«Mistero risolto, sono i resti del Che»

Esperti sicuri a un primo esame, annuncio ufficiale fra 7 giorni dopo le analisi Esperti sicuri a un primo esame, annuncio ufficiale fra 7 giorni dopo le analisi «Mistero risolto, sono i resti del Che» Trovati nella foresta boliviana da un 'équipe cubana CARACAS. Sembra finalmente svelato il mistero dei resti di «Che» Guevara: sono stati identificati con certezza fra le ossa dei sette cadaveri trovati nei giorni scorsi in una fossa comune a Vallegrande in Bolivia. Lo ha dichiarato Jorge Gonzalez, medico legale cubano, che ha partecipato agli scavi condotti nella zona. «Siamo alla presenza, senza dubbio, delle sue spoglie» ha detto. Lo scheletro in questione è privo di mani: quelle del Che furono infatti sezionate al momento della morte per verificare l'identità attraverso le impronte digitali fornite dalla polizia argentina. Inoltre, la parte anteriore del cranio presenta un affossamento che coincide con quello del comandante argentino. Gonzalez dirige la squadra di sei esperti, tre cubani e tre argentini, incaricati dell'esumazione dei resti di sette scheletri di guerriglieri, scoperti 15 giorni fa in una fossa comune nei pressi della pista di atterraggio di Vallegrande. Già nei giorni scorsi si erano moltiplicate le voci sull'identificazione dei resti scoperti. Il Che era stato catturato, ferito, l'8 ottobre 1967 nella zona del Churu, regione di Vallegrande, ma gli archivi militari boliviani non contenevano nessuna indicazione circa la sua sepoltura, avvenuta il giorno dopo. Quattro casse ermeticamente chiuse contenenti i resti di altrettanti guerriglieri, fra cui il Che, sono state trasportate a Santa Cruz de la Sierra dove saranno realizzati gli esami scientifici necessari a risalire con cer¬ tezza all'identità dei corpi rinvenuti. Le casse sono giunte ieri all'Ospedale giapponese di Santa Cruz dove il direttore, Carlos Dabdoub, ha dichiarato che le analisi sui resti ossei dovrebbero durare una settimana. Il governo boliviano, intanto, non ha voluto confermare ufficialmente il rinvenimento dei resti del Che, ma ha detto che, se necessario, faciliterà un rapido rimpatrio delle spoglie di Guevara a Cuba. Il futuro presidente boliviano Hugo Banzer ha sostenuto che «i famigliari di Che Guevara e degli altri guerriglieri hanno il diritto di riottenere le ossa dei loro congiunti». Ma già crescono le polemiche sulla destinazione futura delle spoglie, riguardo all'opportunità di non allontanare il guerrigliero dai luoghi della sua lotta. Daniel Alarcon Ramirez, conosciuto come il «comandante Benigno», per anni collaboratore del Che e oggi critico di Fidel Castro, ha detto che «se i resti sono di Guevara i resti appartengono alla Bolivia», ricordando che lo stesso leader guerrigliero soleva ripetere che «dove un uomo cade là deve restare». Infine, è grande la delusione delle autorità e della gente di Vallegrande per l'annuncio del possibile trasferimento a Cuba dei resti del Che. I responsabili locali non hanno esitato a dire di sentirsi «traditi» dal proposito del loro governo e il sindaco della località, Jaime Rodriguez, ha detto ad una radio che «la cosa giusta sarebbe che il guerrigliero restasse là». A Vallegrande si sperava di sfruttare la scoperta a scopo turistico, [n. neg.] Lo scheletro è privo di mani (le tagliarono per le impronte) Un affossamento rivelatore nel cranio Polemiche: La Paz vuol rispedire le spoglie all'Avana La gente del posto vuole tenersele L'ULTIMO ANNO DI UN MITO Un ufficiale boliviano mostra ai giornalisti i fori di entrata dei proiettili sul corpo di Guevara prima che la salma venga fatta sparire

Luoghi citati: Bolivia, Caracas, Cuba, La Paz, Vallegrande