«L'uomo vero non è manesco»

Così cambierà il Dna di vittime e oppressori «I/uomo vero non è manesco» Landò Buzzanca: chi picchia è insicuro MASCHIO PADRONE SUL SET LROMA ANDO Buzzanca ha rappresentato sullo schermo il classico marito «padrone», violento, che pretende la donna «schiava» e che è nello stesso tempo vittima della sua bestialità. In realtà una parodia della specie maschile, ma che non ha risparmiato a Buzzanca le ire delle femministe. Buzzanca, lei ha sempre portato sullo schermo «il merlo maschio». Come vede questo disegno di legge che vuole rendere le donne libere dal marito «signore e padrone» con licenza di alzare le mani? «Era ora! Le rispondo così perché sono convinto che solo una bestia può usare violenza a una donna. Io sono sposato da 40 anni e non ho mai alzato un dito contro una donna. Mentre ancora sento alcuni schiaffi sonori che ho ricevuto dalla mia signora! E dunque ben venga la legge ma deve proteggere anche i mariti dalle mogli manesche». Il provvedimento tutela anche i mariti. «Giusto, perché ci sono uomini che subiscono, anche se capita un po' meno». Torniamo all'uomo trionfante e violento celebrato dai suoi film. «Direi ridicolizzato più che celebrato. Cosa che le femministe non hanno mai capito perché non andavano a vedere i miei film. Io ho sempre rappresentato un uomo solo apparentemente trionfante, perché alla fine dimostrava tutta la sua debolezza e immaturità. L'incapacità di accettare e reggere il confronto con la donna. Tornando alla violenza uomo-donna bisogna fare una distinzione». Quale? «C'è una violenza sublimata dal desiderio che si consuma nell'alcova. Questa sempre c'è stata e sempre ci sarà anche perché l'atto sessuale è di per sé violento. Poi c'è la violenza domestica, che si esprime con le botte e con atteggiamenti prevaricatori. E questa è inaccettabile. E' il meschino tentativo dell'uomo di riprendersi il terreno perduto». Dunque l'uomo che diventa violento per vendicarsi della donna che ha conquistato i suoi spazi, che si è liberata da lui? «Anche. Perché molti uomini vogliono sentirsi padroni. L'uomo idealizza la schiava. Ma in realtà non è questo che vuole, è lui che è immaturo, che non è all'altezza di avere un rapporto dignitoso con la propria compagna. L'uomo spesso poi alza le mani quando si sente in colpa o minacciato». Faccia un esempio. «Un esempio c'è nel film che ho girato con Lattuada, il Don Giovanni in Sicilia dove il protagonista trovato a letto con l'amante per reazione schiaffeggia la moglie. E' un classico esempio di comportamento di un certo tipo di uomo che scoperto in fallo, attacca». Ma il desiderio di prevaricazione nei confronti della donna è nella natura del maschio? «Di un certo tipo di maschio. Di quello che ha bisogno di guardarsi allo specchio e di dire: "Io sono un uomo". Tutte cose false. Un uomo vero non si comporta mai così, non adopera mai la violenza». Cosa pensa di questi mariti maneschi? «Li compatisco, ma provo anche un po' di schifo per chi agisce come un animale. Chi se la prende con le donne è un vigliacco perché se anche sono più forti di carattere sono più indifese dal punto di vista fisico. L'uomo non deve mai e poi mai approfittare della sua forza». [m. cor.] Il mio personaggio era solo apparentemente trionfante, perché poi dimostrava tutta la sua debolezza e immaturità Chi alza le mani non è all'altezza di avere un rapporto dignitoso con la sua compagna Oppure è perché si sente in colpa L'attore Landò Buzzanca, più volte interprete sullo schermo del personaggio del marito manesco

Persone citate: Ando Buzzanca, Buzzanca, Lattuada

Luoghi citati: Sicilia