La rivolta della caricatura di Aldo Baquis

Su una rivista scientifica israeliana una Madonna con la testa di mucca, gli arabi cristiani insorgono Su una rivista scientifica israeliana una Madonna con la testa di mucca, gli arabi cristiani insorgono la rivolta della caricatura Dilaga la guerrìglia per l'insulto a Maometto TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Migliaia di simpatizzanti di Hamas e della Jihad islamica si sono radunati ieri nel centro di Nablus (Cisgiordania) per avvertire Israele che il disegno blasfemo attaccato sabato a Hebron da una estremista ebrea - in cui il profeta Maometto è rappresentato con le sembianze di un suino mentre è intento a scrivere il Corano - rischia di scatenare un'ondata di attentati terroristici analoga a quella che insanguinò lo Stato ebraico nel febbraio-marzo 1996. «Busseremo alle porte del Paradiso con i crani degli ebrei» hanno scandito a gran voce i fondamentalisti islamici, mentre a Hebron duri scontri hanno opposto ancora una volta centinaia di dimostranti palestinesi e reparti dell'esercito israeliano rafforzati da unità di élite. Intanto anche gli arabi cristiani della Galilea hanno espresso sdegno e riprovazione dopo che una rivista scientifica israeliana - che si chiama «Galileo» in onore del grande scienziato italiano - ha pubblicato un fotomontaggio in cui il volto della Madonna, tratto da una immagine tradizionale, è stato sostituito con la testa di una mucca. Al settimanale «As-Sinara» di Nazaret il direttore di «Galileo», Stephen Stavisky, ha spiegato che l'immagine è stata concepita dal dipartimento grafico della sua rivista per illustrare i rischi della clonazione umana. Stavisky ha ammesso che si è trattato di una scelta infelice, ma ha escluso che essa nasconda intenzioni ostili nei confronti della minoranza cristiana. Ciò non ostante «As-Sinara» riferisce che queste giustificazioni non hanno tranquillizzato affatto gli arabi cristiani che hanno denunciato spesso in passato il forte aumento del nazionalismo ebraico in Israele, ed episodi di intolleranza ad esso connessi. Preoccupato dal crescente radicalismo dei fondamentalisti ebrei, il rabbino capo (sefardita) Eliahu Bakshi-Doron ha affermato giovedì che l'ebraismo condanna in modo fermo e categorico le offese nei confronti delle fedi altrui. Con un gesto senza precedenti BakshiDoron si è anche recato nella Tomba dei Patriarchi di Hebron per spiegare al Muftì locale, sceicco Tahbub, che non sono buoni ebrei quelli che irridono il profeta Maometto. Ciò nonostante manifestazioni di protesta sono avvenute ieri, al termine delle preghiere islamiche del venerdì, nelle moschee di Gerusalemme, di Hebron e della Galilea. Dall'Iran sono giunte nuove minacce nei confronti di Israele, ritenuto essere responsabile in blocco della diffusione del volantino. Elementi radicali nel regime iraniano ritengono che solo una «risposta armata» possa punire in modo adeguato lo Stato ebraico. Analogo pensiero è stato espresso nella manifestazione di Nablus dallo sceicco Jamal Mansur, un sostenitore di Hamas in genere piuttosto moderato. Mansur ha spiegato che la «attuale protervia degli ebrei» deriva dal fatto che Ezzedin alQassam, il braccio armato di Hamas, ha molto ridotto le sue attività negli ultimi mesi. Per cambiare l'atteggiamento di Israele, ha lasciato intendere, è necessario un ritorno alla lotta armata. A Hebron la situazione resta esplosiva e anche ieri 15 dimostranti arabi sono rimasti feriti negli scontri ingaggiati per ore nei vicoli della casbah con i soldati israeliani. Il lancio di ordigni esplosivi (ieri ne sono volati altri due, che non hanno fatto vittime) comincia a preoccupare i generali israeliani. Uno di questi, Gaby Ophyr, ha avvertito che i palestinesi che saranno colti in flagrante nell'atto di lanciare un ordigno rudimentale o una bomba a mano rischiano di essere uccisi. Sul piano politico, prosegue senza risultati finora apprezzabili la mediazione dell'emissario dell'Unione europea Miguel Angel Moratinos. Giovedì si è incontrato con Benjamin Netanyahu e con Yasser Arafat, senza riuscire a smuovere le loro posizioni. Fonti informate hanno ag¬ giunto che Netanyahu ha lanciato ad Arafat un preciso ultimatum: se la situazione nei Territori dovesse sfuggire di controllo egli - Netanyahu non esiterebbe ad ordinare ai carri armati israeliani di invadere le zone di autonomia. Aldo Baquis Due momenti degli scontri: nella foto grande, una molotov esplode a un passo dai soldati

Luoghi citati: Cisgiordania, Gerusalemme, Hebron, Iran, Israele, Tel Aviv