissimo ed è pronto ad inaugurare una nuova era nella storia dell'esplorazione», ha esultato Jake Matijevic, capo del progetto Sojourner. Ma a quell'ora era notte fonda su Marte. Gli scienziati hanno chiuso le comunicazioni e il robot è rimasto parcheggiato lì nella sabbia, vicino alla sonda Pathfinder, fino all'alba. A quel punto i raggi del sole hanno attivato i piccoli pannelli solari che assicurano energia al robot e l'esplorazione dei dintorni è finalmente cominciata. Andrea Di Robilant Nella base Nasa si sono vissute 12 ore di tensione. Poi, mentre l'alba su Marte si faceva più rossa, i tecnici sono riusciti a far ripartire il robottino Jacob Matijevic l'inventore del prezioso giocattolo: «Tutta colpa di un modem. Le due macchine non dialogavano per il capriccio di un computer» In basso un modello della sonda inviata su Marte I tecnici dell'equipe della missione Mars Pathfinder con un mosaico di fotografie della superficie di Marte
Luoghi citati: Pasadena, Washington
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