Tra set di film e vip, il nuovo Rinascimento fiorentino

In Toscana, il ciclone del turista (Foro Tra set di film e vip, il nuovo Rinascimentofiorentino dove l'uomo è un optional». «Fra Michelangelo e la Ferrari non c'è tanta differenza - continua un po' paradossalmente Pirella -.Vince sempre la ricerca delle proporzioni, l'essenzialità, la cura del levare, non dell'aggiungere. Noi italiani il Rinascimento ce lo portiamo dentro. E ormai la Toscana è un luogo altamente simbolico, quasi un non-luogo, un'utopia». Davvero è il paesaggio diffuso dai media, ancora più dell'arte, a caratterizzare l'odierna immagine toscana e il suo successo. Un paesaggio che non si usura. Viene anzi capito e apprezzato quasi d'istinto da un pubblico crescente. Non più soltanto i «felici pochi», i colti viaggiatori di ieri e di oggi. Il fatto è che in diverse zone esso è stato conservato, è ancora quello rappresentato nei quadri del Quattro e del Cinquecento alle spalle dei volti ritratti in primissimo piano. La campa* gna sa ancora di arcadia, divj giardino pettinato. Mentre a non molti chilometri, nelle Marche o nel Lazio, s'incontrano spesso splendidi cascinali in rovina, con le loro architetture e le loro pietre dai colori che si fondono nell'ambiente, e lì accanto sorgono nuove case intonacate con le tinte più assurde e dissonanti. Questo in Toscana spesso è stato evitato. Come mai? L'ex ministro ai Beni culturali, Antonio Paolucci, soprintendente a Firenze, spiega il fenomeno con tre ragioni. Innanzi tutto in Toscana ha giocato più che altrove «la consapevolezza della tutela»: la storia dell'arte è nata qui (il Vasari scrisse le sue Vite nel 1568), seo (gli uffizi risalgono al 1581Ì Poi ni popoli toscani -v al .pluxaie„^rché la Toscai}^^ cohtméritéf ùn'antologw'éh popoli - hanno sempre avuto l'idea che la terra è rara e preziosa: l'hanno capito con la mezzadria, una forma di proprietà e di conduzione agraria anch'essa sorta da queste parti». Infine, l'apporto della cultura anglosassone, «molto romantica, molto naturalistica». Bisultato: si può dire che la Toscana «fa da nave-scuola, in tema di tutela del paesaggio, alle altre Regioni». Se c'è uno studioso, un critico, un fine letterato che ha in- to Jttrn''fn tB^no' cn?s-> ■stili e Attilio Brilli, sempre sulle tracce delle pagine chejscrittori artisti panieri hannp^dedi^a». ) a quwÈHuoghi. VivVaii Arezzo, insegna a Siena. Quest'anno ha tenuto un corso sul mito della Toscana nel mondo americano. Il maggiore afflusso di americani non lo meraviglia affatto. Anche Saul Bellow ha pubblicato di recente un elogio della Toscana, in particolare di Montalcino in inverno. «Gli americani hanno un rapporto conflittuale col paesaggio - racconta Brilli -. O lo aggrediscono, e lo sfregiano, o ne sono aggrediti, e scappano. Un giorno venne in Umbria un pittore a dipingere le cascate delle Marmore: "Così posso poi ritrarre le del Niagara'Lj. pìsce? Là là natura: grande; Qui è umane*'. Queste: colline sono il frutto di un la rodi secoli: non solò dMtìJitì hi, che erano pure sapienti idraulici, ma di tanti artigiani, dal fabbro al tinaio». E la tutela e il recupero del paesaggio si infittiscono, divengono capillari. C'è per esempio la Marialina Marcucci, assessore regionale alla Cultura, che ha varato un complesso programma dedicato alla «Via Francigena», il sistema di vie che nel Medioevo attraversava pure la Toscana e la congiungeva alla Francia e all'Europa. Un progetto che comporta lo stanare luoghi eventualmente abbandonati, pievi e pozzi ed abbazie nonché borghi e paeselli, per restaurarli, farli rivivere in un turismo consapevole. La Marcucci, l'ex proprietaria di Videqmus^ tcedu|j&_^a,,Cecchi Gori, eirehética, gira-ctì:Comune in.. Gojhune nell'ansia di coinvolgerli e di dargli la responsabilità e là sensibilità giuste perché non facciano danni, non rilascino indecenti licenze edilizie. Ogni tanto purtroppo succede. «C'è il paese di Pansano - denuncia da Volpaia di Radda in Chianti una sorta di nume storico locale, Renato Stopani -. Hanno costruito brutte villette a schiera. Per fortuna è un caso isolato». Tony Blair, intellettuali, attori e stelle del rock vengono a godersi i panorami, le pitture, i palazzi e i casali con piscina. La Toscana vive nel mondo una specie di secondo Rinascimento, questa volta turistico. Come lo vivono alcuni scrittori e artisti da anni acquattati fra queste colline? «Resto qui alcuni mesi all'anno perché la Toscana è una patria per tutti - dice da Monte San Savino, vicino ad Arezzo, l'americano William Weaver, gran traduttore di Calvino, Gadda, Eco e di tanti altri autori italiani -. Mia madre mi venne a trovare: "Ah, è come la Virginia!", mi disse. E un mio amico giapponese: "Ah, è come le colline di Kyoto!". Nessuno soffre di nostalgia». «Ho pace, solitudine», risponde Gregor von Rezzori, Misha per gli amici, uno degli ultimi narratori della Mitteleuropa. Vive tra i boschi di Donnini, 25 chilometri a Est di Firenze. Accanto alla sua casa c'è una torre costruita al tempo dei guelfi e ghibellini: veniva à nascondercisi, per scrivere, un suo amico, l'acclamato viaggiatore inglese Brace Chatwin. Ma dove gli alberi, i profili dei rilievi, i colori del terreno conoscono una rappresentazione da vero innamorato, è nei quadri del londinese Joe Tilson, che sta dietro Cortona. Ne ha fatto una serie, ormai molto nota, intitolata «Le Crete senesi». Nelle sue tavole grandi e arcuate, ricche di ori, di marroni, di rossi, di legni inchiodati, di segni labirintici e misteriosi, splende un omaggio a un territorio, a una civiltà, a un'intera tradizione pittorica. Dicono che le conosceva anche la giovane Chelsea Clinton e che le piacevano. Claudio Altarocca soltanto i «felici pochi», i colti viaggiatori di ieri e di oggi. Il fatto è che in diverse zone esso è stato conservato, è ancora quello rappresentato nei quadri che altrove «la consapevolezza della tutela»: la storia dell'arte è nata qui (il Vasari scrisse le sue Vite nel 1568), gmore: "Così posso poi ritrarre gbandonati, pievi e pozzi ed abbazie nonché borghi e paeselli, per restaurarli, farli rivivere in un turismo consapevole. La Marcucci, l'ex proprietaria di