«Presidente, perché no?»
«Presidente, perché no?» «Presidente, perché no?» Parla lo scrittore socialista Agolli TIRANA DAL NOSTRO INVIATO Non è un giudizio, i giudizi li danno i comuni mortali. E lui non è un comune mortale, è un aedo, uno scrittore, anzi, il presidente della Lega degli scrittori e degli artisti albanesi. Lo è dal 1973, il che significa da un'altra era geologica, politicamente parlando. E ora dice, con questa che ha il sapore di una sentenza: «Sali Berisha non è stato un presidente al di sopra delle parti. Lui ha rappresentato il partito e non gli interessi dell'Albania». Dritero Agolli è nato 66 anni fa nelle campagne del Devoll e ha studiato ad Argirocastro, come Enver Hoxha. Si schermisce, ma appena un po', quando gli dicono che il prossimo Presidente della Repubblica sarà lui. Eppure l'Albania cerca una figura al di sopra di tutto e di tutti da presentare al mondo e se non proprio al mondo, almeno all'Europa, quella che si dice unita e della quale il Paese delle aquile cerca di far par- te. Certo, c'è Ismail Kadaré, conosciuto e apprezzato ai quattro angoli della Terra, ma non è sicuro che lui accetti, e neppure che siano tutti d'accordo sulla scelta. E poi, vive a Parigi. La vita di Dritero Agolli s'intreccia con quella dell'Albania in maniera così stretta che è quasi impossibile capire dove finisce l'una per iniziare l'altra. Anche quella cupa di Hoxha. O, so- prattutto, quella. Lui è un socialista e le vecchie idee le ha forse modificate, di certo non tradite, come hanno fatto parecchi, e in fretta, non appena crollò l'ultimo muro, quello che circondava Tirana. Ora Agolli viene considerato il più grande scrittore d'Albania. Certo, c'è sempre Kadaré, ma quello se n'è andato. Uno scrittore solido, uno che ha studiato all'Accademia delle Arti di Leningra- do, quando andare in Unione Sovietica era un sogno riservato a pochi, ai migliori. Al ritorno, si dette al giornalismo, ma la vera passione era la letteratura. Forse perché in una pagina si poteva trovare qualche piccolo rifugio mentre sulle colonne di un giornale gli spazi di libertà erano inesistenti. Debuttò nel 1958 con la raccolta «Ne udhe dola», «Sono uscito di strada». Stampato a Tirana, il che significa bene accetto al regime, o meglio, a Hoxha il monarca. Ha una produzione ricca, anche più di quanto sia stato pubblicato, perché non tutto quello che scriveva era lecito o, più semplicemente, piaceva. Ed era una lotta, lunga, spossante: per guadagnare un pizzico di libertà, a volte si doveva rinunciare a qualcosa, magari a molto, ma non esistevano alternative. No, non si trattava di.compromessi, dice lui, piuttosto era una lotta per la vita combattuta in silenzio, che, tanto, alzare la voce non sarebbe servito a niente. La passione politica, la convinzione di trovarsi nel giusto, hanno rappresentato sempre l'altra faccia della sua vita. Deputato nel partito del lavoro, deputato ora, con i socialisti, che ne sono gli eredi legittimi, anche se si affrettano a precisare che il loro rosso è un po' sfumato e i due garofani hanno preso il posto della falce e del martello. Ora che lo invocano, Agolli dice: «L'Albania ha bisogno di un uomo che sia al di sopra delle parti». E poi aggiunge: «Tante persone potrebbero fare il Presidente. Ma si tirano indietro. Agli albanesi manca il coraggio di ricominciare. Ma poi, quando ciascuno si assume le proprie responsabilità, dopo va avanti: così anch'io. Se mi prendo la mia parte di responsabilità, poi porto avanti il compito che mi sono assunto». [v. tess.l «Berisha rappresenta solo il suo partito Io sono un uomo al di sopra delle parti» Dritero Agolli con Kadaré è considerato il maggior scrittore albanese Deputato socialista è indicato da molti come l'uomo che Nano vuole far eleggere presidente
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