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L'uomo che sfida Piazza Affari «Peppino 'o Mibtel» davanti alla Borsa fa soldi scommettendo sull'indice L'uomo che sfida Piazza Affari OMILANO PERA lì, a due passi dai signori del denaro, nella City milanese. Lì, dove da settimane è tornato il buonumore assieme al rialzo della Borsa. E tutti parlano di contratti a termine, opzioni, futures... Ma Giuseppe Castellone, napoletano, classe 1935, milanese d'adozione dal 1947, appassionato di listini dal '55, non si lascia impressionare. «'0 future? - dice - è così, con 'sto arnese che rovinano le famiglie». Meglio, insomma, fidarsi di Peppino. Già perché anche stamane, Giuseppe, in arte «Peppino 'o Mibtel» terrà banco in piazza Meda, nel cuore della City meneghina, proprio davanti alla Popolare di Milano, lungo la strada che tutti i giorni fa Enrico Cuccia per andare da casa a Mediobanca, e viceversa. Accetterà le puntate sull'indice di Borsa, il Mibtel dei suoi clienti, impiegati, casalinghe, studenti e vecchie volpi. Puntata minima, 50 mila lire secche; si prevede un rialzo (o un ri¬ basso) dell'indice Mibtel entro una data ora. Chi vince, riscuote la posta più il 75%, chi perde, lascia la puntata nelle mani di Peppino. Da settimane, ormai, lui fa affari d'oro. «L'idea? - spiega -. L'ho avuta qualche mese fa, diciamo 5 o 6, davanti a questi tabelloni di Borsa. Ragazzi, ho detto agli amici, qui è impossibile guadagnare, perché le regole le fanno loro. E allora perché non ci facciamo noi un bel ticket?». Scommessa dopo scommessa, giornata dopo giornata, il giro d'affari di Peppino, ora in pensione, è cresciuto sempre di più. Fino a quanto? «Qualche milione al giorno» minimizza lui, guardingo ma deciso a restare in regola. «Io sono una palla di vetro - puntualizza -. Quasi quasi vado alla Finanza, e chiedo quel che devo pagare...». Nell'attesa, a mezzogiorno, Peppino 'o Mibtel chiude bottega e se ne va. Per qualche isolato, la sua strada sarà la stessa di Cuccia. Ugo Bertone